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EUROPA

Post n°24 pubblicato il 22 Settembre 2006 da gasfra
 

Messaggio N°135 28-05-2006 - 05:43

 

    La vita e l'azione
L'azione di Spinelli e il federalismo come nuovo comportamento politico
Il Manifesto di Ventotene | La nascita del Movimento Federalista Europeo
Spinelli, il Movimento Federalista Europeo e De Gasperi
Il potere costituente del Parlamento europeo | Il lavoro da portare a termine

La vita e l'azione

Altiero Spinelli (1907-1986) aderisce molto giovane al Partito Comunista Italiano, partecipando alla lotta clandestina contro il fascismo. Arrestato nel 1927, sconta dieci anni di prigione e sei di confino. Durante il suo confino a Ventotene, studiando i testi dei federalisti anglosassoni, abbandona il comunismo e abbraccia il federalismo. In quel periodo elabora, assieme a Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, il Manifesto di Ventotene (1941). Spinelli si rende presto conto del fatto che la battaglia per la federazione europea richiede la creazione di un'organizzazione politica nuova, immune dai feticci nazionali e dei limiti delle ideologie tradizionali. Sulla base di questa convinzione promuove la fondazione del Movimento Federalista Europeo (Milano 27-28 agosto 1943).

Agli inizi degli anni cinquanta, l'azione di Spinelli e del Movimento Federalista Europeo sul governo italiano si rivela decisiva per fare della costituente europea la questione centrale nelle trattative intergovernative per la creazione della Comunità Europea di difesa (CED). È grazie a questa azione che l' Assemblea ad hoc (l'assemblea allargata della CECA) viene incaricata di elaborare lo statuto della Comunità politica europea, cioè dell'organismo politico incaricato di controllare l'esercito europeo. L'Assemblea assolve al suo mandato elaborando un testo di costituzione, ma la sua opera viene vanificata dalla mancata ratifica della CED da parte della Francia (1954).

Nonostante questa sconfitta, fra il 1954 e il 1960 Spinelli e il MFE rilanciano la lotta federalista impegnandosi per mobilitare l'europeismo ormai diffuso in una protesta popolare crescente - azione del Congresso del Popolo europeo - diretta contro la legittimità stessa degli stati nazionali.

Dopo aver abbandonato il Movimento Federalista Europeo negli anni sessanta, nel 1970 viene nominato membro della Commissione esecutiva della CEE. Dal 1976 al 1986 è membro del Parlamento europeo, divenendo nel 1984 presidente della Commissione istituzionale. È nel Parlamento europeo che Spinelli, per la seconda volta, ha l'opportunità di avviare un'azione di tipo costituzionale, promuovendo all'interno del Parlamento europeo, ormai eletto direttamente, l'elaborazione di un Progetto di Trattato di Unione europea (approvato a larghissima maggioranza il 14 febbraio 1984). Questa iniziativa viene frenata e insabbiata dai governi nazionali, che nel 1985 varano il meno ambizioso Atto Unico europeo. Essa segna tuttavia l'ingresso sulla scena europea del Parlamento europeo come nuovo soggetto politico nel processo di democratizzazione delle istituzioni comunitarie. Muore a Roma il 23 maggio 1986.

L'azione di Spinelli e il federalismo come nuovo comportamento politico

L'atteggiamento di Spinelli si distingue da quello dei federalisti che, prima di lui, si erano limitati a denunciare la crisi storica dello Stato nazionale, collocando la realizzazione della Federazione europea in un futuro indeterminato. Questi federalisti, al contrario di Spinelli, non si erano posti l'obiettivo di elaborare un programma d'azione preciso e non avevano rinunciato ad impegnarsi prima di tutto sul fronte delle lotte liberali, democratiche o socialiste. Spinelli invece, convinto che la Federazione europea, dopo la seconda guerra mondiale, sarebbe diventata un obiettivo concreto della lotta politica, si rende conto del fatto che si apre uno spiraglio per la lotta federalista. Spinelli denuncia pertanto senza esitazione i limiti dell'approccio funzionalista all'unificazione europea, e l'illusione degli europeisti di poter raggiungere la federazione senza la rinuncia alla sovranità nazionale da parte degli Stati. La sua azione mira si dall'inizio a sfruttare le contraddizioni che si manifestano nel mettere in comune le politiche nazionali.

Al metodo comunitario seguito da Jean Monnet, Spinelli contrappone il metodo costituente, consapevole del fatto che, se da un lato bisogna far accettare agli Stati un trattato in base al quale essi si dichiarano disposti a cedere parte della loro sovranità a favore di un governo sovranazionale, dall'altro lato è necessario far partecipare il popolo europeo alla definizione di una costituzione che stabilisca la forma e i compiti della nuova unione fra Stati. Su questa posizione, difesa e sostenuta per tutta la vita, Spinelli riesce, nel 1984, a portare l'intero Parlamento europeo. Questo stesso Parlamento è chiamato a portare a termine la battaglia costituente iniziata da Spinelli.

Il Manifesto di Ventotene

La linea di divisione fra partiti progressisti e partiti reazionari cade perciò ormai non lungo la linea formale della maggiore o minore democrazia, del maggiore o minore socialismo da istituire, ma lungo la sostanziale nuovissima linea che separa quelli che concepiscono come fine essenziale della lotta quello antico, cioè la conquista del potere politico nazionale - e che faranno, sia pure involontariamente, il gioco delle forze reazionarie lasciando solidificare la lava incandescente delle passioni popolari nel vecchio stampo, e risorgere le vecchie assurdità - e quelli che vedranno come compito centrale la creazione di un solido stato internazionale, che indirizzeranno verso questo scopo le forze popolari e, anche conquistato il potere nazionale, lo adopreranno in primissima linea come strumento per realizzare l'unità internazionale.

Per un'Europa libera e unita - Progetto di Manifesto, Ventotene, 1941

La nascita del Movimento Federalista Europeo (1943)

Respingemmo il progetto, ventilato da qualcuno, di costituire un semplice centro di studi e di diffusione di idee. Lasciammo definitivamente cadere l'idea di un partito federalista, comprendendo che metterlo su e conquistargli un posto significativo accanto ai partiti democratici che vedevamo rinascere dalle loro ceneri con una insospettata vigorosa continuità sarebbe stato un tentativo con ogni probabilità sterile e ci avrebbe comunque impedito di raccogliere in un solo fascio tutti i consensi certamente esistenti in ogni forza politica. La necessità di entrare in concorrenza con gli altri partiti ci avrebbe obbligato a darci un programma completo di gestione del potere nazionale, e ci avrebbe perciò inevitabilmente distratti dalla concentrazione che volevamo prioritaria sulla costruzione europea.

Saremmo dunque stati un movimento che avrebbe chiamato a raccolta chiunque si volesse battere per la federazione, e perciò aperto a membri dei vari partiti antifascisti che si andavano formando, ma deciso a restare autonomo rispetto ad essi.

Come ho tentato di diventare saggio - La goccia e la roccia, 1987

Spinelli, il Movimento Federalista Europeo e De Gasperi

Con De Gasperi abbiamo avuto un incontro non facile. Quando abbiamo cominciato a fare il nostro piccolo movimento, con questa durezza di formulazione e impegno di battaglia, poichè Sforza, ministro degli esteri, e De Gasperi avevano un atteggiamento antinazionalista, abbiamo cercato di prendere contatto con loro. Nel 1950 abbiamo fatto d'accordo con i federalisti anche degli altri paesi, una campagna, sotto forma di petizione, in cui chiedevamo ai governi, e in particolare noi al nostro governo italiano, di prendere una iniziativa per fare un patto federale con gli altri paesi. Abbiamo preparato il testo della petizione su cui raccogliere le firme, e abbiamo poi cercato alcuni sostegni autorevoli che avrebbero facilitato la raccolta. Uno dei primi passi a cui dovevamo pensare era De Gasperi. De Gasperi ci riceve, legge questo testo e dice che, sì, lui è disposto ad appoggiarlo a condizione che noi cambiamo un po' quella formula troppo astratta: avremmo dovuto dire che noi invitavamo il governo italiano a prendere iniziative per promuovere la pace in Europa.

Allora noi abbiamo detto che il nostro movimento nasceva proprio contro questo modo di concepire, di fare la politica europea e che, perciò, non l'avremmo fatto. E ci siamo lasciati così, freddamente: lui dicendo che allora non si interessava della cosa e noi trovandoci in una situazione abbastanza difficile, perchè si partiva avendo il capo del governo in questa situazione ostile. Però abbiamo deciso: lo facciamo lo stesso. E nel giro di un anno abbiamo raccolto mezzo milione di firme e alla fine abbiamo fatto, nel '51, una grossa manifestazione all'Eliseo, nella quale era presente Einaudi, Presidente della Repubblica - Einaudi era quello che silenziosamente ci aveva sempre sostenuto - e, invitati a parlare, c'erano anche Sforza e De Gasperi. (...) Allora abbiamo avuto la prima dichiarazione di De Gasperi a nostro favore, perchè ha firmato anche lui la petizione e ha dichiarato che il governo italiano avrebbe accettato questo impegno e avrebbe agito in coerenza. Bene, debbo dire che a questo impegno De Gasperi ha tenuto fede ed è stata una grossa iniziativa del governo italiano.

Quest'uomo, De Gasperi, che in fondo era un moderato, lo ha fatto con uno spirito rivoluzionario non indifferente, vincendo resistenze in Italia, nella amministrazione italiana e vincendo resistenze negli altri paesi.

Da un'intervista radiofonica, 1985

Il potere costituente del Parlamento europeo

Questo esclusivo diritto politico del Parlamento europeo, non scritto ma valido perchè fondato su una solida consuetudine democratica, deve essere rivendicato con fermezza dal Parlamento contro ogni tentativo di trasferire l'elaborazione a saggi, a diplomatici, a ministri, o ad altri. Se il Parlamento europeo cede su questo punto, se ammette che il suo è stato solo un lavoro preparatorio destinato ad essere rimanipolato da altri, esso riduce se stesso al livello di poco più che un ufficio studi, e dichiara spontaneamente di non possedere la qualità di rappresentante dei cittadini della Comunità, cioè rinnega lo scopo stesso per cui le elezioni hanno avuto luogo. Molte voci si leveranno - siamone certi - contro questa pretesa del Parlamento europeo, ma esso sappia che questa trincea non potrà essere abbandonata senza che tutto intero il fronte della sua battaglia per l'Unione crolli.

Discorso pronunciato all'Istituto universitario europeo di Firenze,
13 giugno 1983

Il lavoro da portare a termine

Avete tutti letto il romanzo di Hemingway in cui si parla di un vecchio pescatore che, dopo aver pescato il pesce più grosso della sua vita, tenta di portarlo a riva. Ma i pescicani a poco a poco lo divorano, e quando egli arriva in porto gli rimane la lisca. Quando voterà fra qualche minuto, il Parlamento avrà catturato il pesce più grosso della sua vita, ma dovrà portarlo fino a riva, perchè ci saranno sempre degli squali che cercheranno di divorarlo. Tentiamo di non rientrare in porto con soltanto una lisca.

Discorso al Parlamento europeo, 14 settembre 1983

Giunto alla fine di un capitolo e all'inizio di un nuovo capitolo che probabilmente sarà portato a termine da altri, e riflettendo sul lavoro che ho cercato di fare qui, devo dire che, se le idee contenute in questo testo e nella risoluzione non fossero esistite nella mente della grande maggioranza di questo Parlamento, non sarei mai riuscito a mettervele. Mi sono limitato ad esercitare, come Socrate, l'arte della maieutica. Sono stato l'ostetrica che ha aiutato il Parlamento a dare alla luce questo bambino. Adesso bisogna farlo vivere.

Discorso al Parlamento europeo, 14 febbraio 1984

TRATTO DA: Gioventù Federalista Europea (GFE) è la sezione italiana degli Jeunes Européens Fédéralistes (JEF) e il gruppo giovanile del Movimento Federalista Europeo (MFE).

http://www.mfe.it/gfe/chisiamo/index.htm

Altiero Spinelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

 
Altiero Spinelli  (Roma, 31 agosto 1907 - Roma 23 maggio 1986) fu un politico ed uno dei padri fondatori dell'Europa insieme a Jean Monnet e Robert Schuman.

Altiero Spinelli nacque a Roma. Fu iniziato alle questioni politiche dal padre, socialista convinto; aderì molto presto alla gioventù comunista e partecipò alla lotta clandestina contro il fascismo. Arrestato nel 1927, fu incarcerato per 10 anni e poi inviato al confino per altri 6 anni. Nell'isola di Ventotene scrisse, insieme ad Ernesto Rossi, il manifesto federalista, meglio noto come Manifesto di Ventotene, ispirato dalle sue letture sui federalisti inglesi del XVIII secolo. Dopo la caduta di Mussolini, creò nel 1943 il Movimento Federalista Europeo (MFE), di cui divenne segretario generale fino al 1962. Fu delegato generale dell'Unione Europea dei federalisti (UEF), a cui il MFE aderì nel 1946, fondò a Roma l'Istituto di Affari Internazionali e partecipò ai congressi di Montreux e di La Haye.

Spinelli giocò un ruolo determinante nella genesi del progetto di Comunità europea di difesa (CED), proponendo che l'Assemblea comune della CED ricevesse un mandato costituente. Dopo il rifiuto della Francia di ratificare il progetto nel 1954, contribuì a rilanciare il processo di costruzione europea. Nel discorso che pronunciò nel 1957 al Congresso del popolo europeo a Torino, Spinelli mise in discussione la legittimità del concetto di Stato-Nazione. A differenza di molti suoi predecessori, difensori del federalismo, Spinelli fu un pragmatico. Secondo lui l'Europa non poteva realizzarsi che a due condizioni: da una parte che gli stati rinunciassero ad una parte della loro sovranità nazionale e dall'altra che il popolo europeo partecipasse alla definizione di una costituzione che fissasse le responsabilità e la forma di una nuova unione fra gli stati. Negli anni '60 Spinelli esce dal Partito Comunista Italiano (nelle cui file militava dal 1924) e diventa consigliere di Pietro Nenni. I rapporti col PCI si rinsaldarono alla metà degli anni '70, tanto che Spinelli viene eletto in più elezioni nelle liste del PCI, sedendo alla Camera dei Deputati dal 1976 al 1983 e al Parlamento Europeo dal 1976 al 1986. Sul piano della politica europea, Spinelli lascia il MFE alla fine degli anni 60. Per allora fu nominato membro della Commissione delle Comunità europee nel 1970; si occupò del settore della politica industriale e della ricerca a partire dal 1976. Tuttavia fu come rappresentante del Parlamento Europeo, che la battaglia di Altiero Spinelli si concretizzerà e segnerà definitivamente la storia della costruzione europea.

Su iniziativa del Club del coccodrillo, fondato nel 1980 da 8 parlamentari di Strasburgo fra i quali anche lo Spinelli, il Parlamento Europeo decise la creazione della nuova commissione incaricata della riforma istituzionale della Comunità. La commissione, presieduta da Spinelli, partorì il progetto di trattato di Unione Europea, adottato il 14 febbraio 1984 dal Parlamento Europeo con 237 voti contro 31.

Il progetto di Spinelli rinforzò il ruolo del Parlamento Europeo perché questo viene dotato di un potere di spesa e legislativo, in determinati campi, e deve approvare il programma politico della Commissione Europea. Inoltre il progetto di Spinelli introduce due nuovi concetti: la sussidiarietà e la conciliazione, in seno al processo decisionale, delle strategie concorrenti di cooperazione intergovernativa e d'integrazione comunitaria. Nonostante il fatto che il Consiglio delle Comunità non abbia successivamente dato seguito a questo progetto, quest'ultimo fornirà una solida base per il rilancio europeo della seconda metà degli anni 80, che sfocerà nella creazione dell'Unione Europea col Trattato di Maastricht del 1992.http://it.wikipedia.org/wiki/Altiero_Spinelli

  01/06/2006  ore 19.39  UE  A 21 ANNI DALLA SUA SCOMPARSA L’ITALIA RICORDA L’EUROPEISTA ALTIERO SPINELLI CON UN CONVEGNO A MILANO   MILANO\ aise\ - L’Europa può ripartire soltanto dalla lezione di Altiero Spinelli e l’Italia ha un ruolo essenziale oggi più che mai nel processo di costruzione e nella creazione dell’identità europea.
Messaggi chiari e ad alto contenuto politico ribaditi dalle più alte cariche istituzionali nelle ultime settimane, e approfonditi dal convegno dedicato a Spinelli e tenutosi ieri a Milano. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha riconosciuto il ruolo ispiratore di Spinelli dedicandogli la prima visita ufficiale a Ventotene il 15 maggio scorso.
Romano Prodi, dal canto suo, ha effettuato il primo viaggio all’estero da capo del governo a Bruxelles, per ribadire al Presidente della Commissione Barroso il ruolo incondizionato e tradizionale di motore dell’Italia nel rilancio del processo istituzionale europeo. Secondo Prodi, la costituzione europea dovrebbe addirittura essere migliorata, attraverso un ricorso più ampio del metodo comunitario a scapito del criterio dell’unanimità che blocca di fatto i progressi nella costruzione dell’Europa. Sta emergendo la convinzione che l’Italia e la Germania saranno i motori di questo processo.
Roma e Berlino condividono l’idea che occorre rilanciare al più presto il processo costituzionale in Europa, partendo dalle ratifiche già ottenute in 15 paesi su 25, con altri pronti a seguire entro il 2006 (Svezia, Portogallo, Irlanda). Prodi ha deciso di recare visita al Cancelliere tedesco Angela Merkel il giorno prima del prossimo Consiglio Europeo di metà giugno, che dovrebbe rilanciare il dibattito sul futuro della costituzione. Merkel e Prodi andranno insieme da Berlino a Bruxelles, un viaggio dall’alto significato simbolico che dovrebbe trovare compimento ancora in Germania, durante il semestre di Presidenza tedesco nella prima parte del 2007.  Su questi temi di grande attualità hanno discusso i partecipanti al convegno dedicato a Spinelli, in occasione del ventesimo anniversario della sia scomparsa, tenutosi a Milano il 31 maggio e promosso dalla Rappresentanza a Milano della Commissione Europea e dal centro Spinelli di cultura politica. La vicenda umana e politica di Spinelli, che elaborò il primo "Manifesto per un’Europa Libera e Unita" durante il confino a Ventotene imposto dal regime fascista, è stata ricordata dal professor Piero Graglia dell’Università Statale, biografo di Spinelli, e dal suo collega Antonio Padoa-Schioppa. Entrambi hanno sottolineato la capacità di mobilitazione e di azione che possedeva Spinelli, che ha perseguito senza sosta l’obiettivo di creare gli "Stati Uniti d’Europa". Dal canto suo, il direttore della Rappresentanza della Commissione a Milano Roberto Santaniello ha ribadito l’attualità dell’Europa di Spinelli come garante non solo della pace e della democrazia, ma anche delle regole di un’economia di mercato efficace e solidale. (aise)
http://www.agenziaaise.it/gestionedb/03-News.asp?Web=Giorno&Modo=12&IDArc=30873
  Editrice SOGEDI s.r.l. - Reg. Trib. Roma n°15771/75 

In un saggio le profetiche tesi di De Gasperi: «L’economia comune non garantisce unione»

 
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