L’articolo di oggi è un omaggio a una donna speciale…
Mi sono imbattuto nella sua storia e ne sono rimasto colpito…
Scriveva poesie, come fanno molte ragazze nel loro blog… ma lei era Afghana, non aveva un computer e lo faceva sulla carta, con la penna…
Era una grande poetessa, una vera intellettuale; ma in uno stato, l’Afghanistan, dove la nuova Costituzione sancisce la parità tra uomo e donna, dove il parlamento ha una quota rosa, le tradizioni fanno ancora orrore.
Nadia Anjuman, questo è il suo nome, è stata picchiata a morte dal marito rea di aver disonorato lui e la sua gente…”una donna che rende pubblici i suoi canti d’amore e bellezza, reca disonore alla sua gente”.
Potremmo porci mille domande e affrontare altrettante questioni attraverso questa vicenda e sulle cinquemila tra bambine, ragazze e donne uccise per “onore” ogni anno…
Non lo faremo.
Ti dedico questi miei modesti versi nella speranza di regalare un barlume di gioia agli occhi tristi e volti verso il basso che hai nella foto sotto il mio sguardo… Ciao Nadia..
Cantava il suo dolore e la sua tristezza,
il suo amore e il suo odio,
raccontava della sua promiscuità,
ma mai cadendo nella volgarità.
Il suo genio e i suoi inni alla gioia a lungo sono rimasti nascosti.
Nadia era il nome della coraggiosa donna di Herat…
Anni passati nell’attesa di veder il regime soffocato
e il suo libro finalmente pubblicato.
La sua vita contava venticinque natali,
soltanto venticinque natali.
Il suo libro Gule Dudi è stato intitolato,
fiore scuro è il suo significato.
I suoi versi d’amore,
per qualcuno sono disonore.
Il marito l’ha picchiata
e poi ha detto s’è suicidata.
Nessuno gli ha creduto,
strade troppo dure avevi già battuto..
Non temere Nadia tu non sei sparita,
la tua voce ora è più forte
e le tue parole ancor più soavi.
Non temere Nadia tu non sparirai mai,
hai chiesto in prestito alla vita pochi attimi è vero,
ma li hai saputi rendere intensi,
come il tuo sguardo,
triste ma fiero…