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Sordo come un pesce


Il riscaldamento del mare fa diventare i pesci "sordi", compromettendo le loro capacità di orientamento. La scoperta di una ricercatrice italiana che lavora in un team di scienziati oceanografici all'Australian Institute of Marine Science di Townsville, nel Queensland.
Il riscaldamento del mare fa diventare i pesci "sordi", compromettendo le loro capacità di orientamento. La scoperta è di una ricercatrice italiana, Monica Gagliano che lavora in un team di scienziati oceanografici dell'Australian Institute of Marine Science di Townsville nel Queensland. Osservando il comportamento della 'Damigella Juventina', un pesce dalla livrea bianca e nera il cui nome scientifico è 'Dascyllus Melanurus', ha scoperto che i giovani della specie, dopo aver trascorso i primi mesi di vita in alto mare, non riescono più a trovare la 'strada' per la barriera corallina, loro habitat naturale e, soprattutto, luogo destinato alla riproduzione.Il motivo di questo disorientamento, secondo la ricercatrice, va cercato nell'aumento della temperatura dell'acqua del mare che provoca una diminuzione del calcio, elemento fondamentale nello sviluppo osseo dei pesci e del corallo. La carenza di questa sostanza infatti, impedisce un corretto sviluppo degli organi sensoriali (gli 'otoliti') che consentono ai pesci di 'sentire' le vibrazioni provenienti dalla barriera corallina, fondamentali per ritrovare la 'strada di casa'. Dopo una serie di esperimenti e osservazioni di diversi esemplari della fauna ittica, si è scoperto che lorecchio del pesce è in grado di percepire suoni che abbiano una frequenza compresa tra i 16 e i 7.000 hertz.Le onde sonore si trasmettono meglio nell'acqua che nell'aria e ogni movimento genera un suono e quindi una vibrazione. I pesci comunicano tra loro muovendo le pinne o le branchie o ancora sollecitando le parti cartilaginee. I suoni così generati vengono amplificati dalla vescica natatoria che funziona, in questo caso, come una cassa di risonanza collegata in alcune specie all'orecchio interno degli ossicini che permettono la trasmissione del suono dalla pelle all'apparato uditivo. E nei nostri mari? Per il momento sembra che i pesci nostrani ci sentano benissimo anche se, secondo Massimo Guerrieri,presidente del Cirspe, il centro studi della Federcoopesca-Confcooperative, il Mediterraneo, come 'mare chiuso' è molto esposto a sensibili aumenti della temperatura che, alterando il ph, riducono la presenza del calcio compromettendo un corretto sviluppo della fauna marina. Quanto alla specie più esposta, secondo il ricercatore, è la Castagnola (Chromis chromis), l'unico pesce mediterraneo appartenente alla famiglia Pomacentridae, la stessa esaminata dai ricercatori australiani.