Creato da gasfra il 18/09/2006

Finestra sul Cortile

Attualità, Cultura e Politica

 

 

« I nostri cadutiMA NESSUNO RISPONDE! »

RISPONDIAMOGLI 

Post n°33 pubblicato il 25 Settembre 2006 da gasfra
 

  Mi permetto di fare un commento, visto che a differenza di tanti che vivono il problema solo sotto forma di notizia io lo vivo sotto forma di realtà. Sono malata di Sclerosi Laterale Amiotrofica malattia neurologica che paralizza tutti i muscoli in breve tempo. Così non riusciamo più a muovere il nostro corpo, non parliamo più, non mangiamo più infatti ci viene inserito un tubo nello stomaco per mangiare e bere (alimentazione forzata) e veniamo attaccati a un respiratore (tracheotomia) per poter respirare perché la morte per arresto respiratorio è la nostra fine comune. Nonostante queste procedure dal momento della diagnosi, attendiamola morte perché nulla attualmente può salvarci. Non ci sono cure e non apro la parentesi ricerca e cellule staminali perché non è la sede adatta anche se visto che la vita è sacra non comprendo perché la mia che è completa e reale valga meno di quella di un embrione sovrannumerario. Alcune affermazioni di politici in risposta al caso Welby, mi hanno fatto capire quanto parlino solo perché legittimati a farlo, ma senza cognizione di causa. Mi riferisco in special modo alle affermazioni dell’onorevole Pedrizzi (AN) che si dice contrario all’eutanasia in ragione del principio della sacralità, dell'indisponibilità e dell'intangibilità della vita umana, e a favore di investimenti nelle cure palliative e nella terapia del dolore, affinché la sofferenza dei malati possa essere il più possibile lenita ed essi possano ricevere un adeguato accompagnamento umano, rispettoso della dignità della vita e della morte. E dell’Onorevole Di Virgilio (Fi) che si associa alle affermazioni del precedente asserendo che è ora di finirla con il diffondere questa assurda cultura della morte. Dobbiamo tutti gridare con forza tre no: no all'eutanasia, no all'accanimento terapeutico, no all'abbandono terapeutico. Il primo, si cela dietro paroloni di una filosofia che nemmeno lui comprende, è un piccolo Ponzio Pilato che si lava le mani dei reali problemi di un malato terminale. Probabilmente a lui non è mai accaduto di avere in famiglia un malato che non ha futuro, altrimenti proprio per la sacralità della vita parlerebbe in altri termini. Comunque visto che a differenza dei suo predecessori storici non ci butta più nei forni e ci concede di vivere, aspetto con ansia una sua LEGGE SULLA VITA. Mi spiego meglio, mi aspetto che mi paghi i 3 turni di personale infermieristico che la malattia mi impone, in cifre 4000.00 euro mensili (lo Stato mi elemosina di 450.00 euro di accompagnamento e 250.00 euro di pensione), che non mi faccia più attendere 14 mesi per una sedia a rotelle adatta alla mia persona, e che trovi del personale addestrato che venga ad allietarmi i miei statici e solitari pomeriggi. Senza contare che il dolore interiore che proviamo vivendo così non può essere alleviato da nessuna cura palliativa contro il dolore. Fatto questo forse potrei cambiare idea ma non mi sembra un progetto realizzabile visto che pochi mesi fa un mio amico Cesare S. è andato in televisione chiedendo di poter vivere in modo adeguato o di staccare la spina. Dopo 12 anni di sindrome chiamata Locked in dovuta alla Sla, muove solamente i bulbi oculari, è indebitato fino al collo e non sa più come fare. Non mi sembra però che nessun politico di alto rango sia andato a casa sua per valutare la situazione e poi abbia varato una legge per la vita indipendente. L'unica proposta è stata quella di ricoverarsi in un Hospice che equivale a dire ricoverati e muori in silenzio, anche perché non stiamo parlando di vecchietti ultranovantenni che non sanno più dove sono, a parte che sono contraria al ricovero anche per questi se si può farne a meno, stiamo parlando di persone quarantenni con famiglie e affetti di cui verrebbero privati. . L'altro, il Di Virgilio,ha poche idee belle e confuse, farebbe più bella figura se parlasse di calcio o delle vacanze appena passaate, Grida no all'eutanasia, rispettabile opinione, no all'accanimento terapeutico… qui sorrido. L'accanimento terapeutico vuol dire dare terapie anche quando si sa che non servono a nulla avvalendosi di medicinali o macchinari. A questo punto per i malati di sla ad esempio, non verrà più fatta la peg (il sondino che ci permette di bere e di mangiare ) oppure non ci verrà più fatta la tracheotomia. Meraviglioso,lui è contro una morte dignitosa, indolore e serena ma è a favore di una morte per fame, sete, soffocamento. Insomma, per usare le sue parole, smettiamola di diffondere questa cultura della morte!! No all'abbandono terapeutico, insomma dobbiamo fare quello che vuole lui e nemmeno essere padroni del nostro destino. E che dire del testamento biologico che dovrebbe tutelare pazienti e medici che non viene accettato?. Io vivo attaccata ad un respiratore per 15 ore al giorno,se dovessi aver necessità di utilizzarlo ulteriormente, dovrei subire un intervento di tracheotomia d’elezione oppure d’urgenza nel caso di arresto respiratorio. In ospedale non hanno accettato le mie direttive anticipate sostenendo che il loro compito è quello di salvarmi la vita ad ogni costo anche se sanno che io non voglio essere salvata. E questo, non perché non voglio vivere, ma perché non voglio vivere in questo modo. Il suggerimento è stato di non chiamare il 118 nel momento del bisogno. Alla faccia delle tanto sbandierate cure palliative che rendono il passaggio meno doloroso. Per loro dovrei morire soffocata nelle quattro mura della mia stanza senza l’aiuto di nessuno. Insomma la frase si nasce soli e si muore soli è vera purtroppo. Forse ha ragione Pannella quando dice che esiste un mondo sommerso dove l’eutannasia è ampliamente praticata ma non si deve dire, un po’ come quando non c’era la legge sull’aborto che era praticato in silenzio e di nascosto. Personalmente mi auguro che grazie alla forza di Piergiorgio Welby ci siano dei dibattiti politici seri tra persone informate e non fra persone che parlano solo perché hanno l'investitura per farlo. Spero che si arrivi almeno al riconoscimento del testamento biologico se non a qualcosa di più alto ma forse troppo civile per la nostra società. In realtà non accettiamo che una persona voglia porre fine alla propria esistenza. Questo cozza con l’idea della vita eterna e con il pensiero che se non ci fosse la morte non ci sarebbe nemmeno la vita, ma è così gli uomini vivono di contraddizioni. In un blog ho letto: “solo Dio, così come ci ha messi al mondo, può avere la facoltà di riprenderci”. Allora chiedo, ma perché questo Dio è stato così premuroso da venire qui da me, darmi tre bambini e adesso è tornato per togliergli la loro mamma ? Di certo la risposta sarà che è la prova a cui ci sottopone e se abbiamo fede sarà la nostra salvezza, io non ho mai incolpato nessuno di quello che mi è accaduto, tanto meno questo Dio. E queste sono solo frasi fatte, tutto accade per un motivo, finchè c’è vita c’è speranza tutte frasi che ci vengono dette perché qualcosa ci devono pur dire. Io penso che nel momento in cui nasciamo assumiamo un grande impegno con noi stessi, quello di volerci bene e di vivere di conseguenza, di compiere scelte responsabili compresa quella di porre fine alla nostra esistenza se il dolore di vivere è più forte di quello di morire. Yasmin
 Mi sono messo in una cosa che è il pozzo, di San Patrizio del dolore. Sto piangendo! Ho trovato solo queste parole:Non ci sono parole di fronte al tuo dolore! Grazie per la tua chiara, accorata e piena di dignità nella propria sventura. Che tu possa avere l'aiuto e la pace che desideri! Franco Gasparini
  DOLCE MORTE ? TESTAMENTO BIOLOGICO? SOLUZIONE AL DOLORE? LIBERA SCELTA?
CHIAMIAMOLA COME VOGLIAMO! MA AFFRONTIAMO PACATAMENTE IL TEMA DELL'EUTANASIA! NESSUNO PENSI ALLA SOPPRESSIONE FRETTOLOSA O ADDIRITTURA ARBITRARIA!
Mi spiace che Franco Marini, seconda Istituzione dello Stato, amico di partito e persona stimabilissima, se ne sia uscito con una frase che io giudico infelice e fondamentalmente ipocrita!
Questo è un problema da affrontare, discutendone approfonditamente, e decidendo con un SI od un NO, con i necessari vincoli etico-giuridici e con regole certe e chiare, anche se fosse un NO ma con limitate eccezioni! Parliamone anche Noi in sede congressuale!
FG  
Intanto arrivano i primi commenti
Sono d'accordo con Marini e Rutelli,l'eutanasia non è un diritto e la vita come tale va difesa sino alla fine del nostro naturale percorso,altro è la questione dell'accanimento terapeutico,
Salvatore Vatrella,portavoce
circolo margherita salute è diritto nel rinnovamento.
 
TI PARE GIUSTO LASCIARE MORIRE DI INEDIA PER GIORNI COME TERRY SCHIAVO MALATI DI CANCRO E VITTIME DI DISGRAZIE DI CUI SAREBBE MEGLIO NON DOVER FARE UN TRISTE ELENCO?
NON E' MEGLIO PARLARNE IN MODO LAICO: SENZA IPOCRISIE, PREGIUDIZI, E FON FARE DELLE PROPRIE CONVINZIONI E FEDI UN MURO INSORMONTABILE?  
Ciao franco, sul tema dell'eutanasia sono d'accordo con te, non deve essere una scelta dei parenti, ma sempre una decisione del malato; ma nei casi in cui il soggetto non sia più in grado di prendere una decisione e malauguratamente non avesse già dato indicazioni della sua volontà anticipatamente ai parenti, allora cosa accadrebbe? proprio niente. forse in Italia manca una legislazione specifica su questi argomenti, che possa far luce e dare indicazioni corrette si da un punto di vista etico che scientifico, sulle conseguenze di queste scelte o non-scelte. e tu che dici? ciao ciao, miki

   Ciao, ti invio un articolo che potrebbe essere interessante da mettere sul tuo blog, così magari nasce un dibattito. ciao ciao Michela
 Cara Michela io sono per la libera scelta, e sfondi una porta aperta! Se la persona è cosciente non ho dubbi! Qualche timore ce l'ho se a decidere è un parente! Sono però terrorizzato se a decidere fosse una qualche commissione etica o peggio eugenetica!
  Voi cosa ne pensate?

Piergiorgio Welby, co-presidente dell'Associazione Luca Coscioni
scrive al Capo dello Stato Napolitano: "Serve un confronto serio""Signor presidente, voglio l'eutanasia"
Video appello di un malato terminaleCostretto a letto non può più muoversi, nè parlare a causa
della distrofia muscolare che lo condanna a una vita artificiale
di CLOTILDE VELTRI

Piergiorgio Welby,
co-presidente
dell'associazione Luca Coscioni

 Un letto, un respiratore artificiale,  un computer appoggiato sul comodino. Poi lui, immobile, lo sguardo fermo nella telecamera che lo riprende in un primo piano implacabile, senza via di scampo. Come la malattia - la distrofia muscolare - che lo tiene lì, prigioniero, ormai da mesi, di un corpo che "non è più mio, squadernato davanti ai medici, assistenti, parenti".  Piergiorgio Welby, co-presidente dell'Associazione radicale Luca Coscioni, ha scelto di mettersi a nudo, di mostrare la propria condizione di malato terminale, per ottenere l'eutanasia. Il video è un appello-testimonianza inviato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

La non-vita scrutata dall'obiettivo della video camera scorre semplicemente e dolorosamente reale. Ancora di più perché la voce fuoricampo è quella di Piergiorgio, ma metallicamente alterata dal computer.  Welby  - che prima della malattia immaginiamo omone grande e grosso, con un tatuaggio sull'avambraccio, dalla zazzera scura e prorompente almeno quanto la vitalità che scaturisce dalle sue parole - non può più parlare autonomamente, non può più muoversi, non può più leggere o scrivere come faceva fino a due mesi fa anche grazie a internet. Attaccato a un respiratore artificiale, trascorre le giornate vegetando, in attesa di morire per potersi liberare da questo inumano calvario.

Racconta: "La giornata inizia con l'allarme del ventilatore polmonare mentre viene cambiato il filtro umidificatore e il catheter mounth, trascorre con il sottofondo della radio, tra frequenti aspirazioni delle secrezioni tracheali, monitoraggio dei parametri ossimetrici, pulizie personali, medicazioni, bevute di pulmocare".

Dettagli medici e tecnici che scandiscono un'esistenza negata in cui la persona lascia il posto al malato e la dignità diventa difficile da coltivare, anche persino da ricordare. "Io amo la vita, presidente - dice la voce metallica mentre due spilli castani perforano il video -. Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico. Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l'amico che ti delude. Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso e morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita, è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche".

L'autanasia, spiega Piergiorgio dal suo sudario,  è un modo per sottrarre chi è come lui - non solo lui - a questo oltraggio estremo, a questa barbarie. "Se fossi svizzero, belga o olandese" avrei questa opportunità, dice, ma sono italiano e quindi "il mio sogno, la mia volontà, che voglio porre in ogni sede, a partire da quelle politiche e giudiziarie è oggi nella mia mente più chiaro e preciso che mai: poter ottenere l' eutanasia. Vorrei che anche ai cittadini italiani sia data la stessa opportunità".

Un diritto, quello di vivere che, se si è malati terminali, si traduce in accanimento, in artificio. Una mostruosità. Piergiorgio cita Benedetto XVI: "Occorre ribadire la dignità inviolabile della vita umana, dal concepimento al suo termine naturale". Ebbene, replica ancora la voce metallica, "che cosa c' è di 'naturale' in una sala di rianimazione? Che cosa c' è di naturale in un buco nella pancia e in una pompa che la riempie di grassi e proteine? Che cosa c' è di naturale in uno squarcio nella trachea e in una pompa che soffia l' aria nei polmoni? Che cosa c' è di naturale in un corpo tenuto biologicamente in funzione con l' ausilio di respiratori artificiali, alimentazione artificiale, idratazione artificiale, svuotamento intestinale artificiale, morte-artificialmente-rimandata? Quando un malato terminale decide di rinunciare agli affetti, ai ricordi, alle amicizie, alla vita e chiede di mettere fine ad una sopravvivenza crudelmente 'biologica', io credo che questa sua volontà debba essere rispettata ed accolta con quella pietas che rappresenta la forza e la coerenza del pensiero laico".

Piergiorgio Welby lo sa che il presidente  Napolitano non può essere l'artefice di un pronunciamento sull'eutanasia, nè di una soluzione politica che deve scaturire, piuttosto, dal dibattito parlamentare. "Quello che però mi permetto di raccomandarle è la difesa del diritto di ciascuno e di tutti i cittadini di conoscere le proposte, le ragioni, le storie, le vcolontà e le vite che, come la mia, sono investite da questo confronto". 

 Spiega ancora la voce di Piergiorgio: "Una legge sull' eutanasia non è più la richiesta incomprensibile di pochi eccentrici. Anche in Italia, i disegni di legge depositati nella scorsa legislatura erano già quattro o cinque. L' associazione degli anestesisti, pur con molta cautela, ha chiesto una legge più chiara; il recente pronunciamento dello scaduto (e non ancora rinnovato) Comitato Nazionale per la bioetica sulle Direttive Anticipate di Trattamento ha messo in luce l' impossibilità di escludere ogni eventualità eutanasica nel caso in cui il medico si attenga alle disposizioni anticipate redatte dai pazienti. L' opinione pubblica è sempre più cosciente dei rischi insiti nel lasciare al medico ogni decisione sulle terapie da praticare". Piergiorgio Welby chiede innanzitutto attenzione verso chi soffre e vuole una soluzione perchè, conclude citando l'uomo di fede Jacques Pohier, "l'eutanasia non è morte dignitosa, ma morte opportuna".

L'appello non può lasciare indifferenti. Il primo a rispondere è il deputato dei Verdi Tommaso Pellegrino che, da cattolico, non vuole lasciar cadere nel vuoto le parole di Welby: "E' giusto sollecitare un dibattito parlamentare su un tema così delicato. Ciò che serve è un confronto sereno tra laici e cattolici, al riparo dai condizionamenti ideologici".

(22 settembre 2006)
Lo stato vegetativo di Terri Schiavo è una situazione
intermedia tra la vita e la morte che divide i medici
Ma l'eutanasia è un'altra cosa
Per la scienza è un caso limite

 
Umberto Veronesi

di UMBERTO VERONESI
MILANO - Tutto il mondo guarda alla storia di Terri Schiavo con trepidazione e commozione e la maggior parte la vive come un nuovo, clamoroso, esempio di eutanasia: un'altra occasione dunque per scatenare il dibattito etico, filosofico, giuridico, e ora anche politico, sulla questione se sia giusto o no appoggiare il principio della buona morte.

Ma sul piano della scienza e della medicina c'è un equivoco che mi vedo costretto a sottolineare, nonostante segua anch'io con grande angoscia la vicenda americana. Quello di Terri non è un caso di eutanasia. Sull'onda emotiva, sollevata dal fatto di cronaca ma anche dal rincorrersi delle dichiarazioni dei "grandi della terra", pochi hanno pensato di ascoltare e riportare attentamente la voce della scienza. E la scienza ci dice che eutanasia significa assecondare la libera volontà espressa da un malato di porre fine alla sua esistenza quando si verifichino alcune condizioni che la rendono insopportabile.

Si tratta dunque della massima espressione del diritto dell'individuo all'autodeterminazione e alla libertà di pensiero circa la propria vita e la propria morte. E' ovvio che nel caso di Terri questo diritto non può purtroppo essere esercitato. E dunque la questione si deve spostare dall'eutanasia a quella, forse ancor più complessa, della fine della vita. Dal punto di vista scientifico oggi c'è accordo nel decretare che la morte di una persona avviene quando, le sue funzioni cerebrali sono irreversibilmente compromesse. Tant'è che in questo caso è consentito il prelievo degli organi dalla legislazione italiana.

Esistono però delle situazioni intermedie fra la vita e la morte, come quella dello stato vegetativo permanente di Terri, in cui sono compromesse solo le funzioni superiori che consentono la vita di relazione. Il problema diventa pertanto quello di decidere fino a che punto le terapie messe in atto per mantenere questo stato di vita puramente vegetativa, sono da considerarsi una forma di accanimento terapeutico o no. È una problematica complessa e delicata che, quand'ero ministro della Sanità, ho affidato al parere di una commissione di esperti, medici e giuristi che preparò nel 2001 un documento che ha fornito conclusioni molto significative.

Il testo finale di quel documento afferma che lo stato vegetativo permanente deve essere accertato da una commissione medica, sulla base di una osservazione prolungata, per il tempo necessario secondo gli standard scientifici riconosciuti a livello internazionale. L'idratazione e la nutrizione artificiali degli individui in stato vegetativo permanente possono essere interrotte solo dopo che la commissione medica abbia accertato la condizione di irreversibilità. Su ogni proposta di sospensione dell'idratazione e della nutrizione artificiali degli individui in stato vegetativo permanente la commissione medica deve esprimere il suo parere: deve essere infine rispettata la procedura di autorizzazione del tutore secondo le norme vigenti per gli atti di straordinaria amministrazione.

Il valore del documento non è solo tecnico. È un esempio concreto di come, al di là della comprensibile emozione, e soprattutto al di là della babilonia comunicativa e della sua facile strumentalizzazione, il rigore del pensiero razionale scientifico può, e io credo deve, indicare dei percorsi, chiarire il significato delle parole e aiutare la società a capire ed affrontare le situazioni anche più drammatiche come la fine della vita. Anche quella di Terri Schiavo.

(22 marzo 2005) REPUBBLICA.it
 

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/SulCortile/trackback.php?msg=1674268

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
Nessun commento
 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Marzo 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I MIEI BLOG AMICI

Citazioni nei Blog Amici: 3
 

ULTIME VISITE AL BLOG

skeptycrollie0belfigo870danielabuonanno0barpiemonte1960ninogrande52dorellickmi.tarriconearancio07guidi.domenicogiginobirikkinoarch.mcbassoantonella.magliacanemariacarmela10
 

ULTIMI COMMENTI

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963