Tutta la vita.

Nel mio errare montano


Nel mio errare montano, sui sentieri della mia terra, mi capitò un giorno di arrivare in un piccolo nucleo abitativo, completamente abbandonato da molti anni ormai. Non saprei dare un nome alla località, ma mi stupì la bontà costruttiva, pietre enormi squadrate con una perfezione impressionante, travi e tetti con un'intelaiatura in legno lavorata con grande maestria. Insomma erano lì da centinaia d'anni sicuramente ed erano ancora perfettamente in piedi. Ma chi erano sti esseri che costruivano queste opere e con così tanta bontà. Eppure erano anche allevatori e contadini e mogli e madri e mariti e padri e medici insomma isolati dalla civiltà com'erano, avevano un bagaglio culturale, che nessuno di noi ha, ma sicuramente, non sapevano scrivere, ne leggere. Classica formazione di case a domino, la prima, poi man mano che le famiglie si espandevano, vi si attaccava la seconda e cosi via. Convivevano le generazioni che si succedevano come le stagioni. Ogni tanto vi torno e sorseggio la pace che aleggia e ho dormito sereno notti arcaiche, regolate dal rumore del bosco e dalla luce delle fiamme. Ho visto i miei demoni ballare nel fuoco che scaldava la notte e mi sono addormentato senza paura. Quando guardo delle pietre ordinate in un muro o un portale squadrato da antiche e abilissime mani, mi piace pensare a chi poteva essere l'uomo che l'ha fatte e lavorate,paragonare i miei "problemi" ai suoi e cercare di capire perchè l'evoluzione mi ha portato ad essere così poco ora e così tanto allora.