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Psicologo per animali

Post n°1796 pubblicato il 10 Giugno 2016 da ilclan05

 

Quando abbiamo un problema e ci sentiamo tristi, depressi, ansiosi e gli amici o la famiglia ci sembrano non essere abbastanza di aiuto, ci rivolgiamo di solito allo psicologo, che entra nella nostra vita in punta di piedi e cerca di aiutarci nella risoluzione dei  nostri problemi, di ciò che ci affligge e che non ci fa vivere bene.
Chi di voi ha un gatto o un cane alzi la mano! E chi di voi ha queste bellissime creature sa che anche loro possono manifestare, vuoi per imitazione o per empatia, le stesse nostre problematiche: ecco allora che anche loro vanno dallo psicologo per animali. E sì, l'amico Fido si affida alla sapienza e pazienza freudiana per risolvere i suoi piccoli e grandi problemi esistenziali.

Avete presente quei cani che lasciati da soli tutto il giorno "fanno compagnia" ai vicini di casa abbaiando senza sosta? Che delizia per le orecchie, ma che pena per questi cani. L'abbaiare incessante è sintomatico di stress da abbandono. E quei gatti che, nonostante abbiano imparato da anni l'uso della lettiera, ad un certo punto sembrano inselvatichiti? Questi ed altri sintomi sono da cogliere e da valutare con attenzione perché, così come in noi esseri umani, sono un campanello di allarme per una situazione emotiva non ben vissuta.
A detta degli etologi, infatti, non bisogna umanizzare l'amico a quattro zampe, che di per sé non è umano ma animale, però va capito nella sua totalità e originalità di essere diverso da noi; che poi in realtà condivida il nostro tetto e le nostre abitudini questo è vero.
I cani, ad esempio, hanno molto bisogno della nostra presenza, e dedicare loro giusto 10 minuti di passeggiata al giorno è davvero molto poco; meglio allora organizzarsi e soprattutto, prima di acquistare un animale, capire se possiamo soddisfare le sue esigenze e non lui le nostre.

Rivolgersi allo psicologo degli animali o a chi ha effettuato studi approfonditi, come ad esempio chi ha fatto un master come comportamentista in etologia, ci può essere di aiuto per capire al meglio il nostro animale e far cambiare atteggiamento a noi per primi, se necessario.
Davanti allo psicologo non sarà sotto la lente di ingrandimento solo il nostro cane o gatto, ma anche noi padroni; si cercherà di capire la personalità dell'animale, di dedurne i comportamenti, di correggere, sempre con tatto, ciò che magari dal punto di vista sociale è incettabile, ad esempio una dose alta di aggressività. La terapia s'imposterà sulla base di questa attenta valutazione e potrà essere di tipo comportamentale, col fine di attuare delle strategie di gestione per migliorare il comportamento, e, se necessario, si utilizzeranno anche dei farmaci. In merito non dimentichiamo che anche per gli animali possono essere usati farmaci omeopatici.

Ultimo consiglio, riallacciandomi al concetto prima espresso di non umanizzare i nostri animali: cerchiamo per quanto possibile di evitare di vestirli in modo ridicolo, con cappottini o simili, e di trattarli come se fossero bambini. Sono animali, l'importante è rispettarli, amarli e voler loro bene, non abbandonandoli mai, ma non usiamoli come peluches! Non passiamo poi da momenti di grande tenerezza e coccole a momenti punitivi estremi, perché tutto ciò li destabilizzerebbe.

 

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