Pensieri di Diogene

Azzeccagarbugli


 L'Italia, non c'è niente da fare, è il paese degli Azzeccagarbugli. Tutto perché c'è sempre la presunzione della falsità di ciò che uno fa. Vediamo la "pec". Questa forma di posta elettronica dovrebbe essere la più sicura in assoluto. Eppure è fatta come un'altra mail: c'è il vostro account e c'è una password, che posso perdere come qualsiasi password o me la possono rubare. Le mail "normale", come sapete, quando l'avete spedita, non sta solo sul vostro computer (o smartphone) ma sta su un server ubicato in qualche parte del mondo e, quando viene spedita, i suoi caratteri distintivi, formati da un certo numero di bit (ovvero di coppie di 0 e 1) occupano uno spazio fisico (una memoria informatica) su quel determinato server che li registra secondo la data, il minuto e il secondo di trasmissione. Per cui non ci possono essere dubbi né sulla data né sulla provenienza, né sull'arrivo sullo strumento del destinatario. Attraverso una procedura, forse non facilissima, questi dati possono essere resi disponibili. Allora, perché usare la pec? Io ce l'ho, la pec, perché ormai così va il mondo, ma essa, a ben vedere, non fornisce alcun dato supplementare. Certo, c'è il servizio che informa di quando è arrivata, rendendo più semplice il determinare quando è stata effettivamente consegnata. Ma non mi si parli di sicurezza! Infatti, nel resto del mondo, anche per cose importanti, si usa la mail "semplice".