TASTIERA VELENOSA

CHI AMA "50 SFUMATURE DI GRIGIO" NON LEGGA ... SONO CATTIVA E VOI NON MERITATE UNA GASTRITE...


Non me ne vogliate.  Con tutto il rispetto per chi apprezza e si strappa l’anima e il cuore sulle “50 sfumature di grigio” e degli altri colori, farò una recensione nuda e cruda, esattamente come la protagonista del libro e la sua scoperta del sesso. La curiosità mi ha portata a scaricare il libro sull’IPad. Ebbene sì, la mia “dea interiore della scemenza” ha dato un calcio in culo alla mia “dea interiore del buonsenso” e si è accomodata al suo posto sul divano per leggere questo romanzetto. Partiamo dal linguaggio: alcuni miei alunni delle elementari scrivono meglio e con più fantasia. Non è nemmeno colpa dei traduttori, perché leggendo anche la versione in inglese c’è veramente da chiedersi se sia un libro o un breviario di frasi fatte e mal costruite. Se però si può sorvolare sul lato strettamente legato alla forma (non tutti gli scrittori si chiamano Alighieri o D'Annunzio), non si può far finta di niente sui personaggi e soprattutto sulla vicenda. Partiamo dalla sagra della banalità dei protagonisti. Lui è giovane, bellissimo, misterioso, tenebroso, superdotato, con il colpo sempre in canna senza bisogno del fisiologico riposo del guerriero. E' il classico figaccione maledetto, con una vita difficile e, come se non bastasse, ricco sfondato, con un lavoro importante ma che, chissà com'è, non lavora mai. Rappresenta l’ideale erotico di tutte le casalinghe disperate: ha più resistenza fisica di Iron Man e più tenebra di Batman ma psicologicamente è a pezzi a causa di una “Milfona” insoddisfatta che lo ha corrotto e portato sulla via della perdizione, rendendolo una specie di meraviglioso demonio sadico (tuttavia dal cervello irrimediabilmente bollito). Lei è, ovviamente, l’opposto: è l’alter ego di Maria Goretti, bella, pura come l’acqua di fonte, innocente, ingenua e vergine a 21 anni (vedendo come vanno le cose attualmente, rasentiamo il teatro dell’assurdo). E’ una sfigata da record, con i capelli che vanno dove vogliono loro e che devono per questo stare sempre legati, vestita da mercatino delle pulci e con un catorcio di macchina. E' una ciula che cade come una pera ovunque, inciampa nei suoi piedi e fa figure di merda a raffica. Lui invece è un ganzo che guida l’elicottero, l’aliante e suona struggenti melodie di Chopin nel cuore della notte senza che i vicini gli suonino il campanello incazzati come alci, con la struggente voglia di riempirlo di scarpate. Lei è uno zero al quoto, eppure gli occhi dello strafigo le si posano sopra, preda perfetta per la sottomissione. Già, la sottomissione: storia da racconti Harmony già masticata e digerita in ogni salsa. Ricordo casualmente un romanzo da 500 lire, comprato in edicola da mia zia nel Pleistocene Inferiore, dove la frase più intensa e intelligente era: "E lui la possedette con irruenza con il suo fallo turgido". Ma torniamo a noi. Il bellone stipula un contratto con tutte le regole della sottomissione (senza valore legale e già così ditemi che contratto è) e lei ci mette un libro intero e oltre per decidersi ad accettarlo (nel frattempo però si fa mischiare le ossa in tutte le posizioni del Kamasutra). A me sarebbe bastato il titolo: dopo il primo schiaffone preso gli avrei reso un calcio nelle parti basse, talmente forte da fargli finire una palla per tasca. La storia? Intensa e intrigante. Infatti mi intrigherebbe sapere cosa cavolo aveva mangiato la cinquantenne scrittrice quando ha avuto l'idea di partenza del libro, che tipo di problemi ha e, soprattutto, com’è messo quel povero diavolo di suo marito (che tra l'altro le ha fatto il primo editing). Ritorniamo alla vicenda. Lei lo conosce, s’innamora, lui la intorta, poi la maltratta. Lei piange e lo odia. Lui fa il tenero, lei cede, lui la intorta di nuovo e poi la maltratta ancora. Lei ri – piange e lo ri- odia. Si va avanti così per tutta la tiritera, con sullo sfondo un maggiordomo/autista, del tipo Lerch della famiglia Addams, che salta fuori da ogni angolo e che ormai non ha più bisogno di guardare You Porn per darsi sollazzo. Sicuramente da questo intruglio uscirà un film, perché il taglio ce l’ha già e la storia è di quelle che fan trasalire le donnette in età da pancera che ormai hanno solo tristemente a che vedere con un marito che dorme come un Bidone Aspiratutto, con incipiente calvizie, addome in deflagrazione, pelo incolto e amante della domenicale tenuta canottiera e mutanda moscia. Rappresenta il sogno di fuggire dalla routine da “desperate housewife” per ritrovarsi tra le braccia di un tre quarti di manzo dalla chioma ribelle e dal pisello scoppiettante. Che dire? Forse non sarò normale, ma io l’ho trovato un libro comico. Mi ha fatto ridere, soprattutto nella narrazione delle scene di sesso, dove il sesso è tutto un frenetico "ciapa de scià e mola de là". Dialoghi indimenticabili come: “Mi affretto a ingoiare (...). Apre gli occhi e mi fissa. «Ma non ti vengono i conati?» chiede, esterrefatto.” Donne! Sensualità e raffinatezza allo stato puro. Con quella punta di gourmandise che farebbe un baffo allo chef Gordon Ramsay. Escono frasi ad effetto e trovate incredibili: “Christian è l’unico uomo che mi abbia mai comprato biancheria intima. Nemmeno il mio patrigno Ray si è mai cimentato nell’impresa”. Che scoperta!! Mio papà non si è mai permesso di andare al mercato a comprarmi le mutande! Non era affar suo e, nel caso, io sarei pure morta dalla vergogna! Ci sono motti da slogan pubblicitario! Dopo il “Chi ama brucia” dei Pavesini, è arrivato ““Anastasia, io non faccio l’amore, io fotto” di Christian Grey (con questo nome che farebbe concorrenza a quello di Franck Provost sugli shampoo e le spume per capelli). Ecco, lo spessore del libro è quello di una sottiletta su cui si è seduto un elefante. Il pathos generato dalla innegabilmente bella copertina con titolo convincente, colori azzeccati e cravattina intrigante prende la via del cesso già dopo un paio di pagine e va in calando, soprattutto ogni volta che lui, sul più bello della merenda, esplode in un “Oh Ana!" Avesse intonato un “Oh Susanna” o un gospel con battimani incorporato e step laterale, sarebbe stato almeno divertente. Concludiamo: il successo di questi “capolavori al contrario” è dovuto a campagne pubblicitarie milionarie che ti mettono in testa come un chiodo fisso quello che deve piacerti. Alla fine gli ingenui arrivano a credere che le persone siano davvero così, confondendo la realtà con un immaginario che tutti schifiamo, fatto di donne senza cervello e carattere e di uomini violenti e padroni. Io, dopo questo scempio, preferirei leggere il libro che ho usato come immagine per questa nota di recensione …