Pensieri di Diogene

immagine e scrittura


 Giorni fa partecipavo ad un convegno. Al di là delle cose di cui si parlava, interessanti per me o per altri ma non certo per una generalità di persone e che quindi non riferisco, ascoltando un intervento sono stato portato a fare una riflessione di interesse generale sui rapporti tra immagine e testo che può essere anche quello tra sogno e discorso. Chi ha mai raccontato un sogno (ancora di più se ha cercato di scriverlo) sa bene di essersi sentito incapace di farlo in maniera compiuta e certo si è sentito insoddisfatto. Questo anche perché il sogno è un condensato di immagini e di sensazioni.  Ma in generale è assai difficile tradurre un’immagine in un discorso, in una serie di “parole chiave”. E’ un ostacolo che si oppone a tutti coloro che cercano di costruire database di immagini, siano queste fotografie, oggetti artistici, quadri. In un quadro, per esempio, si descriverà la scena, i personaggi, gli oggetti, gli sfondi? E come si descriveranno? Si interpreteranno secondo la simbologia corrente (una Madonna è una donna velata o un personaggio specifico?). Lo sfondo è un paesaggio con alberi e rocce o il paesaggio poniamo di Chiusi della Verna (molto riconoscibile in un quadro di Michelangelo)? E pertanto ogni database che si costruirà sarà impreciso, avrà un gran numero di voci ma sarà di utilizzo molto complesso. Sembra che non ci siano soluzioni, una cosa è l’immagine e una cosa il discorso. Sono due nosre valenze percettive (quasi) incomunicabili.