Tutta la vita.

III sogno ricorrente


          Un guerriero, corazzato, dal cuore di pietra, combatteva ogni giorno e ogni notte.          Affrontava nemici invincibili, ma nonostante lui, ha sempre combattuto.          Per lui, nulla erano la ferite, nulla la parti di lui che perdeva, un giorno gli rimase solo la sua forza.         Distruggeva, uccideva, il buio lo avvolgeva sempre di più, una notte impenetrabile, un fango sempre più alto lo circondava. Ma lui no, niente nessun ripensamento, colpiva con forza tutto ciò che aveva davanti.L'unica luce la sua determinazione a non cedere, in lui vivevano tutti i suoi amici persi, in lui viveva persino se stesso, altro non sapeva fare.       Un giorno, si accorse che non c'erano più nemici, tutti si allontanano da lui, era invincibile ma terribile, senza sentimenti, un'automa, che sapeva solo uccidere.              Sprofondato nel fango, aspettava solo che si avvicinasse il nemico. Ma nessuno si faceva avanti, era solo nel buio, nel silenzio, nel fango.        Poi, tra le dita, senti un sassolino, lo pulì e lo avvicino agli occhi, era un piccolissimo pezzo di cielo, con nuvole e uccelli e un sole bellissimo e sotto al cielo c'era una posto bellissimo pieno di prati e di fiori, di fiumi, di animali, di mari, di monti e lui volle entrarvi, ma la sua mole era enorme a non entrava dentro il sassolino tondo tondo che teneva in mano, tra le dita, nonostante tutti i suoi sforzi, non riusciva ad entrare.        L'ansia lo prese, poi la disperazione poi lo sfinimento. Alla fine si senti morire, si lasciò cadere in ginocchio e si mise a piangere.          La prima lacrima che usci dai suoi occhi, scese sulle sue cicatrici, come un fiume scende dai monti e la sua pelle piagata si sbriciolò al passare della lacrima, crollando a terra, come i frammenti di una corazza, a piccoli pezzi schiantò ai suoi piedi, scoprendo il corpo di un bambino, bello, pulito, puro e svelto, agile, che in sol balzo entrò in quel piccolo sassolino, quel piccolo paradiso, dai suoi amici, nei suoi posti, a quella luce e quella pace tanto confortante e vitale.