TASTIERA VELENOSA

L'ARTE DELLA BALLA


La razza umana racconta balle, è risaputo. Non esiste essere al mondo che sia rimasto immune dal raccontare una fandonia, a volte a fin di bene e altre a fin di lustro. Ad esempio, per intortare l’uomo o la donna della vita ci si mette al positivo e si raccontano avventure mirabolanti, del tipo aver fatto Bunjee Jumping appesi ad un elastico per le mutande o essersi tuffati di testa da un faraglione di Capri protetti solo da una cuffia da doccia. In realtà poi si invoca la mamma a squarciagola se un ragnetto di mezzo centimetro passa vicino a un piede e si sviene di botto di fronte a quell’orribile mostro di infermiera che vuole fare le analisi del sangue. Per accaparrarsi un posto di lavoro si gonfia il curriculum o ci si presenta raccontando gesta eroiche.  Il team  della VELENOSA INVESTIGHESCION ha studiato il caso di un tale finito al Centro Traumatologico dopo essersi presentato ad un colloquio per un posto di capo settore nella sede di una multinazionale. Abbiamo analizzato il video registrato dalla telecamera interna. Alla domanda “ Ha un titolo di studio?” il tizio replicava con un: “Ma sta scherzando? Io ho 4 lauree!” e al quesito “Parla qualche lingua straniera?” rispondeva quasi seccato “ Come no? 9 lingue compreso il giapponese!”. Mentre il direttore sembrava assai felice dell’incontro, il tizio raccontava le sue referenze, dicendo di essere stato General Manager della Honda, della Standa, della Esso e pure della BMW. Il direttore confessava che il lavoro era tanto, ma lo stipendio era modesto e l’aspirante rispondeva serafico: “ Non fa niente, io lavoro anche ottanta ore alla settimana e non segno gli straordinari!”. Detto fatto, assunto. Dopo aver messo in regola tutto, il direttore si congratulava e chiedeva: “Ora mi può anche confessare se ha qualche difetto” al che il tale usciva allo scoperto: “Beh, gravi difetti non direi però, sa com’è, spesso mi piace sparare cazzate!”. Da qui abbiamo capito come mai sia finito all'ospedale con tutte le ossa sconocchiate. In fondo però tutti sono o sono stati stati bugiardi in qualche caso. Tutti hanno avuto a che fare con le bugie, uomini e donne, anche se con qualche differenza. A questo proposito,  la VELENOSA DISCOVERY CHANNEL ha realizzato un documentario a tema. Speriamo possa risultare utile e interessante....LA BUGIA FEMMINA“AAAHHH…SIIIII…CHE BELLLO…ANCORAAA”. In realtà la Messalina in questione sta guardando il soffitto per capire se non è il caso di imbiancarlo oppure, se messa in altra posizione, sta commentando il programma televisivo trasmesso in quel momento. “SONO STATA AL TELEFONO SOLO DUE MINUTI”: nel tempo dei “due minuti” l’intera rete telefonica nazionale è andata in tilt per sovraccarico di chiacchiere. In più la donzella ha un orecchio normale e l’altro della dimensione di quello di Dumbo, l’elefantino volante. “I MIEI TI TROVANO SIMPATICO”: dietro questa frase si nasconde una realtà ben diversa e cioè “Mia madre dice che sei uno scansafatiche buono a niente e mio padre vorrebbe rincorrerti con un machete”. “NON HO PARCHEGGIATO IO IN QUEL MODO”: questo viene detto quando il consorte, che tra l’altro non ha ancora aperto bocca, trova l’auto in verticale appoggiata a un platano, oppure messa su un fianco alla Oler Togni. “ODIO LE STORIE D’AMORE STRAPPALACRIME”: salvo aver portato il lutto per una settimana quando è morta la moglie di Ridge di Beautiful  ed essersi vista il Titanic per 15 volte facendo fermo immagine sui momenti disperati, attorniata da un materasso di Kleenex intrisi di lacrime, sparsi sul pavimento. “DALLA PARRUCCHIERA HO SPESO SOLO 30 EURO”: c’è una mezza verità nella frase. La donzella ha speso solo 30 euro in caffè, trascurando i restanti 120 euro di conto effettivo spesi tra shampoo anticaduta, anticrespo, antipulci, antitutto, colpi di sole (nel senso di insolazione, perché ci vuol proprio un cervello cotto per spendere certe cifre dal coiffeur), lozione e messa in piega. “VESTO IN MODO SUCCINTO PERCHE’ SOFFRO IL CALDO”: si dice così perché starebbe veramente male affermare “Vesto in modo succinto perché sono zoccola”. “NON VORREI MAI UN SENO COME PAMELA ANDERSON”: salvo poi comprare un Wonderbra progettato direttamente dalla Bridgestone con inserti in gomma e sistema di gonfiaggio che porta le tette a livello del collo. Di solito chi usa codesta menzogna ha come misura una sesta incavata e di conseguenza arriva ad imbottirsi con cotone e amenità varie per fare in modo che il petto di pollo abbia almeno lontanamente la parvenza di un seno. “NON HO NIENTE DA METTERE”: parliamo della balla colossale per eccellenza. Solitamente infatti siamo dinanzi ad un armadio che sembra un megastore di abbigliamento!!! LA BUGIA MASCHIO“ CUBA E’ UNA META CULTURALE”: come no? Lo sappiamo tutti che a Cuba si va per imparare la travagliata  storia locale e per andare ad ammirare da vicino la barba di Fidel Castro…”HO SCELTO LA MIA SEGRETARIA PER LE QUALITA’ PROFESSIONALI”: che sarebbero nell’ordine... Almeno una terza abbondante di reggiseno, sedere a mandolino (bandite le segretarie con il culo a cornamusa sgonfia), gambe chilometriche e bocca da pianta carnivora. “QUANDO ERO UN RAGAZZO MI CORREVANO DIETRO TUTTE”: Manca il finale della frase…”Per prendermi a calci nel culo!”. “MI SPIACE CHE TUA MADRE NON POSSA VENIRE DA NOI”: Subito dopo aver pronunciato questa spudorata menzogna il tizio in questione parte con la hola, fa la stessa faccia e lo stesso urlo che fece Tardelli quando segnò ai gloriosi Mondiali dell’82, stappa una Magnum di Dom Perignon e per finire balla la haka vestito da guerriero Maori. “NEL TRAFFICO SONO SEMPRE RILASSATO”: ci si crede finchè non capita di trovarsi in auto con il soggetto. Costui infatti al primo torto subito si trasforma in un licantropo, tira giù il finestrino e snocciola un vocabolario di insulti e volgarità che manco nei sonetti più sconci di Pietro Aretino. “IL COMPUTER MI SERVE PER LAVORO”: poi si va a vedere e vi si trovano un milione di link a siti porno, giochi di ogni tipo tra cui settanta versioni differenti di solitario, eseguibili scherzo, foto e vignette e, in fondo in fondo, un paio di file inerenti il lavoro. “QUEL VESTITO TI SNELLISCE”: Anche questa frase ne nasconde un’altra, anzi cela un intero discorso: “Dunque, io vorrei uscire, ne ho due palle tante, sono tre ore che ti provi vestiti e non ti decidi. Visto che non ti sei ancora accorta che non è il vestito che non va ma sei tu, vedo di risolvere la questione raccontandoti una cazzata monumentale che però, se riuscirò ad essere un bravo attore, potrà risultare convincente e contribuire a farti dare una mossa. Amen.”. RIFLETTIAMO...Dopo questa ampia panoramica ci vuole la conclusione filosofica, in questo caso particolarmente profonda…Aldilà delle menzogne piccole o grandi, la redazione ricorda che le bugie sono come la cacca: prima o poi, da qualche parte, vengono a galla!