Vaga_Mente...

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Esco in fretta dall'ufficio. Mi è stato fissato questo appuntamento da un giorno all'altro solo perchè sono amica di un'amica. Voglio essere puntuale. Il posto non è distante, ma c'è traffico e lo devo cercare. Trovo la via, parcheggio l'auto, mi accendo una sigaretta e cerco di identificare il numero civico. Sono tutti uguali 'sti palazzi, sono nervosa.Suono il campanello, una signora mi fa accomodare nel salottino di casa e mentre aspetto mi guardo intorno. Vedo lettere di ringraziamento appese alle pareti e penso. Penso a come mi sono ridotta. Una scettica come me che va da un sensitivo. Mai dire mai nella vita. Avevo due possibilità. La prima: farmi travolgere da un esaurimento nervoso, la seconda : iniziare una psicoterapia (ma non avrei mai visto la fine, lo so) e così ho optato per la terza possibilità. Al massimo avrei buttato dalla finestra qualche decina di Euro e se mi avesse detto qualche baggianata di troppo ci avrei fatto sopra una bella risata. Non mi aspetto niente di particolare, sono curiosa ma anche in ansia e impaurita. Mi batte il cuore a mille...che idiota che sono.Poi arriva e mi fa accomodare nello studio, piccolino, illuminato solo da una lampada, alle pareti immagini religiose, sul tavolo un rosario (oddio, ma che ho fatto?).La prima cosa che mi chiede è quante sigarette fumo (ah no ehhhh...non può averlo visto dalla faccia, evidentemente puzzo, sarà per questo - eppure mi sono anche spruzzata del profumo addosso, vabbè). Quattro o cinque al giorno rispondo e lui  " e una l'hai appena fumata, sento che sei nervosa" (Cominciamo bene).  Parliamo del più e del meno per rompere il ghiaccio, dice che il mio nome gli piace, gli ricorda l'infanzia. Sorrido.Voglio arrivare al dunque in fretta, credo si aspetti che gli dica per quale motivo sono lì. Sto per iniziare a parlare, ma lui mi stoppa, dicendomi  "Faccio io, tu puoi dire tutto quello che vuoi, ma dopo". Perfetto, proprio quello che volevo sentirmi dire. Vediamo se sei lungimirante come mi hanno detto o stai per dirmi un sacco di panzane. Perché intendiamoci, tu ci campi con questo lavoro, io ne sono perfettamente consapevole. Avrai anche delle doti (da verificare) ma certamente non rappresenti una Onlus. Tu sai, e anche io so, che le persone si rivolgono a te perché hanno dei problemi. Di cuore, di salute, di denaro...mettici quello che vuoi, ma hanno dei problemi. Quindi sono anche consapevole del fatto che è tutto tuo interesse sfruttare le debolezze altrui. Detto questo, voglio provare. Mi preoccupo solo di dirgli che non voglio sapere nulla, nel modo più assoluto, che riguardi nè la salute né mio figlio. Con tutti i pensieri reali e concreti, che già ho, ci manca solo che vada ad aggiungere alla mia testolina dei tarli che non sarei in grado di gestire (metti mai che ci azzecchi).Mi fa togliere anelli e orologio, le mani poggiate sul tavolo, lui unisce le sue in modo che si tocchino. Alè, contatto innescato, si parte. Dice qualcosa che non capisco, in una lingua sconosciuta, poi il suo respiro comincia a diventare affannoso. Dice di vedere tanta nebbia (sarà mica quella coltre spessa che mi annebbia il cervello?) e tanta fatica, la mia fatica di vivere (già). Io, sempre muta. Poi continua. "Vedo uno Scorpione" (io penso, mia mamma). "Vedo un Acquario" (io penso mio figlio...però potrebbe anche essere mio fratello) ma lui aggiunge "diciassette, diciotto anni" (ok ho capito, vede mio figlio...sono già in allarme). "Tu sei un Capricorno, senza ombra di dubbio, si vede dallo sguardo" (Oh cacchio, comincio a preoccuparmi, ma subito dopo penso che appena uscirò da qui, chiamerò la mia amica per chiederle  se gli ha raccontato qualcosa, perché qui le coincidenze stanno diventano troppe).Ma il bello deve ancora venire, comincia a raccontare di persone, di fatti che, giuro, non poteva sapere. Come se mi avesse fatto una foto con tanto di raggi x...e non solo a me. Una foto che non mi è piaciuta. Sono annichilita, ho le lacrime agli occhi.Ho peccato di ingenuità, mi sono lasciata prendere in giro come una pivella, e ho peccato di presunzione...le persone non le conosci mai veramente. C'era bisogno di andare dal sensitivo per sentirsi dire tutto questo? No, credo proprio di no. L'avevo già capito da sola.Sono trascorsi diversi mesi da quella sera. Da allora, lui ha iniziato a mandarmi qualche messaggio, un video, un brano musicale, una frase carina, ma presto gli ho fatto capire che non gradivo, mi faceva sentire un caso sociale. Ha smesso.Non mi servono le lezioncine da parte di nessuno, ci penso già io a farmele da sola...e quando non mi entra il concetto mi do pure ripetizioni.