Creato da orgaziendale il 29/11/2008
Aiuto al cambiamento

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

patfel59alizzidifuria.claorgaziendaletempesta_divitafliyerdreammilionidieurocontrollore2008iglis380cicciofrattaFr_Oleon1970
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« IDEEDALLA CRISI CI SI PUO' SALVARE »

DISTURBI NATALIZI

Post n°3 pubblicato il 10 Dicembre 2008 da orgaziendale

Siamo in pieno clima natalizio e i luoghi comuni ci portano a considerare questo come il momento più felice dell'anno, mentre in realtà non è così, le feste natalizie sono fonte dell'accentuazione dello stress che colpisce quotidianamente la maggior parte della popolazione. I malesseri profondi che sorgono in questo periodo sono tanti, ed anche se non lo si vuole ammettere, colpiscono tutti. È Natale, l'imperativo è che ci si deve divertire, dobbiamo essere allegri, si deve essere altruisti, abbiamo l'obbligo di correre ad acquistare doni per mille persone, in definitiva ci conformiamo ad un modello imposto da tempo dal medium dominante.

In ogni caso, chi ha la fortuna di avere intorno a sé una famiglia riesce, e non sempre in maniera ottimale, in mitigare quelli che potremmo definire gli effetti devastanti del Natale; ma coloro i quali, ed al giorno d'oggi ce ne sono tanti, conducono una vita da single, proprio in questo periodo vedono affiorare pesanti problemi di carattere psicologico.

Le più comuni remore affioranti, sono il rimpianto per l'infanzia perduta, l'ansia degli incontri indesiderati, l'obbligo di mostrarsi felici: Non sempre il Natale è davvero la festa dei buoni sentimenti. Senza contare che sotto l'albero addobbato cresce il rischio di cardiopatie e aumentano i suicidi. Un'indagine inedita rivela che il disagio di Natale non è legato all'eccesso di cibo o allo stress da regali, ma ha a che fare soprattutto con aspettative tradite e promesse mancate.

Buon Natale? Non esageriamo. La festa più attesa dell'anno non suscita solo buoni sentimenti. Il disagio è palpabile, si percepisce per le strade affollate, nelle corsie del supermercato dove si scontrano carrelli ricolmi di cibo, nelle tavolate familiari dove una patina di buona educazione non basta a mantenere sereni gli animi. E soprattutto si coglie il giorno dopo, quando ci si risveglia con gli avanzi da finire e le carte regalo da buttare via. Dicendoci che, anche per quest'anno, il Natale è passato. Lasciandosi dietro una sensazione di rimpianto per ciò che non si è avuto. Perché Natale, o ancora meglio il periodo natalizio, che oggi si "spalma" per esigenze commerciali su diverse settimane, è soprattutto un periodo di attesa. Ma attesa di che cosa?

Su molti i social network si moltiplicano i gruppi "Odio il Natale", e gli elementi meno graditi sono il falso clima di allegria e la corsa allo shopping, ma c'è anche chi odia gli alberi di Natale finti o le strade illuminate con settimane di anticipo.

Per le persone vulnerabili, il fatto che questo momento coincida con le giornate più brevi dell'anno può acuire la sofferenza. Il suggerimento potrebbe essere quello di non sentirsi troppo in colpa se non si è davvero felici: Non ci si deve aspettare che il Natale sia sempre manifestazione di bontà e di gioia.

Il mal di Natale si incontra spesso, e si manifesta in forme diverse, che possono essere ricondotte ad alcuni elementi centrali, come la sofferenza legata al sentirsi esclusi da un nucleo familiare che non esiste o non ci appartiene più, vissuta da single, anziani soli, amanti il cui partner trascorre le feste in famiglia. Altre volte il conflitto psicologico nasce dalla nostalgia per l'esperienza infantile, spesso vissuta in modo idealizzato, e dal rimpianto per le speranze che non si sono tradotte in realtà. L'avvicinarsi delle feste fa riemergere in molti di noi le frustrazioni che abbiamo vissuto da bambini, il senso di essere stati privati di qualcosa - affetto, doni, attenzioni - che i nostri coetanei o i nostri fratelli ricevevano. A volte questa sensazione e ingiustificata, altre volte è un prodotto della nostra nevrosi, ma questo non la rende meno dolorosa, ed è il ricordo di una promessa mancata a generare rabbia e depressione, e a impedirci di godere delle festività.

In merito al disagio diffuso, emerge che a vivere meglio la festa sono quelli che riescono a sentirsi felici dedicandosi alla religione ed alla famiglia piuttosto che quanti vivano gli aspetti consumistici. Il mal di Natale è un male della persona nella sua integralità, come per ogni malessere psicologico. L'antidoto dunque deve riguardare tutta la persona, e questo è un principio che vale anche nell'esperienza quotidiana e nel quotidiano prendersi cura di sé.

Augurando ai lettori un sereno Natale, da sociologo clinico mi corre l'obbligo di formulare un invito a non combattere il mal di Natale combattendo la solitudine, ma imparando a vivere la propria "singolitudine", vale a dire la personale ricchezza di opportunità non assimilate e quindi non annegate nell’assunzione di comportamenti collettivi.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/Studiorizzonti/trackback.php?msg=6077724

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
Nessun Commento
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963