La cucina tricolore è a rischio?Stando a quanto scrive Ian Fisher, corrispondente per il New York Times, sì. E questo perché ormai nei ristoranti italiani moltissimi cuochi sono stranieri.Può sembrare strano, ma il vincitore per la miglior "carbonara" di Roma si chiama Nabil Hadj-Hassen ed è lo chef marocchino de L'antico forno Roscioli. Segno dei tempi, di un'Italia che cambia e con lei anche la sua tradizone culinaria.La notizia arriva dalle pagine del New York Times dove un attento osservatore fa notare come i piatti del Belpaese rischino di perdere autenticità, più o meno consapevolmente, e siano esposti a sempre più frequenti derive etniche.Ian Fisher, corrispondente in Italia per il quotidiano statunitense, sottolinea infatti come sia difficile oggi trovare ristoranti nelle cui cucine non ci sia almeno uno straniero a lavare i piatti, ad aiutare in cucina o, come accade spesso, che stia ai fornelli. Questo dal momento che gli italiani tendono a evitare i lavori faticosi e sottopagati. Da qui il rischio che gli chef stranieri aggiungano spezie che non fanno
Post N° 78
La cucina tricolore è a rischio?Stando a quanto scrive Ian Fisher, corrispondente per il New York Times, sì. E questo perché ormai nei ristoranti italiani moltissimi cuochi sono stranieri.Può sembrare strano, ma il vincitore per la miglior "carbonara" di Roma si chiama Nabil Hadj-Hassen ed è lo chef marocchino de L'antico forno Roscioli. Segno dei tempi, di un'Italia che cambia e con lei anche la sua tradizone culinaria.La notizia arriva dalle pagine del New York Times dove un attento osservatore fa notare come i piatti del Belpaese rischino di perdere autenticità, più o meno consapevolmente, e siano esposti a sempre più frequenti derive etniche.Ian Fisher, corrispondente in Italia per il quotidiano statunitense, sottolinea infatti come sia difficile oggi trovare ristoranti nelle cui cucine non ci sia almeno uno straniero a lavare i piatti, ad aiutare in cucina o, come accade spesso, che stia ai fornelli. Questo dal momento che gli italiani tendono a evitare i lavori faticosi e sottopagati. Da qui il rischio che gli chef stranieri aggiungano spezie che non fanno