Pensieri di Diogene

la felicità


“La condizione stabile di felicità è una cosa caramellosa che nasconde depressione e tristezza” (Massimo Ammanniti, psicanalista) Non vorrei fare polemiche, ma trovo che una delle parole più abusate qui in Community sia appunto quella di “felicità”. Lo stato di felicità è una condizione momentanea, non può essere una condizione stabile. Si può essere felici se il mondo va a rotoli? Se un plutocrate affascina la maggioranza dei poveri di un Paese? Se ogni giorno i nostri simili muoiono per guerra, fame, delitti, malattie? Si può essere felici in un Paese dove un enorme numero di giovani non trova un lavoro stabile e arranca tra un ripiego e l’altro? Dove un numero esorbitante di donne viene ucciso ogni anno da colui che hanno scelto come compagno di vita? Dove la spesa pro-capite per libri è di 59 euro l’anno e quella per il gioco d’azzardo di oltre 1500? Dove i vestiti per coprirsi scontano il 22 per cento d’IVA e il poker online il 5,5? Dove un sacco di gente pensa ancora che l’autismo sia provocato dai vaccini? Dove ogni 150 cittadini c’è un posto per il gioco d’azzardo (pardon, ora si chiama “gioco lecito”) e ogni 250 un medico? Con tutti questi pesi sul cuore si può ancora godere, ma per un momento: se ti abbraccia un amico, se incontri un amore, se ti nasce un figlio, se guardi un’alba sul mare o ti lasci stupire da un cielo stellato… Ma sono momenti…