Stefano Maciocchi

Il Golpe bianco


Non intendo iscrivermi al partito di quelli che se la prendono con Rossi e Turigliatto: sono l’effetto e non la causa del golpe bianco che sta avvenendo nel nostro paese. In realtà hanno abboccato all’amo del tranello provocato ad arte dal baffetto che conquista. Il governo dimissionario, un governo tra i più raffazzonati che abbia mai prodotto la paleo-sinistra italiana, sapeva bene che su alcuni temi avrebbe trovato pane per i suoi denti. E allora l’esecutivo dell’Ulivo ha rotto gli indugi provocando una crisi da addebitare ad altri. Hanno iniziato con Amato che ha provato ad insozzare il significato della manifestazione vicentina, dapprima paventando azioni terroristiche e poi arrestando quattro ruba galline di brigatisti, tenuti a bagnomaria dalle forze dell’ordine fin dal 2004 per essere “sorpresi” al momento propizio.Ha proseguito Padoa Schioppa, dichiarando apertamente alla trasmissione dell’Annunziata che era una priorità del governo la costruzione della TAV, alla faccia di tutti i numerosi movimenti locali e nazionali che hanno votato il suo governo, nella vana speranza di non vedere più cattedrali nel deserto.A rincarare la dose ci ha pensato il Presidente della Repubblica affermando che i voleri della gente contano meno di un piffero: sono molto più importanti gli indulti di Mastella e gli inciuci di Rutelli.Il colpo di grazia lo ha sparato D’Alema, dando l’ultimatum “Kabul o morte” al Senato: perché iniziare la battaglia afgana proprio nel campo più ostile, il Senato, in cui basta uno starnuto per non ottenere i voti di maggioranza se non per disfarsi degli alleati politici scomodi?Il cerchio si chiude, si va verso un rimpasto che farà fuori i “disobbedienti” e prenderà i peggiori mercenari e transfughi del centro-destra. Il risultato già si vede: nei 12 punti pretesi da Prodi per tornare al governo sono spariti i DICO, in ossequio al cardinal Ruini, ed è in “pool position” la TAV in Val di Susa. Se tutto questo fosse accaduto in un paese del sud America non avrebbe suscitato molta sorpresa, avremmo tutti parlato di democrazia precaria ed avariata. La tragedia è che questo golpe bianco sta accadendo nel cuore dell’Europa, in un paese che ha dato i natali a Pietro Calamandrei e Paolo Sylos Labini, uomini di ingegno ed onestà che, se fossero ancora vivi, si vergognerebbero di condividere la loro esistenza con dei guitti prestati alla politica.