Pensieri di Diogene

ricordare e dimenticare


Un’amica mi spinge a parlare della memoria e della dimenticanza. E’ certo un tema assai complesso, uno dei più complessi tra quelli che la psicologia affronta. Molto spesso ci lamentiamo della nostra (mancanza di) memoria, del fatto che non ricordiamo un nome: diciamo “non mi viene in mente…ce l’ho sulla punta della lingua…” quante volte vi è capitato? A me è capitato un momento fa: dovevo chiedere al telefono di un collega e d’improvviso non mi ricordo il cognome…mi viene in mente “Martini”, che unito al nome Simone dà un notissimo pittore toscano, ma ovviamente non è quello, anche se c’è una notevole assonanza…così ho detto al centralinista “il dott. Simone…” e lui ha istantaneamente capito, meno male, se no facevo una bella figura da rimbecillito… Perché col passare degli anni queste defaillances divengono più frequenti…. In realtà se consideriamo la complessità della nostra memoria e la quantità delle cose che deve ricordare, non ci stupiamo di queste piccole mancanze. Consideriamo che la nostra facoltà di ricordare non deve ricordare solo nomi e appuntamenti: quelle sono cose che riguardano la nostra sfera più evoluta, più superficiale. Ma ci sono altri campi, assai più profondi. La nostra personalità, da quando nasciamo, si plasma sul rapporto con l’ambiente, memorizziamo dapprima i volti, gli odori, le movenze delle persone di riferimento, poi gli ambienti, le tecniche di comportamento, tutte cose che divengono per noi automatiche e che tuttavia impegnano in strati profondi la nostra memoria. Nessuno pensa più a come si cammina, a come si apre un cassetto, a come si guida l’automobile, ma le nostre azioni sono il frutto di una miriade di informazioni memorizzate stabilmente nel nostro cervello e che si perdono solo con malattie devastanti… Perciò bisogna perdonare al cervello se dimentica un nome….