SteveBlues

Credo.


Non ricordo assolutamente il titolo del libro ma ricordo che l'autore era un occidentale, un tedesco forse che dopo aver passato alcuni anni con i monaci Taoisti aveva scritto e pubblicato questo libro per cercare di spiegare agli occidentali la filosofia del Taoismo Zen.Era la prima volta che comprendevo cosa, quel simbolo composto da due gocce, una  bianca ed una nera con due puntini in contrasto significasse veramente. Il bene ed il male. In ogni bene c'è un pò di male. In ogni male c'è un pò di bene. Ma più ancora la reciproca necessità degli opposti, la presenza nell'uno di una parte dell'altro...Il punto di vista dell'autore, descritto nella prefazione, era che per quanto desiderasse sforzarsi di descrivere nel libro ciò che aveva esperito negli anni con i monaci, in realtà sapeva in partenza che non sarebbe mai riuscito a comunicare al 100% la sua esperienza.Dopo la prefazione, la prima frase dello scritto solitaria al centro di una pagina altrimenti bianca, recitava così: "Il Tao non si può ne spiegare ne comprendere. Il Tao si può solo vivere.".Dopo due intense settimane di studio, lettura e rilettura e appunti su appunti avevo ormai deciso che l'unico senso nel sostenere una interrogazione su quello scritto sarebbe stato semplicemente quello di ripetere quella frase trovata all'inizio, al centro di quel foglio bianco... e poi avere fiducia nell'apertura mentale ed intelligenza di quell'insegnante e tornare, semplicemente, a sedere al mio banco.L'insegnante forse avrebbe anche apprezzato e premiato il mio intuito ed il mio coraggio, ma la mia media del 4 in tutte le materie finì per avere la meglio e così affrontai l'interrogazione in modo più "occidentale" ottenendo comunque uno dei migliori voti nei miei 6 (si proprio 6) anni di Liceo....