Le cose della vita

TURCHI


La prima persona di colore, come si dice adesso, o “nivuru” come dicevamo noi prima di diventare timorosi che una parola potesse offendere più degli atti e delle omissioni, il primo nero dicevo di cui ho memoria, era un ragazzo che giocava con noi, si “sciarriava” con noi, piangeva e rideva tale e quale a un qualsiasi picciutteddu palermitano bianco : che poi bianco bianco in verità nessuno di noi lo era ; chi più chi meno una gradazione di colore diversa dai vichinghi ce l’aveva di suo. Anzi se dobbiamo essere precisi, noi i neri li chiamavamo, e in molte zone di Palermo ancora li chiamano così, turchi . Certo capisco l’ errore madornale in cui incorrevamo, la Turchia non è né in Africa né in America, ma per noi turchi erano e turchi li chiamavamo. Questo ragazzo, di cui il nome di battesimo proprio non ricordo, ma che tutti chiamavano turchiceddu, e si capisce ormai benissimo il perché, non aveva nessun problema o complesso per il colore della sua pelle, né qualcuno di noi si sognò mai di usare questa sua diversità come offesa : anzi eravamo invidiosi del fatto che fosse avvantaggiato quando in estate noi prendevamo la prima scottatura e lui no. A quel tempo i neri erano pochi, a dispetto delle numerose tammuriate nere che sicuramente anche a Palermo dovettero risuonare a fine guerra, e di barconi in arrivo dalle coste nord africane ancora non si parlava ; anzi erano i nostri zii e fratelli che prendevano il treno o la nave per andarsene per il mondo a faticare, e un po’ scuri c’erano pure loro.Forse, o senza forse, tra un po’ di tempo saremo più colorati di adesso, speriamo solo che nessuno venga a farci delle tammuriate di un altro colore, perché significherebbe che avremo di nuovo perso la guerra.