Pensieri di Diogene

gli Italiani


 Si parla molto ora del razzismo sì/razzismo no degli italiani. C’è una vecchia retorica degli Italiani brava gente. In realtà credo che noi Italiani brava gente lo siamo stati quando stavamo male, quando eravamo noi ad essere emigrati o magari prigionieri. Quando abbiamo avuto una posizione privilegiata abbiamo sempre preso la parte del forte contro i deboli. Quando l’Italia, dopo la prima Guerra Mondiale acquistò territori estranei alla sua lingua e alla sua cultura cercò di imporre l’”Italianità” e questo già prima del fascismo. Nel piccolo paese dove è nata mia madre, sulle Alpi Giulie, dove la madrelingua era lo sloveno e si parlava anche tedesco e italiano, sotto l’Impero Asburgico (che prima possedeva quel territorio) non c’era posto di polizia: era un piccolo paese con tre frazioni, in una valle, mille anime a far molto. Ogni settimana passava un poliziotto ad informarsi se era successo qualcosa, se c’erano state delle liti, girava quella e le valli circostanti e se ne andava. Quando venne l’Italia ci installò una caserma di carabinieri e impose le scuole in Italiano. Tra l’altro ci andò come maestro mio padre e lì conobbe mia madre… Dopo la seconda guerra mondiale, l’Istria e la Dalmazia, che erano state italiane, ma che ancor prima erano popolate da italiani, stabilitisi al seguito di Venezia nel corso dei secoli, passarono sotto la Jugoslavia, retta da un regime comunista, che solo col tempo divenne un poco più morbido di quello sovietico. Agli italiani fu data la possibilità di andarsene; si cercò di trattenere anche con la forza i tecnici, che servivano al nuovo governo. Circa 300.000 italiani se ne andarono, alcuni emigrarono ma molti vennero in Italia.  Voi credete che furono bene accolti, dato che sceglievano la Patria d’origine, di cui condividevano lingua e cultura? Macché: il governo dell’Italia repubblicana e democratica li mise in campi di detenzione da cui potevano uscire solo se dimostravano di avere garantiti i mezzi di sussistenza, un lavoro documentabile, ecc., un po’ come per gli esecrati immigrati che approdano sulle nostre coste. In quei campi, che erano stati prima campi di concentramento per gli ebrei e per i militari alleati prigionieri, molti stettero per anni e anni in baracche di legno, al freddo e dei bambini ne morirono. Quando riuscivano ad uscire erano malvisti dagli altri cittadini che li accusavano di “rubargli il lavoro”… Ecco come siamo noi Italiani…