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Orosei. Concerto dei Nomadi in "vellutino e cambales"


QUESTO E' UN ARTICOLO TRATTO DA UN QUOTIDIANO DELLA SARDEGNALa storica band si esibisce in abiti etnici: «È il nostro tributo alla Sardegna».Saranno sempre Nomadi, anche stasera. E come accade da oltre 40 anni anche oggi le loro canzoni saranno cantate da migliaia di fans di tutte le età e di tutte le estrazioni sociali. Ma oggi per i Nomadi sarà anche una prima volta: la prima volta «in bellutu». Beppe Carletti, Danilo Sacco, Cico Falzone, Daniele Campani, Massimo Vecchi e Sergio Reggioli saliranno sul palco allestito dalla Leva 80 a Tancaidda con cambales, zanchetta, camisa bianca e pantalones de bellutu nieddu. Abiti etnici, tagliati su misura per loro dalla premiata sartoria Pinu di Nuoro. «È il nostro tributo alla Sardegna e ai sardi - dice Danilo Sacco - un segno di riconoscenza e di grande amicizia. Domani (stasera per chi legge ndc) suoneremo in velluto perché vogliamo sentirci ancora più vicini a questa terra che ormai abbiamo adottato come nostra». Pensieri e parole dei Nomadi, ma la musica in sottofondo è quella di Gigi Sanna e dei suoi Istentales. Un innamoramento nato nel 2005 quando i Nomadi parteciparono per la prima volta a Voci di Maggio e cementatosi quest'anno quando il gruppo ha ricalcato il palco dell'anfiteatro nuorese per la seconda volta e soprattuto con la collaborazione all'ultimo lavoro musicale degli Istantales «Onore a s'istranzu» dove insieme hanno inciso il brano S'Accabadora. «E si - dice Daniele Sacco - eravamo un po' gelosi degli abiti di Gigi Sanna e così ce li siamo fatti uguali. Scherzo, la nostra è una amicizia sincera che va al di là della collaborazione musicale. E vestire in velluto per noi è un motivo per onorare questo percorso». Lui, Gigi Sanna un po' se la ride e un po' se la gode, stasera sul palco ad Orosei, per festeggiare San Giacomo, ci saranno i Nomadi, ma con tutto quel velluto un po' ci sarà anche lui. «Sono contento e onorato che i Nomadi salgano sul palco in belludu - dice il leader degli Istentales - perché lo sanno portare». Già, onore a s'istranzu.