Creato da stefman75 il 09/02/2007
Storia e critica della fotografia

Luce sulla guerra



E' stato pubblicato il mio libro Luce sulla Guerra, La fotografia di guerra tra propaganda e realtà. Italia 1940-45.
Nel saggio analizzo la produzione fotografica in Italia durante la seconda guerra mondiale.
Per avere dei sunti riguardo i capitoli che compongono il libro visita il blog:
http://lucesullaguerra.blogspot.com
 

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« L'Istituto Luce e la ...Memoria e Nostalgia.   »

La fotografia del Luce e le veline del Minculpop.

Post n°2 pubblicato il 10 Luglio 2007 da stefman75
 

Nell'analizzare le tematiche fotografiche
elaborate e diffuse dall'Istituto Luce, è di notevole interesse ed
importanza effettuare uno studio sui rapporti fra l'Istituto ed il
Ministero della Cultura Popolare (Minculpop).
L'Istituto Luce, inizialmente, dipendeva direttamente da Mussolini.
L’art.17
del R.D. sanciva, infatti, che l’Istituto era «sottoposto al controllo
ed all’autorità del Ministro per gli Affari Esteri», al quale dovevano
essere sottoposti per l’approvazione i regolamenti generali e tecnici.
Lo statuto, inoltre, prevedeva la supervisione diretta di Mussolini sui
materiali realizzati, conferendogli anche il potere di annullare
qualunque delibera del consiglio di amministrazione, oltre che
ratificare l’approvazione riguardo l’ingresso di nuovi enti od istituti
all’interno del Luce.
Con il R.D. 122 del 24 gennaio 1929, intanto,
fu inserito il Capo dell'Ufficio Stampa del Capo del Governo
all'interno del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto, ampliando
il controllo da parte del regime fascista. Nel corso degli anni,
gradualmente che la fascistizzazione della stampa italiana andava
completandosi, l’Istituto Luce era passato sempre più sotto la
vigilanza dell’Ufficio Stampa del Capo del Governo, trasformato prima
in Sottosegretariato di Stato per la Stampa e la Propaganda, innalzato
poi al rango di Ministero per la Stampa e la Propaganda, da cui sarebbe
sorto infine il successivo Minculpop. Nel 1933, tale ruolo venne
presieduto da Galeazzo Ciano, il quale iniziò ad allargare gradualmente
le sfere di competenza dell’allora Ufficio Stampa, creando così i
presupposti per le trasformazioni precedentemente delineate, ed
attuando un’estensione ed una proliferazione dei controlli di
dimensioni considerevoli su tutti i campi della vita culturale.
Anche
l'inquadramento dell'Istituto all'interno della macchina della
propaganda fascista fu sempre più completato, ed il R.D. n. 1834 del 24
settembre 1936 attribuì all'allora Ministero per la Stampa e la
Propaganda la giurisdizione di circa sedici istituzioni culturali, fra
le quali l’Istituto Luce.
Cultura e
propaganda finirono, dunque, per essere due aspetti di una principale
politica unica, volta ad accrescere l’efficacia della dittatura di
massa, inserendola nella profondità della vita del paese.
Tali
istituti effettuarono una duplice forma di azione, sia effettuando
delle vere e proprie commissioni al Luce, affinché venissero realizzati
servizi fotografici su determinati argomenti; sia agendo, in secondo
tempo, sugli organi di stampa, incidendo direttamente sulla gestione,
sulla scelta, sulla collocazione della fotografia, attraverso varie
disposizioni o note di servizio, instaurando quella che Cannistraro ha
definito la fabbrica del consenso.
Le disposizioni emesse negli anni
dal Minculpop, a tal punto, rappresentavano le premesse ideologiche e
le finalità propagandistiche delle fotografie del Luce. Il contenuto di
simili disposizioni, così, assume una notevole importanza per
comprendere il ruolo della fotografia nell’apparato propagandistico del
regime fascista, essendo il Minculpop non soltanto il censore di tali
immagini fotografiche, ma un vero e proprio committente dei temi
ufficiali e dei messaggi visivi che l’Istituto Luce doveva tradurre
attraverso la sua rappresentazione fotografica.

 
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Commenti al Post:
stefman75
stefman75 il 10/07/07 alle 22:40 via WEB
Per una lettura sulla storia del Minculpop, consiglio il fondamentale saggio di Cannistaro, La fabbrica del consenso. Il libro non è più in vendita, essendo messo fuori catalogo dalla Laterza, e lo si può trovare soltanto nelle biblioteche.
(Rispondi)
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