Stefano Maciocchi

Bamboccioni d'epoca


Ho già avuto modo di scrivere su Tommaso Padoa-Schioppa e sulle sue infelici esternazioni. Chiede agli italiani più poveri, quelli a reddito fisso a cui lo stato ritiene le tasse alla fonte, sacrifici, lacrime e sangue ed in più li epiteta come "fannulloni". Invece di chiedersi perchè tanti ragazzi, ormai uomini sulla trentina, rimangono a casa dei genitori, non si sposano nè comprano casa, li apostrofa con un infelicissimo "bamboccioni".Ma è normale che uno come Padoa-Schioppa non riesca a capire. Il buon Tommaso è uno dei tanti simpatici figli di papà che hanno avuto la vita spianata dai soldi e dalle conoscenze paterne.Il "caro" ministro è figlio di Fabio Padoa-Schioppa, ex amministratore delegato delle Assicurazioni Generali S. p. A.: il suo paparino prima gli paga gli studi alla costosissima Università "Bocconi" di Milano e poi lo mantiene un anno in America, il tempo per prendersi un bel master alla MIT di Boston. Tornato in Italia, a soli 28 anni entra in Banca d'Italia, posto noto in tutto il mondo per la totale assenza di raccomandati e raccomandazioni.Cosa ne sa uno del genere dei sacrifici che compie un genitore per mandare un figlio nelle fatiscenti aule all'università pubblica? Mio padre non si è comprato un vestito nuovo per venti anni per riuscire a pagare le tasse universitarie e come lui ce ne sono a migliaia che, nonostante tutti i loro sacrifici, sono costretti a mantenere con la loro pensione un figlio laureato che non riesce a trovare uno straccio di lavoro. Ed in più devono sentirsi dire da questo "ancient-prodige" che il loro ragazzo è un "bamboccione". Bamboccione è Tommaso Padoa-Schioppa e, soprattutto, bamboccioni sono quei fessi dei diessini che lo hanno messo a capo del Dicastero dell'Economia. Avete ancora voglia di votare questa gente nel Partito Democratico? Peggio per voi e per il nostro paese.