Tutta la vita.

SOTTO LA CROCE


                          Ieri, in preda ad una crisi catarsica, sono andato (in auto) alla croce, avevo semplicemente voglia di stare sotto quel manufatto, totem della mia vita d'infante.                          Sul luogo,splendeva un sole tiepido,caldo il giusto da essere corroborante, il mio arrivo ha rotto le scatole ad una coppietta (di probabili amanti,data l'ora in primo pomeriggio), cosa che non farei mai, ma quel posto è un pò la mia casa e sono l'unico e  l'ultimo ad aver diritto di dire che è casa mia e quindi...                          Ieri, era una giornata stupenda, i miei occhi stanchi non vedono più come un tempo e quindi con l'ausilio di un vecchio paio di binoccoli (regalo per la comunione), mi son messo a scrutare l'orrizzonte terrestre, si vedeva il Monte Rosa, l'Arco delle Alpi Marittime, il Monviso, con ancora addosso ancora una neve brillante.                          Guardavo, le mie montagne, ferite da palazzi, spuntati come funghi, frane e strade come ciccatrici, ho rivisto Massimo scalzo con le ciabatte in mano correre su quelle coste, con la fionda in tasca, trafelato e contento di essere in compagnia della banda.                          Ho volto lo sguardo al mare e con felice sorpresa ho visto Capo Corso, l'isola della Gorgona, la marina Toscana sino all'Elba, la mia Ligurietta sino a capo Mele.                          Un'estasi strana, mistica direi, mi ha avvolto, mi sono rasserenato e disteso, felice come un bambino, sorridevo senza sapere perche, ho sentito un fiume di percezioni buone scorrere nella mia memoria e mi sono venute le lacrime agli occhi dalla felicità.                           Senza sapere perchè mi son girato e per un attimo ho visto dove ci sedevamo sempre, le sagome di quei ragazzi, quelle teste, quei visi, quegli occhi, che ben conosco e che mancano alla mia vita come  una parte importante e insostituibile.                            Mi è venuto sonno, quasi un impellenza fisica e mi son seduto in auto e ho dormito due ore.                            Nel sonno leggero di sempre, ho sentito rumori indefiniti e che son passati accanto,con le portiere aperte il portafoglio sul portaoggetti, cellulare ben in vista e non è successo nulla, il totem mi ha protetto come sempre, la croce col sole, la mia croce.                            Poi, sono sceso lentamente e ancor più lento è stato il risveglio, non riuscivo a rientrare in me, la strettissma strada mi ha obbligato a stare concentrato e svegliarmi definitivamente.                            Alla periferia, gli occhi mi hanno lacrimato, il naso mi bruciava, la sensazione di aver avuto un contatto con la felicità è stato netto almeno quanto la delusione profonda di essere di nuovo nella vita di sempre, mi pareva di essere persino diverso dalle altre persone che vedevo.                             Alla banda, la mia banda.