libere parole

Al paesino


  Sandro e Antonia erano arrivati. Avevano lasciato la macchina giù, al paese antico si arrivava solo a piedi. Era l'imbrunire inoltrato, e avevano visto il cielo delle Marche passare tutti i colori. Antonia aveva fatto le sue fotografie, salendo. Più in basso sì, c'era il piazzale dove tutti parcheggiavano l'auto.Avevano salito viottoli e scale. Nel silenzio dell'ora, le ultime strida dei rondoni. Nessun rumore artificiale, di radio, né televisioni. Solo qualche motore lontano, nella valle.L'ultimo viottolo lasciava intravedere la piazza del paese. Un paese che avrà avuto sì e no cento anime. Erano saliti, poi tornati giù. La sera d'inizio estate mescolava fresco e tepore. Avevano intravisto sedie e paesani, e il parlare, pacato, di una piazza dove tutti potevano ascoltarsi, quasi in cerchio.Ora, un vicolo brevissimo li separava da quella piazza. Qualche sguardo si era incrociato con Sandro, accogliente. C'era pace. Sandro era felice, si sentiva a suo agio. Sorrise. Invitò Antonia, con lo sguardo. Fece per avviarsi. Antonia lo fermò. "No" disse. "Io non vengo.""Come, non vieni? Perché?" "Non vengo" lei rispose. "Dài, andiamo" disse lui, sorridendo ancora, "è bello." "No" fu la risposta."Ma perché?" disse Sandro, ora era un po' triste. Aveva già capito che non avrebbe avuto quella gioia. Sapeva che sarebbe stata una gioia, entrare nella piazza. Immaginava che sarebbero stati osservati da tutti, senza diffidenza né cattiveria, immaginava che i paesani avrebbero sorriso al loro amore, alla loro giovinezza. Che qualcuno, come nel borgo dove stavano, avrebbe trovato modo, discretamente, di attaccare discorso, di proporre un dialogo. Immaginava che avrebbero risposto, contenti, in piedi, e che poi si sarebbero seduti, anche su un gradino, o che qualche paesano avrebbe offerto loro una sedia. E che avrebbero parlato, e poi taciuto, e raccontato, e ascoltato. C'era quella pace. Nessuna televisione accesa, nessun motore, nessuna ansia. Nessuna fretta."No" aveva detto lei. "Vai tu" rincalzò.Sandro lo sapeva. Aveva capito che lei gli avrebbe tolto quella gioia, quel piacere. Aveva capito che glielo avrebbe tolto comunque. Non andando, lasciandolo andare da solo, impedendogli di andare, andando con lui. Comunque. Scelse il male minore. Evitò lo scontro, la discussione. Tornarono indietro. Ci scherzò su. Voleva almeno sapere un motivo. "Perché no" disse lei, dura.Lui si mise in faccia un sorriso. Sentiva che aveva perso qualcosa, di bello, di irripetibile. Non sapeva cosa. Solo, sapeva che era perso. Fece finta di niente. Soffriva. Cercò di non farlo pesare. Tornarono alla macchina. La notte era calata.