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Post N° 78


La cucina tricolore è a rischio?Stando a quanto scrive Ian Fisher, corrispondente per il New York Times, sì. E questo perché ormai nei ristoranti italiani moltissimi cuochi sono stranieri.Può sembrare strano, ma il vincitore per la miglior "carbonara" di Roma si chiama Nabil Hadj-Hassen ed è lo chef marocchino de L'antico forno Roscioli. Segno dei tempi, di un'Italia che cambia e con lei anche la sua tradizone culinaria.La notizia arriva dalle pagine del New York Times dove un attento osservatore fa notare come i piatti del Belpaese rischino di perdere autenticità, più o meno consapevolmente, e siano esposti a sempre più frequenti derive etniche.Ian Fisher, corrispondente in Italia per il quotidiano statunitense, sottolinea infatti come sia difficile oggi trovare ristoranti nelle cui cucine non ci sia almeno uno straniero a lavare i piatti, ad aiutare in cucina o, come accade spesso, che stia ai fornelli. Questo dal momento che gli italiani tendono a evitare i lavori faticosi e sottopagati. Da qui il rischio che gli chef stranieri aggiungano spezie che non fanno
parte della tradizione italiana.un simile rischio è verosimile «se gli chef italiani non sorveglieranno gli stranieri la tradizione (italiana) possa lentamente essere erosa: senza controlli tendono a spostarsi verso dove li porta il loro Dna». E in particola il pericolo più grande è che «nei prossimi dieci anni i cuochi nei ristoranti italiani di medio e basso livello potrebbero essere quasi tutti non italiani». L'Italia, dunque, sta cambiando, e così anche il  cibo «Non possiamo difendere una ricetta», spiega Andrea Sinigaglia, della scuola internazionale di cucina italiana di Parma. «Non possiamo fermare il progresso. Possiamo solo indicare, esattamente, quali sono le cose importanti. Il resto è  creativita'».libero news