«L'ho fatto per amore»Writer con mamma sorpreso dalla poliziaSu un muro di via Lario ha disegnato una faccia disperata, mentre la madre aspettava in macchina: «Era il mio messaggio per lei»
Sul muro ha disegnato una faccia disperata, occhi smorti, bocca con gli angoli in giù. Doveva essere la rappresentazione della tristezza più cupa. E lei doveva vederlo, quel volto desolato: il suo. Una sorta di autoritratto, per farle capire quanto stesse soffrendo. La mamma se n'era resa conto, che il figlio aveva il cuore a pezzi. E alla fine ha accettato. «Meglio che ci sia anche io», dev'essersi detta. Nella tarda nottata di sabato scorso, quando ormai era quasi l'alba, ha preso la macchina e ha accompagnato il ragazzino a fare un graffito vicino alla scuola. Lui spruzzava colore disperato, lei controllava da dietro i finestrini. La polizia li ha trovati così. Sono stati loro stessi a raccontarlo agli amici e a qualche compagno di classe, tra vergogna e imbarazzo. Erano in via Lario, vicino all'angolo con viale Marche. Dall'altra parte della strada ci sono il liceo Cremona e l'istituto tecnico Zappa.Il ragazzo era all'opera con le bombolette. Aveva schizzato un pupazzo piuttosto grosso: profilo nero, pantaloni blu, maglia viola. I tratti del volto studiati per commuovere. La madre guardava e rifletteva, il figlio stava commettendo un reato, però a volte ci si fa un alibi per le debolezze. E le debolezze verso i figli che soffrono sembrano ancora più accettabili, più giustificabili. Poi hanno visto i lampeggianti che si avvicinavano. Il ragazzino si stava giustificando con gli agenti, lei è scesa dalla macchina immediatamente, e si è presentata di fronte alla polizia per provare a soccorrerlo. Lo sa che è stata una pazzia. Anche se il danneggiato, il titolare della pizzeria «Calafuria» che si è ritrovato la parete imbrattata proprio accanto alla vetrina, non sembra scomporsi più di tanto: «In fondo è una roba tenera — sorride — e non è affatto brutto».La prende con filosofia perché lui è abituato alla Milano di notte, il suo locale è aperto fino a tardi, il sabato arriva anche alle 4 del mattino. Anche se una «roba del genere» non l'aveva mai vista. E qualcuno, là nel condominio, è anche curioso. Perché l'autoritratto sofferente è incompleto. Manca di rifiniture. E soprattutto non ha messaggio. Doveva esserci un nome, forse. E poche parole, almeno per farsi riconoscere, per essere sicuro di colpire quella femme fatale coi jeans a vita bassa. Chissà: «Non mi lasciare», o «Perché te ne sei andata». Le parole d'amore che si gridano a 15 anni. Anche se la mamma è lì a guardare.