Pensieri di Diogene

sanità bene e male


 Pensiamo che in Italia vada sempre tutto male, eppure un rapporto dell'OCSE dichiara che il sistema sanitario italiano è uno dei migliori in Europa. Tra i punti di forza sta l'accesso universale al medico di base che permette di scoprire e monitorare le malattie croniche e di alleviare le strutture di pronto soccorso. Noi lo diamo per scontato, ma è un punto molto importante. Però non tutto va bene: una delle criticità più importanti è la variazione del sistema da regione a regione, con importanti riflessi sulla salute. Per esempio, in alcune regioni del Sud, l'obesità riguarda il 40% dei ragazzini (ed è probabilmente sottostimata), mentre riguarda molto meno gli adulti. Il consumo di alcolici a 15 anni riguarda il 70% dei ragazzi, con una crescita esponenziale dal 2002 al 2010. Poi ci sono scarse risorse per gli anziani poveri, a livello di lungodegenze (la metà o un terzo rispetto ad altri Paesi), mentre, a causa dell'invecchiamento della popolazione, questo aspetto va tenuto presente. La prescrizione di antibiotici è tra le più alte e si sa che questo conduce a resistenze spesso difficili da curare. Questo aspetto, secondo me, è prodotto soprattutto dalla scarsa “resistenza” del medico di fronte alle richieste dei pazienti, a parte che molti antibiotici vengono venduti dalle farmacie dietro insistenza delle madri ansiose. Comunque per l'Ocse è un indicatore di bassa qualità del sistema sanitario. L'Oce fornisce anche delle proposte, molte attuabili anche in breve tempo. Un sistema di comunicazione a largo raggio in tutte le regioni per educare al consumo sano dei cibi e all'astensione dagli alcolici in giovane età, accoppiato con misure fiscali su alcol e cibo spazzatura, misure repressive reali per combattere le bevute prima di mettersi alla guida, sensibilizzazione verso i medici per prescrizioni più corrette. Altre cose richiedono più tempo e più investimenti. Ma cosa dovrebbe essere più essenziale della salute dei cittadini? Altre criticità sono il costo elevato dei medicinali e la insufficiente partecipazione del sistema sanitario alle cure dentistiche.  C'è poi da osservare ciò che non viene rilevato dalle statistiche, ma che abbiamo tutti sotto gli occhi, che le fasce più povere della popolazione, che sono in aumento, rinunciano del tutto alle cure perché non possono pagarle. E sono rari i medici di base che cercano di diagnosticare il paziente senza inviarlo allo specialista e scegliendo i farmaci di più basso costo (generalmente equivalenti agli altri).