Messaggi di Febbraio 2019

FIGLI DI MAMMA

Post n°580 pubblicato il 26 Febbraio 2019 da diogene51
 

 


Mentre tornavo a casa vedevo una macchina ferma che aspettava che un'altra uscisse dal parcheggio in strada per entrarvi a sua volta. Dietro di essa una lunghissima fila, ferma. Solo alla fine qualcuno si è messo a suonare. L'Italia è così.

E per associazione mi viene in mente il reddito di cittadinanza. Chi saprà contrastare i furbi? Il governo dice la Guardia di Finanza, facendo affidamento su un programma che dovrebbe incrociare i dati e scoprirli. Programma che, a quanto di sa, è ancora da mettere in funzione.

E allora faccio un commento "politico". L'Italia è il Paese in cui si fa una cosa per un certo fine e poi le si fa perseguire anche un altro fine. Un esempio è l'INPS, nato per fare le pensioni, cioé per accantonare i contributi per le future pensioni. Ma, nella realtà, serve anche ad altre cose, ovvero a fini di assistenza.

Così è per il famoso reddito, che serve a due cose: dare assistenza ai miserabili e incrementare l'occupazione. Non sarebbe stato meglio fare le due cose separatamente? Cioè dare dei sussidi a chi vive sotto la soglia di povertà, siano famiglie, anziani, giovani senza lavoro e fare delle politiche per il lavoro, per aumentare l'occupazione. Lo stato non può dare aiuti, ma io credo che possa farsi imprenditore. Alla fine della guerra, di fronte alle devastazioni e alla presenza di tanta forza lavoro, furono creati i "cantieri di lavoro", con i quali i numerosi disoccupati furono ingaggiati per bonificare territori, costruire case, rimboschire le zone dove gli alberi erano stati tagliati per riscaldarsi nella penuria di tutto. Perché non si potrebbe fare oggi? 


 

 

 
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latte e pastori

Post n°579 pubblicato il 14 Febbraio 2019 da diogene51
 

 

Molti di noi hanno visto la protesta dei pastori sardi con il latte versato per strada e molti si sono ribellati a ciò che vedevano: il latte è cibo primario, come il pane. Buttarlo per strada è sembrato a molti un sacrilegio.

Però da un lato è indubbio che se i pastori avessero organizzato diversamente la loro protesta, magari regalando il latte agli angoli delle strade, chi se ne sarebbe accorto? Con questa protesta i pastori hanno raggiunto una audience mediatica molto alta.

E d'altra parte loro, i pastori, sono l'anello debole della catena alimentare, come lo sono gli agricoltori per tanti altri prodotti. Il latte viene ora pagato ai pastori a 35 centesimi di euro al litro. Il latte sardo serve a produrre il formaggio (quello che si beve è una parte insignificante) il famoso pecorino sardo dop e non dop che costa nei negozi dai 15 euro al chilo in su. L'anno scorso il prezzo pagato ai produttori era di 1 euro al litro, poi è sceso a 0,65 e poi ancora sotto. In quel 0,35 ci deve stare la cura del bestiame, il foraggio, eventuali cure e il mantenimento del pastore e della sua famiglia. Non sono grandi aziende che producono il latte, sono una massa di piccoli imprenditori che vivono accanto al loro gregge con il sole e la pioggia.

Per converso i caseifici (che pagano i 35 centesimi) stanno in piedi, possono anche alzare il prezzo del formaggio agli intermediari e gli viene pagato, comunque sono aziende medie. C'è stata una crisi perché gli USA hanno richiesto meno formaggio e pur di piazzarlo alcuni caseifici hanno venduto prezzi bassi, così il prezzo del latte si è abbassato e siamo giunti alla situazione attuale.

E' chiaro che non basta alzare politicamente il prezzo del latte. Occorrerà un lungo lavoro per far sì che i pastori si riuniscano in cooperative così da poter meglio sostenere le crisi e anche da avere il potere di imporre un maggior prezzo.

Noi consumatori siamo contenti quando i prezzi si abbassano. Ma quando succede, per esempio con la frutta e la verdura, non è il supermercato che ci perde, è l'intermediario che comprime il prezzo pagato agli agricoltori. La politica di abbassare i prezzi serve essenzialmente a fidelizzare i clienti dei negozi. A noi consumatori fa piacere perché spendiamo meno ma prima o poi il sistema salta. Non per niente in Francia hanno emanato una legge che impone di vendere ad almeno il 10% in più del prezzo di acquisto.

 

 
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governo e prodotti italiani

Post n°578 pubblicato il 03 Febbraio 2019 da diogene51
 

 

 

Quando ho letto dell'Instagram di un ministro che raccontava la sua colazione a base di pane e nutella, ho ridacchiato, pensando al punto a cui era scesa la politica italiana. In realtà però quella affermazione nascondeva molto altro. L'atteggiamento dell'attuale governo è quello di propagandare i prodotti italiani, quali essi siano, prendendosela - guarda caso - con l'Europa (ma quali colpe non ha l'Europa?) che ostacolerebbe i prodotti italiani.

E poi si avversa l'etichetta a semaforo, nonché le ipotizzate tasse sulle bevande zuccherate. Ora l'etichetta a semaforo può essere superflua per chi, come me, guarda sempre la composizione in nutrienti (soprattutto grassi e zuccheri) di un prodotto prima di acquistarlo, ma è utile per chi ha poco tempo - penso a una madre che tra il lavoro e la casa scappa al supermercato a fare la spesa e non ha tempo per fermarsi a leggere le etichette di tutte le merendine.

In Italia l'obesità infantile è arrivata a livelli preoccupanti. E non solo perché i bambini non fanno abbastanza sport, ma perché mangiano spesso cibi infarciti di grassi (spesso della peggiore qualità, cioé saturi) e zuccheri. In Italia, in realtà, abbiamo anche buoni prodotti, conosco anche un'altra crema di nocciole e vero cioccolato e forse ce n'è una terza. Ma chissà perché il governo non le raccomanda...

 

 
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