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Terme di Caracalla (Roma)

Post n°10 pubblicato il 29 Marzo 2007 da M.M.83

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Le Terme di Caracalla sono uno dei più grandi e meglio conservati complessi termali dell'antichità. Volute da Settimio Severo, furono inaugurate, probabilmente nel 216 d.C. sotto il regno del figlio, Marco Aurelio Antonino Bassiano detto Caracalla, nella parte meridionale della città abbellita e monumentalizzata dai Severi con la via Nova e il Septizodium. Elio Sparziano, nella sua Vita di Caracalla ci informa che l'imperatore costruì " thermas eximias et magnificentissimas" e Polemio Silvio nel V secolo d. C. cita le Terme di Caracalla come una delle sette meraviglie di Roma, famose per la ricchezza della loro decorazione e delle opere che le abbellivano. I ruderi delle terme, che si conservano ancora per la notevole altezza di oltre trenta metri in numerosi punti, ci danno oggi solo l'idea della grandiosità del complesso termale, secondo per grandezza solo a quello, successivo di quasi un secolo, delle Terme di Diocleziano, ma le dimensioni dell'edificio e la monumentalità degli ambienti, conservati per due piani in alzato, e per due livelli in sotterraneo, ci permettono di immaginarne la fastosità. Sopra troverete un modellino di ciò che dovevano essere le terme nel loro massimo splendore. Le terme vissero solo tre secoli, in quanto furono definitivamente abbandonate dopo il 537 d. C., a seguito dell'assedio di Roma ad opera di Vitige, re dei Goti, il quale tagliò gli acquedotti per prendere la città per sete. A quel punto il complesso termale fu abbandonato e divenne il cimitero dei pellegrini ammalatisi durante il viaggio a Roma e ricoverati nel vicino Xenodochium di SS. Nereo e Achilleo: nel XII secolo le terme furono cava di materiali per la decorazione di chiese e palazzi. Nei protocolli notarili del XIV secolo il luogo è detto " palatium Antoniano" ed era sicuramente adibito a vigne ed orti. Nel 1545 grandi statue furono rinvenute durante gli scavi dei farnese e sensazione provocò il ritrovamento, nella palestra orientale, del Toro Farnese, il famoso gruppo colossale ricavato da un unico blocco di marmo, nel quale è rappresentato il supplizio di Dirce legata al toro, che, nel 1786 fu trasportato a Napoli, fu poi trasferito nel 1826 nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dove è tuttora conservato. Fra questi dobbiamo ricordare il celebre Ercole colossale in riposo proveniente dal frigidarium, firmato sul basamento da Glykon, un altro Ercole di grandi dimensioni fu trovato nel frigidarium delle Terme di Caracalla , il c. d. Ercole Latino, dato per scomparso e poi riconosciuto nella grande statua conservata nella Reggia di Caserta. Ercole era molto amato dai Severi e molto presente nelle raffigurazioni delle Terme, in uno dei più famosi capitelli figurati dell'antichità, sempre proveniente dal frigidarium, infatti, il semidio è rappresentato in posizione di riposo appoggiato sulla clava. In tempi diversi furono recuperati altri gruppi famosi e numerosi frammenti architettonici, fra cui le vasche ora nel cortile del Belvedere in Vaticano e le due splendide di granito grigio, provenienti anch'esse dal frigidarium e riutilizzate dal Rainaldi come fontane a Piazza Farnese. Sempre di granito era la colonna proveniente dalla natatio e portata a Firenze nel 1563, dove fu eretta da Cosimo I de' Medici in Piazza S. Trinità, dove ancora si trova.
Dopo gli scavi Farnese le grandi Terme vissero un lungo periodo di oblio, poi, nel 1824 veri e propri scavi sistematici furono iniziati nel corpo centrale che portarono alla luce, tra l'altro, i famosi mosaici pavimentali con gli atleti attualmente conservati ai Musei Vaticani. Nel 1867 fu rinvenuta una ricca domus di età adrianea, con pavimenti a mosaico e affreschi di II stile alle pareti. Quelli della stanza più interessante, il lararium, sono stati staccati e restaurati nel 1975 ed ora sono collocati in un ambiente della palestra orientale.
Nei primi anni del Novecento si procedette all'esplorazione del recinto perimetrale e di parte dei sotterranei, questi scavi portarono alla scoperta dei vani compresi nella grande esedra occidentale, della Biblioteca e, nel sottosuolo, del Mitreo e di quello che recenti studi hanno identificato in un mulino ad acqua. L'esplorazione sistematica delle gallerie, in parte già note dal Settecento e dall'Ottocento, iniziò nel 1901, per proseguire ad est negli anni 1938-1939, in occasione dei restauri delle stesse per l'impianto del palcoscenico del Teatro dell'Opera nel caldarium. I restauri furono eseguiti dal Governatorato con l'assistenza della Soprintendenza ai Monumenti del Lazio. Dopo questo periodo, i lavori più importanti nel monumento sono stati senz'altro quelli degli anni Ottanta, quando il recinto meridionale è stato completamente liberato dalla fitta vegetazione e dalle case abusive che ancora lo occupavano parzialmente e l'edificio, restaurato nel lato sud nelle cisterne e nella biblioteca SO e in quello est, nel c.d. tempio di Giove, è stato finalmente restituito nella sua pianta originaria. Per gli anni Novanta un momento significativo della storia delle terme può senz'altro essere individuato nel 1993, anno dell' ultima stagione lirica estiva del Teatro dell' Opera nel caldarium, dopo un' occupazione che datava al 1938. Al 1996, data l'ultimo ritrovamento di statuaria nelle Terme di Caracalla: una statua di Artemide acefala, stante, vestita di corto chitone, utilizzata come basolo di strada in un restauro, forse databile al V secolo, della pavimentazione delle gallerie sotterranee. La statua è dall'aprile 1997 esposta all'aula Ottagona delle Terme di Diocleziano, insieme a numerose altre provenienti dalle nostre terme . infine il 7 ottobre 1999, cominciava il cantiere di smontaggio delle strutture in ferro del teatro dell'opera, il cantiere si è concluso il 15 giugno 2000, restituendo finalmente la visuale originale del caldarium e del monumento, libero da superfetazioni improprie che l'occupavano da oltre sessanta anni.

 
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