Just a stormy monday

nell'oggi


come quando da. bambino. svuotavo un vecchio fustino del dixan foderato di carta colorata da mio papa'. il mio mondo di giocattoli, di pochi giocattoli fra raccolte di pupazzi delle merendine, lego, soldatini biglie. figurine doppie di album mai finiti, robot minacciosi e rotti che avevano come solo destino, un ospizio per robot. se ne stavano tutti li' davanti e mi parlavano dell'essere bambino. e costruivo tutte le cose che cercavo di avere in testa con quegli oggetti, torri sbilenche, ponti traballanti, macchine asimmetriche, tutte cose  immensamente piu' piccole e scialbe della mia fantasia e ore passate quando non potevo suonare i campanelli di amici. per condividere il tempo dei bambini, il tempo lento dei pomeriggi piovosi. per i bambini la pioggia. il tempo si dilata e la noia avvolge, o cosi' almeno me lo ricordo. e poi poi si doveva mettere tutto a posto. ed era tatto e non ordine. allargavo le braccia e e riassumevo il mio mondo per farlo stare in un fustino. che bruttura. mi ricordo la sensazione nelle mani, sulle braccia e nelle orecchie. i rumori della plastica, e delle macchinine che sbattevano fra loro. e poi come fossero due gru, le mani prendevano e buttavano tutto dentro a creare un mondo entropico e tappato, da un coperchio bianco del dixan. e poi poi mi ritrovo nell'oggi e. e di nuovo disordine e di nuovo le braccia che cercano di riassumere stavolta in parole. ma e' piu' incivile l'oggi. mentre da piccolo mettevo a posto nessuno mi molestava, nessuno mi prendeva le cose e me le buttava all'aria. pezzo per pezzo cerco affannato di mettere via immagini e nomi, e qualcuno mi ributta li' tutto, trasfigurato, incattivito. bonario nella sua distanza, nel suo disinteresse. ogni cosa, mi e' sempre stato insegnato, non ha valore in se ma in quanto una controparte che ne subisce l'effetto ne e' coinvolta, vilipesa o similari.scrivo, forse sempre meno e forse sempre peggio, perche' nel raccogliere parole con le braccia e portarle tutte al centro per poi metterle via su un foglio, tante stanno sfuggendo, tutte si comprimono e non hanno piu' aria. e forse e' in effetti quello che cerco, la massa. la massa in una sola parola che mi dica a tutti, che dica di me. che sia un 'no', un 'si' un 'forse' ancora non lo so. ma ho quasi la sensazione che una volta trovata potro' dissolvermi in cometa.le parole non sanno dirmi. come essere grande.