Streghecattive...

Dracula parte IV°


Le atrocitàIl suo strumento di tortura preferito era l'impalamento. I metodi d'impalamento erano sostanzialmente due, il primo consisteva nell'uso di un'asta appuntita che trafiggeva il condannato all'altezza dell'addome per poi issarlo in alto. La morte poteva essere immediata o sopraggiungere dopo ore di agonia.Il secondo metodo d'impalamento consisteva nell'utilizzo di un'asta arrotondata all'estremità che cosparsa di grasso veniva inserita nel retto della vittima che poi veniva issata e tenuta infilzata, il peso stesso del poveretto faceva penetrare l'asta all'interno del corpo e la morte sopraggiungeva dopo anche due giorni di lenta agonia.Adottò questo metodo dai turchi, adattandolo alle sue più specifiche richieste: creò metodi diversi per impalare i ladri, i guerrieri nemici, gli ambasciatori del Sultano, i traditori.I ricchi venivano impalati stendendoli più in alto degli altri o facendo ricoprire l'asta d'argento. Per i mercanti fece incidere delle tacche sull'asta, al fine di aumentare il tempo dell'agonia. Nella città di Sibiu, nel 1460 Vlad Ţepeş fece impalare 10.000 persone, e cosparse alcuni corpi con miele per attirare ogni tipo di insetto. Le donne macchiatesi di tradimento nei confronti del marito venivano impalate davanti alla loro casa. Nel 1459, durante il giorno di san Bartolomeo, a Braşov, Dracula fece invitare a palazzo alcuni mercanti che avevano mostrato odio e disprezzo nei confronti della sua persona. Decise di farli saziare di cibo e, quindi, fece sventrare il primo e obbligò il secondo a mangiare ciò che il collega, ormai senza vita, aveva nello stomaco. L'ultimo mercante venne fatto bollire e la sua carne fu data in pasto ai cani. Nel 1461 un ambasciatore del Sultano turco arrivò nel palazzo, si prostrò ai piedi di Vlad III, ma non si volle togliere il turbante perché rappresentava il simbolo della propria religione. Dracula, irritato da quel gesto, ordinò di inchiodare il turbante alla testa dell'ambasciatore. Lo stesso Dracula amava assistere all'agonia dei suppliziati, tanto da prendere l'abitudine di banchettare in mezzo alle forche su cui erano gli impalati. La morteFu liberato nel 1475 e reinsediato sul trono di Valacchia. C'erano però delle restrizioni: egli doveva sposare la figlia del sovrano ungherese e adottare il rito cattolico invece del rito greco-ortodosso. In più dovette capitanare una specie di crociata contro i Turchi, che avanzavano sempre più. Nel 1476, dopo diversi successi sul Danubio, fu circondato dalle armate ottomane e morì sul campo di battaglia.Molte sono le ipotesi su dove sia finita la sua salma. Alcuni pensano sia stata bruciata, altri pensano sia stata fatta a pezzi ed esposta a Istanbul, per alcuni il corpo è stato ritrovato in una tomba di una cappella nella città di Snagov; ma ricerche archeologiche dal 1930 scoprirono solo le ossa di un cavallo.Sembra che tutte le mattine un gruppo di monaci dedichi delle preghiere a quella tomba con lo scopo di "farlo stare buono".Nella cultura popolareNella trilogia romanzata I diari della famiglia Dracula (sorta di remake del Dracula di Bram Stoker) della scrittrice americana Jeanne Kalogridis, Vlad III è il principale antagonista, ed è un vampiro, che da secoli costringe ogni generazione della sua stirpe a sottostare ad un patto di sangue tramite il quale si assicura potere ed immortalità. Nella storia intende costringere Arkady, il penultimo discendente della sua stirpe a consegnargli suo figlio, affinché possa sottoporlo al Rito del Sangue e trasforma in vampira la discendente Zsuzsanna, sorella di Arkady, per curare le sue deformità fisiche. Nel romanzo Anno Dracula di Kim Newman e nei suoi sequel Vlad III è riconosciuto come il Conte Dracula. È anche il principale antagonista del manga Berserk Prototype, "prequel" del celebre manga Berserk, ma a differenza di molte altre interpretazioni del suo mito, non è un vampiro, bensì un demone apostolo di una divinità infernale. Con ogni probabilità Vlad III è stato anche fonte di ispirazione per il personaggio del Conte, uno dei primi antagonisti di Berserk. Nel manga e anime Hellsing il protagonista, Alucard, vampiro immortale di 567 anni è in realtà lo stesso Vlad di Valacchia. Ciò si potrebbe intuire anche dalla struttura del nome (Alucard al contrario è Dracula). In Hellsing Dracula non finirebbe ucciso come nel romanzo di Stoker, ma divenuto cavia di esperimenti ad opera di Van Hellsing.Nell'arteEsiste un unico vero ritratto di Vlad, ancora conservato preso le collezioni del castello d’Ambras, nel Tirolo austriaco. Il principe è raffigurato dei tre quarti, con in testa, sopra i lunghi capelli ricci, un copricapo di velluto rosso adorno di otto fila di perle. Sulla fronte, una stella d’oro a otto punte con incastonato un enorme rubino rettangolare, sostiene un pennacchio nella cui parte inferiore risaltano cinque grosse perle. Le sopracciglia sono arcuate e sovrastano due grandi occhi grigio- verdi. Un naso lungo e leggermente aquilino, con le narici preminenti, sconfina sui lunghi baffi castani, dritti che prendono quasi tutta la larghezza del volto. Il labro inferiore, rosso e sporgente, come quello degli Asburgo, delimita il mento affetto da un leggero prognatismo. Questa combinazione di naso aquilino e labbra rosse un tempo veniva chiamata «un becco da pappagallo su due ciliege». Vlad Dracula indossa una camicia rosso-arancione, una tunica color porpora, con dei grossi bottoni rotondi, ornati di pietre preziose. Un manto di zibellino con alamari anch’essi purpurei completa la tenuta.Esisteva anche un affresco raffigurante il principe valacco realizzato verso il 1526 sui muri della chiesa del monastero di Curtea de Argeş. All’inizio del XIX secolo, però, un vescovo di Argeş lo fece cancellare e sostituire dal proprio ritratto. Gli altri ritratti di Dracula di cui si abbia notizia ornavano la prima pagina dei pamphlet tedeschi stampati fino al 1568. L’edizione di Vienna del 1463 inaugurò la serie, che per l’epoca costituiva una novità. Fu questa raffigurazione a cadere sotto gli occhi di Pio II nel 1463 e, qualche anno dopo, sotto quelli di Leonardo Hefft, notaio di Ratisbona, che scrisse a questo proposito: “E adesso il suo aspetto appare proprio crudele e cupo, poiché l’immagine dipinta del suo volto e in circolazione più o meno dappertutto nel mondo”.risorse Wikipedia