raperonzolo

Nostalgia. Canaglia.


 
Archiviato anche queso festival, non mi resterà ricordo alcuno dei motivi passati all'Ariston.Non capisco: di certe trasmissioni degli anni Settanta e Ottanta - la mia giovinezza - ho in mente passi, ritornelli, pubblicità. Invece dell'oggi proprio nulla.La mia memoria non funziona più. O meglio, non s'imprime nulla in essa, perché nulla mi tocca.Non rido, non piango, non mi com_muove niente che passi in TV.Non sto parlando dell'emozione stile Maria De Filippi, quella dei fazzoletti e lagrimatoi pianificati a tavolino con incontri fra amori perduti o famiglie disperse.Parlo di quelle canzoni che ascoltavi e canticchiavi come colonna sonora del banale e di certi pianti empatici davanti a film che ti facevano sentire un po' meno solo e un po' meno  incompreso.Adesso è tutto molto patinato. Persino la gaffe.Anche lo sbaglio, indice di scarsa attenzione e ancor meno professionalità, ha una dignità televisiva: Morandi può dir scempiaggini a iosa e gli si perdona tutto perché la televisione ormai non è una dimensione educativa o di sogno, ma un prolungamento anche un po' più becero e perciò più rassicurante della  quotidianità.Non so.Rimpiango il tuca tuca della Carrà e la sua maghetta con l'ombelico di fuori.L'ironia garbata di Dorelli e di Corrado.E Fred Astaire che ballava il tip tap e faceva sembrare leggero ma pulito il mio minuto di relax...