La lunga saga degli IgNobel - L’ex matematico Marc Abrahams l’ha fatto di nuovo. Per la ventisettesima volta, ieri notte a Boston ha messo in piedi lo spettacolo nerd destinato agli scienziati più bizzarri: l’annuale celebrazione degli Ig Nobel ha visto sfilare gli autori e le autrici delle dieci ricerche o delle decisioni più curiose del mondo. E dato che ho un gatto ed amo il caffè citerò queste tra tante:IgNobel per la Fisica: la reologia del felide Ovvero: il gatto è un fluido o un solido? È la domanda a cui tenta di rispondere il premio IgNobel per la fisica di quest’anno, Marc-Antoine Fardin dell’École Normale Supérieure de Lyonche, con uno studio pubblicato sul Rheology Bulletin dal titolo inequivocabile: “On the rheology of cats” (Della reologia del gatto). Per comprendere di cosa parliamo, è bene chiarire da subito che la reologia è la scienza che studia “gli equilibri raggiunti nella materia che fluisce o si deforma per effetto di uno stato di sollecitazione”. Perché applicarla ai gatti? Normalmente, definiamo solido un materiale che tende a mantenere un volume e una forma definiti; liquido è invece un materiale che assume la forma del contenitore in cui viene posto mantenendo però il suo volume originario; gas infine è un materiale che tende ad espandersi indefinitamente per occupare tutto il volume di spazio disponibile. Partendo da questa definizione, c’è chi ha fatto notare che i gatti non possono essere considerati materia solida: alla prima occasione saltano all’interno di qualunque scatola o contenitore disponibile, espandendosi o dilatandosi fino a prenderne la forma.
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La lunga saga degli IgNobel - L’ex matematico Marc Abrahams l’ha fatto di nuovo. Per la ventisettesima volta, ieri notte a Boston ha messo in piedi lo spettacolo nerd destinato agli scienziati più bizzarri: l’annuale celebrazione degli Ig Nobel ha visto sfilare gli autori e le autrici delle dieci ricerche o delle decisioni più curiose del mondo. E dato che ho un gatto ed amo il caffè citerò queste tra tante:IgNobel per la Fisica: la reologia del felide Ovvero: il gatto è un fluido o un solido? È la domanda a cui tenta di rispondere il premio IgNobel per la fisica di quest’anno, Marc-Antoine Fardin dell’École Normale Supérieure de Lyonche, con uno studio pubblicato sul Rheology Bulletin dal titolo inequivocabile: “On the rheology of cats” (Della reologia del gatto). Per comprendere di cosa parliamo, è bene chiarire da subito che la reologia è la scienza che studia “gli equilibri raggiunti nella materia che fluisce o si deforma per effetto di uno stato di sollecitazione”. Perché applicarla ai gatti? Normalmente, definiamo solido un materiale che tende a mantenere un volume e una forma definiti; liquido è invece un materiale che assume la forma del contenitore in cui viene posto mantenendo però il suo volume originario; gas infine è un materiale che tende ad espandersi indefinitamente per occupare tutto il volume di spazio disponibile. Partendo da questa definizione, c’è chi ha fatto notare che i gatti non possono essere considerati materia solida: alla prima occasione saltano all’interno di qualunque scatola o contenitore disponibile, espandendosi o dilatandosi fino a prenderne la forma.