Stefano Maciocchi

Io boicotto Pechino 2008


La morte dell'alto prelato in una delle prigioni cinesi porta alla ribalta internazionale il più grande orrore politico ed economico degli ultimi anni. In nome del mercato internazionale o, come va di moda dire, della "globalizzazione", le maggiori potenze economiche mondiali fanno finta di ignorare che in Cina vige uno dei regimi dittatoriali più spietati ed inumani. Nel paese di Mao vengono privati della libertà e, talvolta, della vita i dissidenti politici e tutti quelli che osano professare pubblicamente riti religiosi diversi da quello ufficialmente riconosciuto dal governo cinese. Già questo basterebbe a far richedere all'ONU l'embargo totale e l'isolamento politico ed economico.Ma c'è di più. Gli operai ed, in generale, tutti i lavoratori e le lavoratrici non hanno alcun diritto di sciopero: vengono sfruttati, sottopagati ed il mercato del lavoro viene gestito dalla mafia cinese, che si occupa di esportare tale manovalanza in tutte le latitudini e longitudini del nostro pianeta. Questa gestione dittatoriale del lavoro ha provocato sconquassi in tutto il mondo, portando le multinazionali ad una corsa al ribasso del costo del lavoro riconducibile alla manodopera, con il conseguente impoverimento dei lavoratori di tutto il mondo e la conseguente precarizzazione della qualità della vita.Ma per le grandi aziende e le banche d'affari che tengono le redini dei governi di quasi tutti i paesi, almeno di quelli appartenenti all'area del G8, la Cina rappresenta un potenziale mercato da conquistare, miliardi di possibili acquirenti di merci non più vendibili in un mercato saturo e maturo come quello europeo e nord-americano.Ecco perchè nessun governo chiede ai dittatori del partito comunista cinese che fine abbiano fatto gli studenti di piazza Tien-an-men; ecco perchè muore un cardinale dopo venti anni di carcere e lo stato del Vaticano non muove una foglia.Non basta: il CIO, il comitato olimpico internazionale, pressato dalle lobby bancarie e delle multinazionali, concede alla Cina di ospitare nel 2008 i giochi olimpici, la massima espressione non solo dello sport, ma della fratellanza tra i popoli.Personalmente ho smesso da diversi anni di comprare qualunque manufatto di sicura provenienza cinese, anche quando costa dieci volte meno del corrispondente articolo fatto in Europa o in quelle parti del mondo ove vige la democrazia. Ho deciso di boicottare le olimpiadi del 2008, non guarderò alcuna gara in televisione e cercherò di non comprare i prodotti che sponsorizzano le trasmissioni televisive e la spedizione delle squadre italiane. Invito tutte le persone che hanno a cuore non solo la democrazia ma soprattutto il futuro dei propri figli e della qualità della loro esistenza di fare altrettanto: spesso uccide più un telecomando che la spada.Rapporto di Amnesty International su olimpiadi e diritti umani;Sponsor tecnico CONI;IO BOICottoPECHINO 200otto