All'attenzione mediatica riservata in quest'ultimo anno di amministrazione al benessere dei nostri amici cani, sembra fare da contraltare, nelle campagne di Acquaviva delle Fonti (BA), a un chilometro da Scappagrano, il dubbio della presenza di amianto nella lastre di copertura dei locali destinati a canile comunale. La presenza, per molti definita "innocua", striderebbe con la normativa della sicurezza sui luoghi di lavoro, che impone la valutazione dei rischi anche in presenza di amianto. Se la notizia fosse confermata, riteniamo allarmante che i volontari della associazione "Legalo al cuore", che hanno in gestione la struttura e il servizio di ricovero cani, trascorrano molte ore della giornata tra tettoie di eternit, pensando principalmente al benessere degli ospiti a quattro zampe, ignari del rischio alla propria salute che l'esposizione ai manufatti potrebbe comportare. Possibile che neanche i NAS, che sono intervenuti nel 2010 nella struttura, a seguito della denuncia di sovraffollamento, quando era gestita da una società privata, o i veterinari della Asl abbiano mai avuto il sospetto che quelle lastre contenessero effettivamente amianto?
Una distesa d'amianto al canile comunale?
All'attenzione mediatica riservata in quest'ultimo anno di amministrazione al benessere dei nostri amici cani, sembra fare da contraltare, nelle campagne di Acquaviva delle Fonti (BA), a un chilometro da Scappagrano, il dubbio della presenza di amianto nella lastre di copertura dei locali destinati a canile comunale. La presenza, per molti definita "innocua", striderebbe con la normativa della sicurezza sui luoghi di lavoro, che impone la valutazione dei rischi anche in presenza di amianto. Se la notizia fosse confermata, riteniamo allarmante che i volontari della associazione "Legalo al cuore", che hanno in gestione la struttura e il servizio di ricovero cani, trascorrano molte ore della giornata tra tettoie di eternit, pensando principalmente al benessere degli ospiti a quattro zampe, ignari del rischio alla propria salute che l'esposizione ai manufatti potrebbe comportare. Possibile che neanche i NAS, che sono intervenuti nel 2010 nella struttura, a seguito della denuncia di sovraffollamento, quando era gestita da una società privata, o i veterinari della Asl abbiano mai avuto il sospetto che quelle lastre contenessero effettivamente amianto?