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I Gattopardi

Post n°57 pubblicato il 24 Maggio 2007 da stefanomac
 

immagineDa qualche settimana a questa parte, tutta la carta-straccia stampata ed i telegiornali più o meno di stato hanno iniziato un’opera di cannoneggiamento con sondaggi ed interviste riguardanti la crisi dei partiti politici. Da Gad Lerner a Belpietro, dal CorSera al Resto del Carlino è tutto un florilegio sulla scarsa affezione dei cittadini italiani nei confronti della politica.
Sembrerebbe una bella notizia soprattutto per chi, come noi, si batte da tempi non sospetti contro la corruzione ed il malaffare imperante all’interno della classe dirigente dei partiti politici, a tutti i livelli e a tutte le latitudini (destra, centro e sinistra). Se anche le maggiori testate giornalistiche, al soldo dei partiti che li foraggiano economicamente grazie alla legge sul finanziamento pubblico, si interessano di questo problema è evidente che ha assunto proporzioni gigantesche e che le esigue casse dello Stato non possono più permettersi di sopportare.
Ma in Italia nulla è più truffaldino delle buone intenzioni. Mentre la maggioranza delle persone per bene si è allontanata dalla politica attiva a causa del tanfo nauseabondo che emana, le signorine grandi firme della carta stampata e dei telegiornali stanno recitando il “de profundis” dei partiti solo ed esclusivamente per tirare la volata al Partito Democratico, alla ricerca di nuove gabelle da riscuotere e di nuovi cadreghini da occupare.
Il nostro paese ha bisogno di una rivoluzione culturale, un processo lungo e delicato ma che non può essere ulteriormente procrastinato. Occorre tornare al culto della legalità intesa come rispetto di regole certe ed uguali per tutti i cittadini, dal meno abbiente al più ricco. Ma per far questo è necessario iniziare dalle scuole, insegnando ai bambini che il proprio futuro non può essere costruito sulla furbizia e sulla raccomandazione, sulle conoscenze influenti e sulle carriere all’interno dei partiti, ma sull’impegno personale ed il rispetto per gli altri.
Ma non basta cambiare musica, occorre cacciare gli orchestrali che hanno ridotto un paese meraviglioso come l’Italia allo zimbello del mondo. E’ necessario un serio e completo ricambio generazionale della classe politica, ormai in sella da più di cinquant’anni e delegittimata nell’aspetto morale e, in molti casi, persino in quello giuridico. Abbiamo politici che sono stati condannati in via definitiva dalla magistratura per le accuse più vili che può subire una persona pubblica: corruzione e concussione. Molti se la sono cavata grazie alla decorrenza dei termini o alla prescrizione del reato: in parole povere, significa che il dolo è stato commesso ma lo Stato non è riuscito a smascherarlo in tempo debito. Altri hanno usufruito dell’indulto, votato da destra e da sinistra, perché gli armadi sono pieni di scheletri ovunque, dalle cooperative rosse alle aziende che gestiscono il gettito pubblicitario delle televisioni.
E, come se non bastasse, i pochi gentleman che non hanno avuto a che fare con le patrie galere si sono sentiti in dovere di gratificarsi, regalandosi leggi e decreti che consentono loro di vivere da nababbi. Stipendi favolosi, pensioni d’oro maturabili dopo solo una legislatura, viaggi gratis per se stessi, mogli, figli, amanti e quant’altro. Eppure trovano il coraggio di chiederci di essere flessibili sul lavoro e di sputare il sangue per quarant’anni.
Ecco perché il Partito Democratico è una truffa perpetrata da una marea di sanguisughe ai danni della collettività: gli stessi uomini che per tantissimo tempo hanno accumulato denari e privilegi, sottraendoli ai pensionati, ai portatori di handicap, ai poveri ed ai disoccupati, oggi tentano di riciclarsi sotto la veste del PD, nel disperato tentativo di sopravvivere allo sdegno popolare.
E’ un momento difficile per la nostra repubblica e, per molti versi, ricorda la crisi istituzionale che sopraggiunse dopo la prima guerra mondiale, quando gli antichi partiti di Giovanni Giolitti e di Sydney Sonnino non ressero alle novità demografiche e culturali che si stavano affacciando nei primi anni venti del secolo scorso. E come al solito, quando le istituzioni si indeboliscono e sono rette da una casta lontana dai problemi della gente, ne approfittano i poteri forti, la grande industria ed i latifondisti terrieri: così è nata la dittatura fascista in Italia e così potrebbe tornare, in forme più subdole e sotterranee, se lasceremo le redini del nostro paese ai seguaci di Craxi, ai banchieri prestati alla politica, ai difensori della famiglia divorziati e con amanti a carico. Ai Gattopardi cosi bene descritti da Tomasi di Lampedusa.

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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 24/05/07 alle 14:38 via WEB
Non bisogna parlare al futuro. E' ormai da tempo che le redini sono in mano a questi signori. Cosa devono fare di visibile per farlo capire!! Forse u golpe ?
 
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