Pensieri di Diogene

Desirée


Già avevo parlato dell’angoscia che mi provoca leggere delle morti procurate, delle persone che vivono la loro vita e vengono prese, torturate, uccise. Talvolta dai loro parenti, talvolta da altri. Ma oggi l’angoscia quasi non mi fa parlare o scrivere. Questa povera ragazza, una bimba direi, io tremo pensando a come deve aver sofferto. E bisogna che la gente si ribelli. Si ribelli al buonismo imperante (avete letto, la UE ha detto che Provenzano è stato trattato troppo male, poverino), si ribelli alla acquiescenza della politica che non ha controllato che le forze dell’ordine non permettessero che tante periferie andassero a finire come sono finite, che lo spaccio della droga divenisse un mercato a cielo aperto, che se non si voleva che gli spacciatori agissero indisturbati fin sull’uscio delle scuole, dovevano essere i presidi ad organizzare dei servizi di sicurezza. Io dichiaro, se ve ne fosse bisogno, di non essere un sostenitore del Ministro Salvini, che fa il suo show (come del resto ha provato anche a fare il PD, che poteva starsene zitto) con   promesse che con tutta probabilità rimarranno tali. Perché le insufficienze del nostro Paese nascono proprio dall’interno, dall’atteggiamento delle persone che non ha più solidarietà, che si volta dall’altra parte, che dice che non la riguarda e forse anche da norme giuridiche troppo permissive e dalla loro applicazione ancor più permissiva. Sembra che a qualche potere faccia comodo che si spacci la droga. Le forze dell’ordine colpiscono i grandi traffici ma lo spaccio non è adeguatamente contrastato. Forse si pensa che i piccoli spacciatori sono dei poveracci, a loro volta delle vittime e vengono lasciati fare. Forse non c’è abbastanza polizia per tenere tutto sotto controllo. Anche in questo caso, come in molti di quelli che hanno condotto a morte donne uccise da loro ex compagni, c’erano stati esposti, richieste di aiuto, ecc. Niente si era mosso, oppure qualcuno era stato arrestato e poi messo in libertà il giorno dopo. Bisognerà riportare la legalità nelle periferie degradate. Liberare gli stabili occupati illecitamente, chiunque sia l’occupante, obbligare i  proprietari di terreni e case abbandonate a ripristinare i luoghi, con la sanzione della loro appropriazione da parte dello Stato o del Comune ed obbligare la parte pubblica a svolgere i lavori necessari. Sono cose che richiedono modifiche legislative puntuali e complicate e soldi, che andrebbero spesi qui (e forse potrebbero anche produrre reddito) e non per mandare la gente un po’ prima in pensione.