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Adriano Olivetti

Post n°23 pubblicato il 22 Settembre 2006 da gasfra
 


Messaggio N°130 27-05-2006 - 11:01Tags: ECONOMIA
 
Adriano Olivetti



Adriano Olivetti nasce a Ivrea l'11 aprile del 1901.
Il padre, Camillo, ingegnere eclettico e geniale, nel 1908 fonda a Ivrea "la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere". Adriano, negli anni della formazione, è molto attento al dibattito sociale e politico; frequenta ambienti liberali e riformisti, collabora alle riviste L'azione riformista e Tempi nuovi ed entra in contatto con Piero Gobetti e Carlo Rosselli.
Dopo essersi laureato in chimica industriale al Politecnico di Torino, nel 1924 inizia l'apprendistato nell'azienda paterna come operaio. L'anno seguente, accompagnato da Domenico Burzio, compie un viaggio di studi negli Stati Uniti, dove visita un centinaio di fabbriche. Al ritorno, propone un vasto programma di progetti e innovazioni per modernizzare l'attività della Olivetti: organizzazione decentrata del personale, direzione per funzioni, razionalizzazione dei tempi e metodi di montaggio, sviluppo della rete commerciale in Italia e all'estero, ecc. In seguito avvia anche il progetto della prima macchina per scrivere portatile che uscirà nel 1932 con il nome di MP1.
La nuova organizzazione fa aumentare in maniera significativa la produttività della fabbrica e le vendite dei prodotti. Nel 1931 compie un viaggio in URSS con una delegazione di industriali italiani. Lo stesso anno introduce in Olivetti il Servizio Pubblicità, che fin dagli inizi si avvale del contributo di importanti artisti e designer; l'anno seguente istituisce l'Ufficio Organizzazione.
Alla fine del 1932 è nominato Direttore Generale dell'azienda, di cui diventerà Presidente nel 1938 subentrando al padre Camillo. Porta avanti riflessioni e sperimentazioni nel campo dei metodi di lavoro e pubblica, nella rivista da lui fondata, Tecnica e Organizzazione, vari saggi di tecnologia, economia, sociologia industriale.
La sua poliedrica personalità lo porta a impegnarsi non solo nel campo strettamente industriale e imprenditoriale, ma ad occuparsi anche di problemi di urbanistica, di architettura, di cultura, oltre che di riforme sociali e politiche. A Ivrea avvia la progettazione e costruzione di nuovi edifici industriali, uffici, case per dipendenti, mense, asili, dando origine ad un articolato sistema di servizi sociali. In particolare, nel 1937 dà l'avvio alla costruzione di un quartiere residenziale per i dipendenti, su progetto degli architetti Figini e Pollini. Per Adriano Olivetti l'organizzazione del territorio e le caratteristiche architettoniche degli edifici hanno una grande importanza anche sotto il profilo sociale ed economico. Nel 1938 aderisce all'Istituto Nazionale di Urbanistica e nel 1948 ne diventa membro del Consiglio Direttivo. Nel 1949 fa "rinascere", finanziandola personalmente, la rivista Urbanistica. Salito al vertice dell'Istituto con l'appoggio di un gruppo di giovani architetti (tra cui Ludovico Quaroni), dal 1950 Adriano potrà portare avanti il suo discorso sul primato politico dell'Urbanistica e della Pianificazione. A testimonianza della grande attenzione verso il rapporto fra impresa e territorio, nel 1937 partecipa agli studi per un piano regolatore della Valle d'Aosta e nel 1951 collabora con il comune di Ivrea per avviare un nuovo piano regolatore. Nel 1956 diventerà membro onorario dell'American Institute of Planners e vicepresidente dell'International Federation for Housing and Town Planning; nel 1959 sarà nominato presidente dell'Istituto UNRRA-Casas, creato in Italia per la ricostruzione post-bellica.
Tra i numerosi riconoscimenti che gli sono attribuiti vi sono, nel 1955, il Compasso d'Oro per meriti conseguiti nel campo dell'estetica industriale e, nel 1956, il Gran Premio di architettura per "i pregi architettonici, l'originalità del disegno industriale, le finalità sociali e umane, presenti in ogni realizzazione Olivetti".
Alla fine della seconda guerra mondiale l'attività di Adriano Olivetti come editore, scrittore e uomo di cultura si intensifica. Già in precedenza, assieme a un gruppo di giovani intellettuali, aveva fondato una nuova casa editrice, la NEI (Nuove Edizioni Ivrea), di fatto trasformata nel 1946 nelle Edizioni di Comunità. Con un intenso programma editoriale, sono pubblicate importanti opere in vari campi della cultura, dal pensiero politico alla sociologia, dalla filosofia all'organizzazione del lavoro, facendo conoscere autori d'avanguardia o di grande prestigio all'estero, ma ancora sconosciuti in Italia.
Durante l'esilio in Svizzera (1944-1945) completa la stesura del libro L'ordine politico delle comunità, pubblicato alla fine del 1945 dalle edizioni NEI. Vi sono espresse le idee alla base del Movimento Comunità, che fonda nel 1947, con una serie di proposte intese a istituire nuovi equilibri politici, sociali, economici tra i poteri centrali e le autonomie locali. La rivista "Comunità", che inizia le pubblicazioni nel 1946, diventa il punto di riferimento culturale del Movimento. Alla fine del '59 le Edizioni di Comunità pubblicheranno una raccolta di saggi di Adriano Olivetti sotto il titolo "Città dell'Uomo".
Per tradurre le idee comunitarie in realizzazioni concrete, nel 1955 fonda l'IRUR - Istituto per il Rinnovamento Urbano e Rurale del Canavese - con l'obiettivo di combattere la disoccupazione nell'area canavesana promuovendo nuove attività industriali e agricole. L'anno seguente il Movimento Comunità si presenta alle elezioni amministrative e Adriano Olivetti viene eletto sindaco di Ivrea. Il successo induce Comunità a presentarsi anche alle elezioni politiche del 1958, ma risulta eletto il solo Adriano Olivetti.
Urbanista, editore, scrittore, uomo di cultura; ma Adriano Olivetti è soprattutto un industriale e un imprenditore che crede nell'impresa come vero motore dello sviluppo economico e sociale.
Sul piano aziendale, guida la Olivetti verso gli obiettivi dell'eccellenza tecnologica, dell'innovazione e dell'apertura verso i mercati internazionali, dedicando particolare cura anche al design industriale e al miglioramento delle condizioni di vita dei dipendenti. Nel 1948 negli stabilimenti di Ivrea viene costituito il Consiglio di Gestione, per molti anni unico esempio in Italia di organismo paritetico con poteri consultivi di ordine generale sulla destinazione dei finanziamenti per i servizi sociali e l'assistenza. Nel 1956 l'Olivetti riduce l'orario di lavoro da 48 a 45 ore settimanali, a parità di salario, in anticipo sui contratti nazionali di lavoro. Si costruiscono quartieri per i dipendenti, nuove sedi per i servizi sociali, la biblioteca, la mensa. A realizzare queste opere sono chiamati grandi architetti: Figini, Pollini, Zanuso, Vittoria, Gardella, Fiocchi, Cosenza, ecc. Anche nel design industriale Adriano Olivetti sceglie collaboratori di grandissimo valore, come Marcello Nizzoli e - più tardi - Ettore Sottsass. Tra la fine degli anni '40 e la fine degli '50 la Olivetti porta sul mercato alcuni prodotti destinati a diventare veri oggetti di culto per la bellezza del design, ma anche per la qualità tecnologica e l'eccellenza funzionale: tra questi la macchina per scrivere Lexikon 80 (1948), la macchina per scrivere portatile Lettera 22 (1950), la calcolatrice Divisumma 24 (1956). La Lettera 22 nel 1959 verrà indicata da una giuria di designer a livello internazionale come il primo tra i cento migliori prodotti degli ultimi cento anni.
Grande cura viene dedicata anche alla grafica e alla pubblicità e la Olivetti diviene un punto di riferimento mondiale per il design industriale.
La gamma dei prodotti viene continuamente ampliata e la capacità produttiva si espande per far fronte a sempre nuove esigenze del mercato nazionale e internazionale. In Italia entrano in funzione gli stabilimenti di Pozzuoli e di Agliè (1955), di S. Bernardo di Ivrea (1956), della nuova ICO a Ivrea e di Caluso (1957). In Brasile, nel 1959 si inaugura il nuovo stabilimento di San Paolo.
Gli ottimi risultati conseguiti sui mercati internazionali con i prodotti per ufficio non distolgono l'attenzione di Adriano Olivetti dall'emergente tecnologia elettronica. Già nel 1952 la Olivetti apre a New Canaan, negli USA, un laboratorio di ricerche sui calcolatori elettronici. Nel 1955 viene costituito il Laboratorio di ricerche elettroniche a Pisa; nel 1957 Olivetti fonda con Telettra la Società Generale Semiconduttori (SGS) e nel 1959 introduce sul mercato l'Elea 9003, il primo calcolatore elettronico italiano sviluppato e prodotto nel laboratorio di Borgolombardo. Il successo imprenditoriale di Adriano Olivetti ottiene il riconoscimento della National Management Association di New York che nel 1957 gli assegna un premio per "l'azione di avanguardia nel campo della direzione aziendale internazionale".
Nel 1959 Adriano Olivetti conclude un accordo per l'acquisizione della Underwood, l'azienda americana con quasi 11.000 dipendenti a cui il padre Camillo si era ispirato quando nel 1908 aveva avviato la sua iniziativa imprenditoriale.

Adriano Olivetti muore improvvisamente il 27 febbraio 1960 durante un viaggio in treno da Milano a Losanna, lasciando un'azienda presente su tutti i maggiori mercati internazionali, con circa 36.000 dipendenti, di cui oltre la metà all'estero.


La Fondazione nasce nel 1962 ad opera di alcuni familiari, amici e collaboratori del grande imprenditore prematuramente scomparso due anni prima, con l'intento di raccogliere e sviluppare l'impegno civile, sociale e politico che ha distinto l'operato di Adriano Olivetti nel corso della sua vita.

La Fondazione, con sede dapprima a Ivrea e subito dopo a Roma, si propone "la promozione, l'incoraggiamento e l'organizzazione gli studi che sono diretti ad approfondire la conoscenza delle condizioni da cui dipende il progresso sociale".

Inizialmente, negli anni Sessanta, la Fondazione si interessa prevalentemente di scienze sociali, promovendone lo sviluppo in un momento storico in cui esse sono poco studiate, praticate e divulgate nel nostro paese, né sono inserite a pieno titolo nel sistema universitario. Contemporaneamente l'attività si volge anche a studi di carattere politico: è in questo periodo infatti che, anticipando di circa un decennio l'istituzione delle Regioni in Italia, si svolgono studi e ricerche sul governo locale che rappresentano ancor oggi una testimonianza tra le più originali sul dibattito allora in corso relativo all'istituzione regionale. Il periodo successivo, degli anni Settanta, si caratterizza per una maggiore sistematicità nello studio delle istituzioni pubbliche.

Tra i principali progetti di ricerca si devono annoverare il Progetto Bilancio e il Progetto Energia e Ambiente. Il primo è finalizzato allo studio del processo decisionale della finanza pubblica; il secondo all'analisi comparata delle scelte di politica energetica in campo nazionale e trans-nazionale.

Contestualmente la Fondazione promuove studi di carattere storico sull'esperienza politica e culturale di Adriano Olivetti e su quel 'Movimento Comunità' che egli stesso aveva fondato nel secondo dopoguerra e diretto fino alla sua morte. Durante gli anni Ottanta la Fondazione arricchisce i propri interessi con l'introduzione di temi relativi all'innovazione tecnologica e in particolare suscitati dall'avvento dell'informatica, riprendendo ed ampliando gli spunti di ricerca offerti già anni prima da iniziative promosse dalla Fondazione stessa, prima fra tutte il seminario internazionale di Courmayeur, organizzato dalla Fondazione nel 1971, sul tema: Le implicazioni sociali e politiche dell'innovazione scientifico-tecnologica nel settore dell'informazione.

L'attenzione nei confronti delle nuove tecnologie si traduce in ricerche volte ad indagare l'impatto dell'informatica sulla struttura e sulle relazioni sociali. In particolare viene promosso uno studio sulle 'immagini' dell'informatica e sui loro effetti ai vari livelli sociali e professionali.

Alla fine degli anni Ottanta viene costituito a Ivrea l'Archivio Storico Olivetti.

Tra la fine degli anni Ottanta e la prima metà degli anni Novanta la Fondazione sviluppa i temi definiti nei periodi precedenti attraverso una intensa attività editoriale, di seminari e convegni, di promozione di studi e ricerche. L'attività editoriale vede l'avvio di diverse iniziative come la convenzione con la casa editrice Bollati Boringhieri per la pubblicazione di saggi che possano raggiungere un pubblico più vasto, alcune collaborazioni editoriali di respiro internazionale, come la pubblicazione degli atti del convegno "Patterns of European Industrialization. The Nineteenth Century" in collaborazione con la casa editrice Routledge e l'istituzione, nel 1994, della collana Archivio Storico Olivetti dedicata alla pubblicazione degli studi sui materiali inediti dell'Archivio stesso. In questo periodo la Fondazione partecipa attivamente anche alla costituzione dell'Istituto per la Cultura e la Storia d'Impresa 'Franco Momigliano', nel cui Consiglio di Amministrazione e nel cui Comitato Scientifico sono presenti esponenti della Fondazione.

Dalla fine degli anni Novanta la Fondazione, nel completare un processo di riorganizzazione, ha trasferito a Roma, in una sede appositamente ristrutturata, le biblioteche personali di Camillo e Adriano Olivetti, la raccolta completa delle Edizioni di Comunità, la raccolta completa della rivista "Comunità" e il materiale di archivio attinente la Fondazione o facente parte dell'archivio privato di Adriano Olivetti.

In termini di attività, rinnovata attenzione viene rivolta ai temi tradizionali (politiche pubbliche ed istituzionali, problemi sociali e culturali) mentre prosegue un'opera di continua valorizzazione del patrimonio archivistico attraverso la pubblicazione degli studi dei materiali inediti.

La Fondazione Adriano Olivetti, costituita nel 1962, ha lo scopo di “provvedere alla prosecuzione dell'opera di studio e di sperimentazione, teorica e pratica, suscitata da Adriano Olivetti”.

In tale prospettiva, di impegno sociale, la Fondazione svolge un'intensa attività di ricerca e promozione culturale e scientifica articolata in quattro ambiti d'intervento caratterizzati da un approccio interdisciplinare: Istituzioni e società; Economia e società; Comunità e società; Arte, architettura e urbanistica.

In questi ambiti vengono promossi ricerche, studi e progetti che attraverso convegni, interventi, laboratori, esposizioni e pubblicazioni caratterizzano la Fondazione come istituzione di ricerca e operativa sul territorio, in una politica culturale che predilige la collaborazione con altre istituzioni di analoga natura e con enti pubblici e privati, nazionali ed internazionali.

La Fondazione si avvale di un’attività editoriale che si realizza sia in collaborazione con importanti case editrici che autonomamente con la serie dei “Quaderni della Fondazione”. Dal 2003, in collaborazione con Luca Sossella Editore, è nata la Collana Comunità, ulteriore strumento di riflessione, teorica e pratica, suscitato dai programmi di ricerca e sperimentazione sulle tematiche del vivere comunitario realizzati dalla Fondazione.

Nell’ottobre 2001, nella sede di Roma, e stata inaugurata la Sala Roberto Olivetti, spazio multifunzionale dedicato alla memoria di Roberto Olivetti, nella quale si svolge parte dell’articolato programma delle attività.

A Ivrea, presso la sede dell'Associazione Archivio Storico Olivetti è ospitato l'archivio cartaceo della Fondazione che raccoglie tutta la corrispondenza aziendale e privata di Camillo, Adriano ed altri membri della famiglia Olivetti, l'Archivio del Movimento Comunità e delle Edizioni di Comunità, l'archivio e la biblioteca personale di Ludovico Quaroni e l'archivio di Georges Friedrich Friedmann che testimonia la sua collaborazione con Adriano Olivetti per le attività nel Mezzogiorno d'Italia.

La sede della Fondazione a Roma ospita le biblioteche personali di Camillo e Adriano Olivetti, la raccolta completa delle Edizioni di Comunità e della rivista “Comunità”, la collezione completa di tutte le pubblicazioni della Fondazione dal 1962 ad oggi e dei Quaderni della Fondazione, le edizioni della Collana Comunità e l'archivio in progress di arte pubblica in Europa.

La Fondazione è membro del European Foundation Center (EFC), associazione internazionale non-profit, con sede a Bruxelles, creata nel 1989 dalle principali fondazioni europee con lo scopo di promuovere, sostenere e valorizzare il ruolo e l'opera delle fondazioni in Europa e nel mondo.

Dal 2004 il Presidente della Fondazione, Laura Olivetti è membro dell'International Committee del Council on Foundation di Washington DC.


L'Archivio Storico Olivetti ha sede presso Villa Casana, prestigiosa residenza immersa nello splendido parco di Montefiorito a pochi passi dal centro di Ivrea.

Nato nel 1986 su iniziativa di Paolo Mancinelli, allora Segretario Generale della Olivetti, l'Archivio Storico tra gli anni 1987-'94, vede la sua costituzione ed il suo sviluppo sotto la direzione di Giovanni Maggia. Nella primavera del '98 viene costituita l'Associazione per l'Archivio Storico Olivetti, una iniziativa a cui hanno aderito come soci fondatori o sostenitori la Società Olivetti, la Fondazione Adriano Olivetti, il Comune di Ivrea, la Provincia di Torino, il Politecnico di Torino, la Compagnia San Paolo, l'Associazione Spille d'Oro Olivetti. In seguito anche SMAU e Banca di Roma sono entrati nell'Associazione.

L'Archivio Storico Olivetti è frutto di un pluriennale impegno per il recupero, la selezione, la conservazione e l'archiviazione di una grande quantità di documenti, testimonianza di una singolare esperienza industriale e culturale.

La Biblioteca è ricca di migliaia di volumi: dalle Edizioni di Comunità, una delle case editrici più importanti del dopoguerra, alla raccolta di Cataloghi delle Mostre d'arte e dei Quaderni del Restauro; dalla collezione di libri su tematiche olivettiane all'originale editoria interna ricca di prestigiose realizzazioni quali Agende, Libri Strenna, Calendari, Monografie.

Altrettanto interessante l'Emeroteca dell'Archivio che raccoglie riviste culturali di valore storico, quali Comunità, SeleArte, Urbanistica, Zodiac, Tecnica e Organizzazione, Notizie Olivetti.

Originale e ricca, la Cinevideoteca copre un periodo di produzione che risale alla fine degli anni Quaranta. Molti filmati, dovuti all'impegno e agli interventi di un elevato numero di grandi personalità della cultura italiana e straniera, costituiscono per la loro qualità un importante patrimonio nella storia della cinematografia aziendale. Più ridotta ma di grande valore storico l'Audioteca nella quale sono conservate le registrazioni di dibattiti e di incontri con personalità della cultura italiana ed internazionale. L'Eidoteca e la Fototeca costituiscono poi due ricche ed importanti sezioni nelle quali sono raccolte significative collezioni di manifesti, di campagne pubblicitarie ed immagini sviluppate come corredo alle molteplici attività aziendali.

Inoltre su deposito della Fondazione Adriano Olivetti è conservato ad Ivrea l'archivio cartaceo che raccoglie tutta la corrispondenza aziendale e privata di Camillo, Adriano ed altri membri della famiglia Olivetti, l'Archivio del Movimento Comunità e delle Edizioni di Comunità, l'archivio e la biblioteca personale di Ludovico Quaroni e l'archivio di Georges Friedrich Friedmann che testimonia la sua collaborazione con Adriano Olivetti per le attività nel Mezzogiorno d'Italia.

Infine, l'Archivio della Società Olivetti, la sezione più consistente, che comprende tra l'altro: una ricca collezione di macchine prodotte dalla Olivetti (a partire dalla prima e famosa M1), le Raccolte degli Atti Societari, il Fondo della Direzione Studi Economici, una vasta documentazione sui Servizi Culturali e sui Servizi Sociali, interessanti studi del Centro di Psicologia e di quello di Sociologia, l'originale settore degli oggetti promozionali, raccolte significative nel campo della Formazione e dell'Attività Commerciale.

L'Associazione Archivio Storico Olivetti si pone innanzi tutto l'obiettivo dell'ordinamento del grande patrimonio di documentazione ad esso affidato ma anche l'obiettivo della sua valorizzazione sia a livello nazionale che internazionale, promuovendo a tal fine mostre, studi, pubblicazioni, convegni e incontri, collezionando una serie di importanti iniziative.

L'Archivio Storico Olivetti, nell'ottobre del 1998, è stato dichiarato di "notevole interesse storico" da parte della Soprintendenza Archivistica per il Piemonte e la Valle d'Aosta.

Per ulteriori informazioni www.arcoliv.org

http://www.fondazioneadrianolivetti.it/home.htm

 


 
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