Pensieri di Diogene

emotività artificiale


Stasera ho visto  un film che mi ha coinvolto un poco. Un film catalano di qualche anno fa (2011). Vi avevo promesso che non vi avrei più parlato dei film che vedevo, ma questo si presta anche ad un discorso generale. “Eva” si svolge in un’epoca dominata dagli androidi al servizio degli umani ai quali si cerca di dare capacità di reazioni psicologiche assimilabili a quelle umane. Qualcuno, però, si dimostra aggressivo e viene quindi “spento”. Uno di questi è una bella bambina di 10 anni, molto dotata, che un ingegnere cibernetico scambia per una bambina reale e cerca di farne un modello su cui costruire l’”intelligenza” di un androide bambino. Però, in una crisi di rabbia, essa fa cadere la madre da un dirupo e per questo deve essere eliminata. Ed è il supposto padre a farlo, nonostante che essa gli chieda di riparare la sua mente e di farla essere “buona”. Ci sono stati altri film sui sentimenti degli androidi, però questo mi è parso particolarmente coinvolgente. Anche perché, mentre la sua mente viene distrutta, la bambina si immagina una impossibile scena in cui corre sulla spiaggia assieme ai suoi “genitori”. Ma io mi domando: perché voler replicare la nostra intelligenza, i nostri sentimenti, in una macchina? A che servirebbe? Eppure molti scienziati ci stanno pensando, anche se per ora, fortunatamente, siamo assai lontani. Addirittura si pensa che l’intelligenza dipenda dalle connessioni tra i neuroni e che se il web raggiungesse il numero di connessioni paragonabili numericamente al cervello umano, diventerebbe cosciente. Diventerebbe il vero Grande Fratello mondiale. Che ne pensate?