UN FRATERNO BENVENUTO AI VISITATORI

Post n°1 pubblicato il 26 Aprile 2006 da WolfSpirit49
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A tutti coloro che voglio dare un contributo a questo blog, un caloroso benvenuto, così come a coloro i quali desiderino esprimere le loro critiche, in quanto le critiche sono sempre costruttive e, da esse chi questo blog gestisce può trarne sempre stimolo per migliorare il presente lavoro.

Così in anticipo vi porgo  la mia gratitudine e riconoscenza.

 
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INTRODUZIONE

Post n°3 pubblicato il 09 Maggio 2006 da WolfSpirit49
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Prima di cominciare a scrivere questo breve articolo sui Templari mi sono informato in giro per sapere qual è il grado di conoscenza di questo Ordine Monastico Cavalleresco, facendo domande ad amici e conoscenti. Mi sono accorto che la maggior parte non sanno cosa sono esattamente. Alla domanda “Sai chi sono i Templari?” ho ricevuto le risposte più varie: “Sono i cavalieri del Re”, mi ha detto un mio caro amico (che ringrazio… eheh!); “Erano quelli che costruivano i Templi”, mi ha detto un altro mio amico.
Comunque, al fin di evitare delle incomprensioni posso dare una prima definizione alla parola “Templari”: erano un Ordine Cavalleresco Monastico che segnò la storia Medioevale, influenzando moltissimo la cultura, il pensiero, la religiosità del tempo e lasciando delle tracce indelebili... eppure i libri di scuola rimangono molto vaghi sull'argomento "Templari".
Erano monaci guerrieri, proprio come gli Shaolin Monks, quelli orientali, quelli che vanno tanto di moda ora… ebbene si, anche in Europa ci fu un tempo questa figura che tanto affascina. Ce l’avevamo qui, ora l’andiamo a cercare chissà dove.
Devo inoltre dire un’altra cosa importantissima: l’ideale Templare. E’ vero, i Templari nacquero con lo scopo di proteggere i pellegrini in TerraSanta (ma non solo!), ma il loro ideale era dei più tolleranti, non volevano cacciare i musulmani da Gerusalemme e dagli altri territori sacri ad entrambe le religioni, ma volevano una convivenza pacifica tra le due culture ed in generale tra tutte le culture del Mediterraneo; era l’ideale Giano Bifronte (Due volti una stessa testa, come dire due religioni uno stesso Luogo Santo) che poi fu erroneamente considerata idolatria nelle accuse rivolte contro di loro nel famoso processo dei primi anni del ‘300, e si trasformò (presumibilmente) secoli più tardi in Baphomet, o Bafometto, che è una vera e propria invenzione, una favoletta per macchiare ulteriormente la memoria Templare. Niente è più falso, i Templari erano assolutamente dediti al Cristianesimo ed alla Chiesa a cui rimasero fedeli fino alla fine, anche quando li tradì sotto le pressioni di un Re avido ed ingiusto.
Ma andiamo con ordine…

 
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SPIRITO TEMPLARE

Post n°4 pubblicato il 09 Maggio 2006 da WolfSpirit49
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Le origini dei Templari si possono capire solo se si va a guardare la storia della prima Crociata (sull’argomento c’è un’apposita sezione sul sito) guidata dal famosissimo Goffredo di Buglione.
All'appello di papa Urbano II al concilio di Clermont (1095) per la 'guerra all'infedele', risposero in tanti, da ogni regione e di qualsiasi ceto sociale; pellegrini, povera gente, contadini, commercianti, principi e nobili cavalieri. La “Crociata dei Baroni” riuscì ad arrivare in TerraSanta e a liberare Gerusalemme, senza nessun tipo di interesse economico!!! A dimostrazione di questo si può guardare la condotta di Goffredo di Buglione dopo la conquista: sarebbe potuto diventare Re di Gerusalemme,  (era lui a capo della Crociata, non sarebbe stato strano) ma rifiutò la carica, volendo essere soltanto “Difensore del Santo Sepolcro” e lasciando il governo della regione a Baldovino… mai visto ideali più puri.
 
Comunque, una volta riconquistata Gerusalemme, i Crociati, visto che non erano un esercito regolare, ma solo Cristiani che difendevano il loro diritto di andare a pregare in TerraSanta, per la maggior parte tornarono in Europa, alle loro case e alle loro famiglie, lasciando così Gerusalemme quasi senza protezione. Proprio in questo momento entrano in gioco i Templari. Hugues de Payns (NON Ugo da Pagani di vicino Salerno, come qualcuno erroneamente dice!!!), insieme ad altri otto cavalieri (Bysol de Saint Omer, Andrè de Montbard, Archambaud de Saint Aignan, Gondemar, Rossal, Jacques de Montignac, Philippe de Bordeaux e Nivar de Montdidier) partono dalla Francia per andare in TerraSanta con lo scopo di difendere i pellegrini dagli attacchi delle bande dei musulmani… venivano chiamati inizialmente i “Poveri Cavalieri di Cristo” ed erano un Ordine contemporaneamente monastico e guerriero. Questa fu un’idea veramente rivoluzionaria per quel tempo! Scavalcò la tradizionale divisione sociale formata da: Bellatores (coloro che combattevano), Oratores (coloro che pregavano), e Laboratores (coloro che lavoravano).
 
I monaci cosiddetti tradizionali pronunciavano tre voti, ossia obbedienza, povertà e castità: i Templari, oltre a questi tre voti, ne pronunciavano anche un quarto, cioè lo "stare in armi", quindi il combattimento armato. Erano, come ho già detto, dei veri e propri monaci guerrieri.
Questi nove Cavalieri si presentarono nell’anno Domini 1118 al Re di Gerusalemme Baldovino II mettendosi a disposizione per la protezione dei pellegrini ed il pattugliamento delle strade a Gerusalemme e dintorni. Qui sorgerebbero delle critiche e cioè: Gerusalemme era stata da poco conquistata e l’esercito di Goffredo era per la maggiorparte ripartito per l’Europa, inoltre i musulmani era decisi a riprendersi la loro seconda città Santa (dopo la Mecca ovviamente!), considerando l’impresa dei Crociati come un vero e proprio “colpo di fortuna”, erano cioè nel posto giusto nel momento giusto… ma allora, il neonati Templari come avrebbero potuto difendere i pellegrini in nove? Un numero così esiguo non poteva eventualmente far fronte ad un assalto da parte di una banda di predoni di cento persone! Ebbene, io rispondo che il loro era un ideale, un’idea, offrivano  i loro servizi per uno scopo senza pretendere troppo… mi vengono in mente due frasi famose e cioè: “Roma non fu costruita in un giorno” e “E’ sempre così che comincia tutto, dal molto piccolo”… ma queste sono mie personali opinioni.
Questi cavalieri, a differenza di tanti altri, non si presentarono al re vestiti in maniera sfarzosa, con i mantelli pieni di colori e con le gualdrappe dei loro cavalli pieni di frange dorate e multicolori, ma erano coperti da un semplice mantello bianco senza nessun altro fregio o armatura splendente. Hugues de Payns sostenne, davanti al re, che non erano le vesti che facevano i buoni e coraggiosi cavalieri, ma il cuore, l’onore e il valore, il che non mi sembra troppo sbagliato, in più si unisce bene alle idee Cristiane di povertà…
Dopo averli ascoltati, Baldovino II concesse loro come quartier generale un'ala del monastero fortificato di Nostra Signora di Sion, accanto a quello che era stato il Tempio di Salomone. I cavalieri cominciarono così a pattugliare le strade come promesso al re, il quale fu entusiasta del loro operato. Dopo poco tempo, il numero dei cavalieri aumentò, cosicché dovettero trasferirsi a pochi metri, andando ad occupare tutta l'area di quella che era la spianata del Tempio di Salomone, ossia l'area fra la Moschea della Roccia e la Moschea di Al-Aqsa. A questo punto il loro nome fu cambiato in "Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Gerusalemme", e furono più semplicemente riconosciuti come "Templari".
 
Questo primo periodo di storia Templare è contrassegnata dalle grandi difficoltà incontrate, sia dal punto di vista militare (erano relativamente pochi!) sia dal punto di vista economico. Furono proprio questi i motivi che spinsero Hugues de Payns a tornare in Francia nel 1127 per cercare rinforzi morali ed economici. Proprio in questo momento c’è la svolta decisiva dell’Ordine del Tempio: Hugues de Payns arriva a Troyes dopo aver incontrato a Roma il Papa Onorio II.
Bisognava ammettere che la creazione della nuovo milizia non aveva precedenti nella storia cristiana e anche il papa stesso non sapeva esattamente come comportarsi. Certo, i Templari non furono i primi monaci con altre finalità oltre la preghiera e la meditazione, i Cavalieri di San Giovanni (conosciuti anche come Ospitalieri o Gerosolimitani) già esistevano, ma non avevano il voto delle armi, si preoccupavano soprattutto della cura dei feriti e degli invalidi.
I Templari però furono un esempio, un nuovo modo di interpretare la vita monastica e vennero “copiati” anche da altri ordini come quello di San Giovanni che oltre alla cura dei malati imbracciarono le armi, per non parlare dei Teutonici, che copiarono sia la Regola Templare, si la divisa! Invece di una croce rossa avevano però una croce nera, un classico esempio di plagio. Naturalmente non mi passa neanche per la testa l’idea di sminuire i Teutonici e gli altri Ordini Cavallereschi (Cavalieri di Santiago, del Santo Sepolcro ecc…) che stimo e ammiro nello stesso modo dei Templari, i quali però, è innegabile, ne seguirono l’esempio. Per questo motivo, tra l’altro, ci furono anche sanguinosi scontri tra i due ordini per motivi di orgoglio, scontri che solo il Papa riusciva a sedare. Lo stesso dicasi per gli altri Ordini Cavallereschi, soprattutto quelli della Penisola Iberica.
 
Era necessario quindi trovare una posizione chiara e precisa, ricercando anche una Regola che si adattasse perfettamente alla situazione. Non è un caso se da questo momento entra nelle vicende Templari, uno dei personaggi più carismatici ed autorevoli del tempo: Bernardo di Chiaravalle, diventato poi Santo.
Fu proprio nel Concilio di Troyes che venne presentata la Regola e l’Ordine.
Oltre al Papa Onorio II ed allo stesso Bernardo, erano presenti anche gli arcivescovi di Reims,  Sens, Chartres, Amiens e Tolosa, oltre ai vescovi di Auxerre, Troyes e Payns. Tutti gli Statuti dell'Ordine furono approvati e la Regola Templare in blocco fu sottoscritta da tutti e vi fu apposto il sigillo papale, mentre Hugues di Payns, anch'egli presente al Concilio, venne nominato Gran Maestro dell'Ordine.
 
In questo frangente venne presentato il 'De laude novae militiae' (elogio della nuova milizia),vero e proprio proclama di esaltazione dell'Ordine Templare, che ebbe non poca importanza per il successivo sviluppo dell’Ordine. Ne cito una parte:
 "Una nuova cavalleria e' apparsa nella terra dell'Incarnazione... essa e' nuova, dico... che si combatta contro il nemico non meraviglia... ma che si combatta anche contro il Male e' straordinario... essi non vanno in battaglia coperti di pennacchi e fronzoli, ma di stracci e con un mantello bianco... essi non hanno paura del Male in ogni sua forma... essi attendono in silenzio ad ogni comando aiutandosi l'un l'altro nella dottrina insegnata dal Cristo... essi fra loro non onorano il più nobile, ma il più valoroso... essi sono i Cavalieri di Dio... essi sono i Cavalieri del Tempio" - San Bernardo di Chiaravalle-.   Straordinaria!
Da uno scritto si capisce una parte del pensiero di San Bernardo: “Le armi nemiche avrebbero forse avuto paura dell'oro, avrebbero rispettato gemme e non oltrepassato la seta? sono necessarie solo tre cose: abilità, prontezza e circospezione; abilità nel cavalcare, prontezza nel colpire, circospezione nel guardarsi quando ci si recasse in terre e fra genti sconosciute".
Da questi suoi pensieri nasce poi l’impronta di base dell’ Ordine Monastico-Cavalleresco.
A Troyes poi i Templari adottarono un motto: "Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", ossia "Non a noi, Signore, non a noi, ma al Tuo nome sia gloria".  Anche qui c’è poco da aggiungere, è facile immaginare come un simile motto possa accendere gli animi di tutta Europa.
Bernardo trasmise ai cavalieri la devozione a Maria e il grande rispetto per la donna, la Regola infatti cita: “Maria presiedette al principio del nostro Ordine, ne presieda anche, se questa sarà la volontà del Signore, la fine”. Ancora l’ultimo Gran Maestro Jacques de Molay, sul rogo, pregò i suoi carnefici di legarlo con il viso rivolto verso Notre Dame, forse la più famosa Cattedrale intitolata a Maria.
C’è da dire che Bernardo di Chiaravalle fondò fra l’altro l’Ordine Monastico dei Cistercensi, i quali furono quindi d’esempio per i Templari ed avevano ed hanno molti punti in comune con loro(tranne per il voto delle armi!).
Ma anche gli Agostiniani venivano molto stimati dai Templari, sia per la loro vita comunitaria, sia per la loro ispirazione a Sant’Agostino, Santo che esplicitò per la prima volta il concetto di “Guerra giusta”
 
  La Regola Templare era formata da 72 articoli ed era durissima. Veniva vietato qualsiasi contatto con le donne (non si poteva baciare neanche la madre, ma bisognava salutarla compostamente chinando il capo), non si poteva andare a caccia, erano banditi il gioco dei dadi e delle carte, aboliti mimi, giocolieri e tutto ciò che è divertimento, non si poteva ridere scompostamente, parlare troppo o urlare senza motivo, i capelli andavano corti o rasi, in inverno la sveglia era alle 4 del mattino, in estate alle 2, bisognava dormire “in armi” per essere sempre pronto alla battaglia "...il demonio colpisce di giorno e di notte, quindi che si difenda il Sacro Sepolcro dall'alba all'alba successiva sempre in armi..."…eccetera. C’erano regole anche sul modo di mangiare e sul modo di vestirsi. Bisognava veramente avere una sincera vocazione per sottomettersi a tali ferree regole!
 
Un punto fondamentale della Regola è: "Perché cristiano, mai la spada di un Cavaliere del Tempio venga brandita contro un altro cristiano se non per ragioni di difesa del Luogo Santo"… i Templari quindi non avrebbero mai potuto uccidere o combattere un altro Cristiano, se non per la difesa del Luogo Santo, in quanto era considerato di tutti e tutti avevano il diritto di visitarlo per motivi di preghiera, quindi era lecito difenderlo da chiunque avesse cattive intenzioni, fosse musulmano o meno. Da qui si può dedurre che i Templari non combattevano i Musulmani perché non erano Cristiani (la famosa lotta all’infedele, una delle critiche più usate verso i Templari) ma per motivi di difesa! Questo è importante sottolinearlo.
 
 Dopo questa approvazione ecclesiastica ufficiale, la fama dell'Ordine del Tempio crebbe rapidamente ed in modo vertiginoso, con essa crescendo anche la potenza e la ricchezza dell'Ordine stesso, che ricevette elargizioni e donazioni spontanee praticamente da ogni strato sociale. Difatti ogni elargizione e/o donazione veniva usata per il finanziamento della campagna di guerra in TerraSanta, e tutti, pur non partecipando direttamente alla guerra, potevano però dare il loro contributo: in pratica, donare ai Templari significava contribuire materialmente alla liberazione dei "Possessi di Dio" come veniva chiamata spesso la TerraSanta. L'Ordine crebbe anche in prestigio, tanto che i cadetti delle famiglie nobili facevano a gara per entrare nell'Ordine, sia per la loro sistemazione (non essendo i primogeniti avevano ben pochi diritti in famiglia) sia per avere un baluardo cristiano in Terrasanta. La massa delle donazioni ed elargizioni tu tale che Hugues di Payns dovette lasciare in Francia parecchi confratelli che fossero in grado di amministrare l'enorme patrimonio acquisito, onde far fronte alle grosse spese delle campagne di guerra in Terrasanta.
 
Importantissima (anzi vitale) fu la bolla "Omne datum optimum" del 1139, di papa Innocenzo II che concesse all'Ordine la totale indipendenza, compreso l'esonero dal pagamento di tasse e gabelle, oltre alla direttiva secondo la quale l'Ordine non doveva rendere conto a nessuno del suo operato, tranne che direttamente al Papa. Diventò un organismo a parte con una posizione molto privilegiata. Aggiungerei anche scomoda per molti regnati.. il fatto di avere una potenza come quella Templari all’interno dei proprio domini non è proprio un bene per l’autorità! Ma all’inizio una simile idea neanche sfiorava le menti dei Sovrani, tutti erano dediti e riconoscenti ai Templari, anzi, era un onore avere nei propri possedimenti una maggione Templare! Solo più tardi, con il graduale decadimento della spiritualità e il costante aumento dell’importanza del denaro e del potere, qualcuno iniziò a provare un sentimento di invidia verso i Templari, fino ad arrivare all’atto di Filippo il bello, di cui però parlerò più tardi…
Hugues tornò a Gerusalemme con un gran numero di reclute, che divennero perfetti cavalieri templari combattenti, grazie alla vita comunitaria che conducevano, alle preghiere ed agli allenamenti durissimi… saldi nel corpo e nello spirito. Continua

 
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SPIRITO TEMPLARE

Post n°5 pubblicato il 09 Maggio 2006 da WolfSpirit49
Foto di WolfSpirit49

Tra i crociati si erano sempre distinti per la loro incredibile determinazione in battaglia, avevano disciplina

disumana e una spietata fermezza di fronte all’avversario. Le loro cariche erano famose e non lasciavano quasi

mai speranza agli avversari… provate voi ad immaginare di essere caricati da 300 cavalieri ben addestrati, ben

protetti dalle loro armature e scudi e soprattutto con una determinazione difficile da ritrovare in altre situazioni…

avete per caso idea di come trema il terreno sotto 300 cavalieri pesanti? Avete idea del polverone che si alza

dietro di loro? Avete idea del rumore assordante che producono? Uno spettacolo a cui (penso) nessuno vorrebbe

assistere da “bersaglio”! Il solo impatto psicologico di ciò bastava a mandare in rotta e a creare una gran

confusione tra le truppe che ricevevano la carica. Non a caso venivano chiamati dai musulmani i “diavoli rossi”,

mentre i Gerosolimitani erano chiamati i “diavoli neri”.
Rivendicavano a se il privilegio della prima linea durante i combattimenti, non infrequentemente dovettero pagare

con un alto tributo di sangue questo privilegio, ma con la loro fama di essere i più valorosi difensori della Croce

non trovavano difficoltà a ripristinare le fila diradatesi. Le loro rotte si contano sulle dita di una mano, furono gli

ultimi a lasciare la TerraSanta e nell’assedio di Acri non mollarono fino all’ultimo, la difesa della fortezza era

chiaramente senza speranza, senza alcun pericolo ci si poteva salvare via mare, ma i cavalieri combatterono e

morirono quasi tutti. Non potendo più guidare l’avanguardia in battaglia si trasformarono in retroguardia e

sacrificarono così le loro vite, ultimi crociati in TerraSanta. E’ tragico pensare che i cavalieri sopravvissuti alle

scimitarre dei Saraceni caddero poi vittime dei carnefici del Re di Francia e della debolezza del Pontefice, tra di

essi c’era anche l’ultimo Gran Maestro, Jacques de Molay.
 
 Ma non furono protagonisti solo in TerraSanta: quando le orde mongoliche minacciarono l’Europa i templari

contribuirono non poco alla sua difesa, che trovò provvisoria soluzione con la battaglia di Liegnitz nel 1241. Nella

penisola iberica stettero parimenti in prima linea, i sovrani di Spagna e Portogallo difficilmente avrebbero

conseguito le loro vittorie senza i Templari, non invano affidarono loro le proprie fortezze più munite e li

ricoprivano di munifici donativi.
Anche la flotta Templare era tra le migliori, nessuno si sarebbe mai azzardato ad attaccare una nave battente

bandiera Templare e i Saraceni se ne tenevano ben alla larga. Famosi erano i Templari nordici, che portarono con

loro nella vita monastica le loro preziose conoscenze in campo di nautica e battaglie navali.
 
C’è però un problema: uccidere in nome di Dio è un concetto sottoposto a critiche di ogni genere, va chiarito

questo fatto.
 San Bernardo di Chiaravalle, riprendendo il concetto della "guerra giusta" espresso da Sant'Agostino, considerò

il voto templare dell'uso delle armi contro chi attaccava i pellegrini diretti al Santo Sepolcro per pregare (non

andavano mica a conquistare o a rubare per la miseriaccia!!!) non una intenzione di "omicidio", ma una vera e

propria azione contro il Male, ossia un "malicidio" (vedi sopra 'De laude novae militiae'), anche perché, come ho

già detto, i Templari difendevano il Luogo Santo, che doveva essere a disposizione di tutti, quindi chiunque avesse

preteso di tenerlo soltanto per se sarebbe stato considerato “male” e andava per cui debellato… quindi i Templari

non uccidevano senza motivo o perché gli arabi “erano infedeli”!!! Questo dev’essere chiaro!
Per noi uomini di oggi è difficile accettare violenza giustificata da motivazioni religiose, ferisce la “sensibilità” di

molti, ma bisogna entrare nella mentalità dell’epoca (anche se è molto, ma molto  difficile) e non pensare subito “è

sbagliato”. Allora il Cavaliere dell’Ordine era il Guerriero di Dio per antonomasia, ed il suo compito era servire

Dio combattendo l’eresia e le ingiustizie. In TerraSanta i musulmani stavano commettendo crimini che vanno fuori

di ogni cognizione: come verrà meglio trattato nella sezione “Crociate”, le popolazioni europee erano fin troppo

stanche dei soprusi che dovevano subire in TerraSanta, da centinaia di anni!
Fin dall’800, infatti, i pellegrini che si recavano al Santo Sepolcro venivano uccisi, derubati, le donne violentate, nel

migliore dei casi veniva imposta loro una forte tassa. La setta degli “Assassini” nacque proprio in questo periodo

ed aveva come scopo l’uccisione sistematica dei pellegrini Cristiani!!! Questo atteggiamento intollerante da parte

dei musulmani portò ad una reazione violenta degli Europei, anche se ci vollero circa 300 anni di ingiustizie per fare

veramente “arrabbiare” i Cristiani.
Bernardo di Chiaravalle con 'De laude novae militiae'  espresse bene questa mentalità. Prego il lettore di non

accusare quindi l’operato dei Templari e dei Crociati in generale a priori, ma di immedesimarsi un attimo in quella

che era la situazione nel XI secolo: veder sterminata la propria famiglia o i propri amici che si erano recati in

pellegrinaggio in TerraSanta non doveva essere affatto cosa piacevole, come non lo sarebbe adesso. Pensateci un

po’ su e cercate di liberare la mente da tutti gli odierni condizionamenti… pensate con la vostra testa!
 
Ma non divaghiamo, torniamo ai Templari. Prima stavo parlando dei beni che riuscirono a rastrellare i Templari.

Fu un immenso patrimonio, visto che in molti si vollero unire alla causa Templare non fisicamente, ma

finanziariamente. Le Crociate avevano un costo altissimo, sia per gli armamenti, per il viaggio, per la costruzione

di fortezze, e questa spesa non poteva essere affrontata dai soli Templari, che nei loro monasteri si dedicavano per

lo più alla coltivazione e all’allevamento, per raggiungere i loro scopi c’era bisogno di ben altro. Le ricchezze

ottenute dai Templari furono impensabili e loro stessi furono bravi a gestirle: non lasciavano il denaro in eccesso a

marcire in buie stanze, ma lo investivano in maniera redditizia, soprattutto facendo servizio di tesoreria per nobili e

re e prestando il denaro, certo, da Cristiani non potevano chiedere interessi, ma sapevano come non subire danni

con tariffe di prestito. Sfido chiunque ad azzardare la critica “non dovevano chiedere interessi di alcun genere”,

perché in tal caso l’accusatore dovrebbe andare su un bel dizionario a cercare la parola “inflazione” e rendersi

conto della perdita di valore reale che ha la moneta con il passare del tempo.
Gli affari che svolgevano erano soprattutto di quattro categorie:
1-deposito tributi e somme di denaro di un principe votatosi alla Crociata
2-Trasferimento in TerraSanta di dette somme
3-riscossione delle decime Pontificie per le Crociate
4-prestiti a principi o nobili, che motivassero tale bisogno di denaro con pii motivi.
Una piccola curiosità che voglio dirvi:  a loro è dovuta anche l’invenzione dell’assegno! O meglio, del Travel

Cheque, che è comunque un assegno. Per esempio i pellegrini che si volevano recare in TerraSanta, ma avevano

paura di essere rapinati, potevano lasciare denari in una qualsiasi maggione templare e ricevere una quietanza di

riscossione; all’arrivo in TerraSanta portavano la quietanza nella maggione e tornavano in possesso della somma

di denaro lasciata prima della loro partenza.
Questo aspetto finanziario dell’Ordine però non vi deve portare ad una visione negativa dell’Ordine! Non erano

strozzini senza scrupoli o financial manager in cerca del massimo profitto! Le loro tariffe di prestito erano la metà

degli interessi richiesti dalle banche fiorentine (anche perché, scusate, se come qualcuno dice che i Templari erano

avidi di denaro e strozzini allora come mai in moltissimi affidavano i loro averi all’Ordine e molti chiedevano

prestiti proprio a loro?), l’elemosina era una delle attività più importanti dell’Ordine ed era sempre molto munifica.

Non mancarono mai di sfamare gli affamati con mense per i poveri e adibirono ospedali per i malati e gli invalidi,

nonché centri di accoglienza per i pellegrini in TerraSanta. Come si può vedere investirono molto bene i loro averi,

anzi, non c’era modo di investirli meglio!
Quella che per alcuni ara considerata l’avarizia dei Templari, era al contrario parsimonia. L’oculata

amministrazione dei beni templari era nemica di ogni spreco, per cui favoriva l’arricchimento dell’Ordine.
Bisogna poi ricordare che ad essere ricco era l’Ordine nel suo complesso, i singoli monaci erano dediti alla

povertà. Nonostante avessero più oro di qualsiasi monarca europeo dormivano in stanze sempre molto spartane,

vestivano e mangiavano come indicava la Regola, non tradirono mai il loro voto di povertà iniziale.
Da notare che il più famoso sigillo templare era un cavallo cavalcato da due cavalieri, che sta ad indicare 2 cose:
1-la povertà iniziale dei cavalieri che erano costretti ad andare in due su un solo cavallo
2-il dualismo universale delle cose, a cui si rifà il loro ideale, cioè (torno a dirlo, vista l’importanza) la convivenza

pacifica in TerraSanta della cultura Cristiana e di quella Islamica. Questo dualismo si può notare anche nel loro

stendardo, il Baussant, per metà nero e per metà bianco, di cui parlerò tra breve. Faccio anche notare che una

simile concezione è molto simile al Tao orientale, simbolo usato oggi universalmente per indicare il dualismo delle

cose, simbolo che c’era anche qui in Europa e che indicava lo stesso concetto, ma per qualche strano motivo e

stato dimenticato, e viene snobbato.
 
I Templari quindi godevano di un’altissima stima da parte delle popolazioni Medioevali, li vedevano come la

Cavalleria di Cristo, i Templari erano l’incarnazione del vero spirito Cavalleresco, che Bernardo di Chiaravalle

contribuì ad esaltare con i suoi scritti, ma non solo, leggete qui cosa scriveva Clemente III nel 1191: “Consacrati al

servizio dell’Onnipotente, vanno considerati parte della Cavalleria Celeste”.
Anche Pietro il Venerabile scriveva: “Chi non si rallegra con tutto il suo animo in Dio suo Salvatore, che la

Cavalleria dell’Eterno, i Templari, abbia lasciato gli accampamenti celesti per scendere a ingaggiar nuove

battaglie, a battere i principi di questo mondo, a sconfiggere i nemici della Croce di Cristo?” e ancora, sempre

rivolto ai Templari “Siete Monaci nelle vostre virtù, Cavalieri nelle vostre azioni; le une le realizzate con la forza

dello spirito, le altre le esercitate con la vigoria del corpo”.
Altra frase famosa di Bernardo di Chiaravalle è: “quale gioia per Gerusalemme acquistare dei difensori fedeli!”
Simili lodi non possono essere state fatte a caso! I Templari erano l’esempio del Cristiano migliore, e io penso che

con molta probabilità quando a quei tempi veniva menzionata la parola “Cristiano” si pensava proprio a loro. E

quindi il Cristianesimo in generale veniva rispettato. Cosa che mi sembra oggi non accada… purtroppo.
 
Un aspetto da notare è la gerarchia, l’assoluto rispetto per i superiori, esistevano i Marescialli, Precettori, i Balivi,

i Priori, i Gran Priori. Era una organizzazione perfetta, visto che ognuno per la gestione interna era totalmente

indipendente dall'altro, e ognuno doveva rendere conto al suo superiore diretto, fino ad arrivare al Gran Maestro

che era il "primus inter pares". Quando moriva un Gran Maestro, il Maresciallo convocava i Dignitari, tra i quali

veniva nominato un Gran Commandatario, il quale formava un consiglio di 12 Templari che dovevano procedere

alla elezione del nuovo Gran Maestro. Erano 12, in quanto 12 erano gli Apostoli di Gesù.
 Una cosa interessante: se ad esempio il Gran Maestro voleva fare visita ad una Precettoria di città, ma il

Precettore non era d'accordo per motivi validi, lo stesso Gran Maestro non poteva entrare: questo per far

comprendere quanto ognuno fosse responsabile della parte a lui affidata. C’era poi un Gran Siniscalco che si

occupava dell’amministrazione dell’Ordine, delle ancelle Templari, per la pulizia ed il rammendo delle vesti e dei

Fratelli Serventi che si occupavano dei cavalli e dell’armamento. Sergenti venivano chiamati i novelli dell’Ordine e

non era concesso loro di portare il mantello candido, ma ne avevano una nero o marrone, soltanto con il rito

ufficiale avrebbero poi potuto indossare al divisa templare.
 

 
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BREVE STORIA TEMPLARE

Post n°6 pubblicato il 14 Maggio 2006 da WolfSpirit49
Foto di WolfSpirit49

Vorrei chiarire una cosa: a me non piace molto riportare date su date, luoghi, nomi, come nei migliori libri di storia, la mia intenzione con questo breve articolo è quella di far conoscere i Templari come erano nella loro mentalità, nei loro obiettivi e nella loro purezza di spirito, quali sentimenti, emozioni, sicurezze e speranze donavano alle popolazioni medioevali, cosa molto difficile da fare se ci si trova di fronte soltanto a date e nomi.
Questo però è un aspetto che non trascurerò, ma ne parlerò brevemente proprio ora:
 
la prima vera battaglia Templare fu con il secondo Gran Maestro, Roberto di Craon, nel 1138 a Tecua, vicino Ghaza, dove i Templari ebbero una gravosa sconfitta, dovuta al fatto che i comandanti Crociati non vollero ritirarsi dopo aver conquistato la città (opzione consigliata da Roberto di Craon, visto che la città non era sufficientemente fortificata) dando il tempo ai musulmani di riorganizzarsi e di reagire compiendo un vero e proprio massacro.
La situazione in TerraSanta comunque non era delle migliori, un incredibile condottiero islamico dominava la scena: Zengi, un uomo che riuscì a riunire gli sceiccati mettendo assieme un formidabile esercito di oltre 100.000 uomini pronti a tutto pur di riconquistare le terre una volta loro. Zengi iniziò fra i musulmani la predicazione della "jihad" o guerra santa, incitandoli alla riconquista dell'intero Oriente. Alla testa del suo esercito, nel 1128 si impadronì di Aleppo e il Principato di Antiochia, fino a conquistare nel 1144 Edessa e tutta la sua Contea.
 
La caduta di Edessa provocò un grande scalpore in Europa Baldovino III chiese al Papa Eugenio III di bandire un'altra crociata, cosa che avviene il primo dicembre 1145 con le relative bolle pontificie.
San Bernardo di Chiaravalle girò l’Europa infiammando le folle e i Re (tra cui Corrado III di Germania, che inizialmente non voleva partire). Le truppe Crociate quindi partirono, ma separate, i francesi via mare, mentre i tedeschi via terra, per evitare pericolose gare di abilità tra i due eserciti.  Quest’ultimi nel bel mezzo delle montagne furono  attaccati e quasi completamente distrutti dall'esercito turco selgiuchida, tanto che i crociati persero i nove decimi degli effettivi, e si ritirarono fortunosamente a Nicea, dove attesero l'esercito francese condotto da Luigi VII. I francesi arrivarono insieme ai Templari e al loro Gran Maestro Everardo di Barres, ma furono subito attaccati dai musulmani e non riuscirono a trovare un sicuro riparo nella città di Laodicea. In questa occasione fu fondamentale l’esperienza che i Templari avevano acquisito negli anni passati in TerraSanta: la loro conoscenza dei luoghi, del terreno ed in generale in Know-how del luogo gli permisero di portare in salvo Luigi VII e gli eserciti Crociati. Dopo molte peripezie (non è questa la sede per dilungarmi) si ritrovarono a Gerusalemme Luigi VII, Corrado III, Il Gran Maestro Templare, quello degli Ospitalieri e quello dei Teutonici, che insieme presero la decisione di attaccare e conquistare Damasco. Gli eserciti Crociati vennero schiacciati da Nur-Ed-Din (successore di Zengi) e dal suo esercito che non risparmiarono nessuno. La seconda Crociata finiva in un lago di sangue.
 
 Importantissimo fu l’avvenimento del 1150, quando Baldovino III dopo aver fatto fortificare la città di Gaza la donò  ai Templari, perché la difendessero e perché facessero sentinella al sud della Palestina.
Ci fu una vera e propria “Crociata di pietra” a questo punto: per contrastare la riscossa islamica i Templari (come anche gli Ospitalieri e i Teutonici) allestirono una poderosa catena di castelli, in posizioni strategiche. Le fortificazioni riproducevano la struttura delle Chiese Templari. Queste ultime (rigorosamente ispirate alla Cupola) traducevano a loro volta in pietra la Croce Patente, emblema dell’Ordine. Le Chiese infatti irradiavano quattro bracci dall’altare del Sacrificio, schema probabilmente anche ripreso dai Cistercensi, ed avevano tutte delle cifre simboliche rituali, come ad esempio l’orientazione dell’edificio (cioè la sua disposizione, secondo costanti astronomiche), la disseminazione di richiami sia scultorei che iconografici alla luce solare ed alla sua lotta contro le Tenebre, la Croce patente ecc… (vedi anche la sezione il paragrafo “Misteri Templari”).
Alla stessa stregua erano le fortezze Templari, normalmente a pianta quadrata con quattro possenti torrioni a guardia degli angoli della fortezza… anche loro erano piene di richiami simbolici e cifre iniziatiche, nulla era lasciato al caso, anche il più piccolo particolare aveva un suo significato intrinseco e probabilmente “esoterico”.
 
Devo citare un accadimento degno di nota, che fa capire le atrocità commesse dai musulmani, perché molte volte sembra che solo i Crociati abbiano commesso delitti: Il 25 gennaio 1153, l'intero esercito cristiano si accampò ad assedio ad Ascalona, ma dopo quattro mesi, ancora nulla era stato concluso, ogni attacco veniva sistematicamente respinto.
Verso la fine di luglio 1153, una torre mobile dell'esercito cristiano prese fuoco, e venne scagliata contro le mura della città: l’impatto riuscì in qualche modo a creare una breccia nelle mura già indebolite. Da quella parte delle mura si trovava un gruppo  di Templari guidati da Bernardo di Tremelay che vista la breccia ci si lanciò con 40 Cavalieri. Gli altri Crociati in quel momento si trovavano dall’altra parte della città e non fecero in tempo a seguire i Templari che si erano gettati all’interno di Ascalona. Quest’atto è stato considerato da alcuni storici come un modo per prendere il bottino della conquista della città, ma bisogna dire che nessun Gran Maestro avrebbe rischiato la vita di un così alto numero di Cavalieri per un improbabile bottino, sapendo comunque che all’interno delle mura vi era ancora una forte guarnigione musulmana assolutamente non stremata. L’episodio va visto quindi non come una audace azione per impossessarsi di un qualche tipo di tesoro, ma come un’azione tattico-strategica che oggi (a mille anni di distanza) è impossibile giudicare; plausibile sarebbe il tentativo di entrare nella breccia per aprire la porta agli altri Crociati, tentativo di occupare un settore delle mura, consolidare la breccia eccetera…  Fatto sta però che i musulmani, vedendo solo quaranta uomini, contrattaccarono, massacrando i cavalieri e lo stesso Tremelay. I corpi del templari furono appesi per i piedi fuori dalle mura, e le loro teste lanciate sul campo cristiano con delle piccole catapulte. Orripilante!!!
 La furia dei cristiani a questo spettacolo fu tale che il 19 agosto 1153, dopo un formidabile ed intenso assedio, la città fu presa e messa a ferro e fuoco.
 
A questo evento seguì un periodo di relativa pace. Ma durò poco. Sal-Hal-Din più noto come Saladino riorganizzò l'esercito musulmano, portandolo ad oltre 200.000 uomini, con i quali attaccò il Cairo, sbarazzandosi del visir Shawar, ormai amico dei cristiani (qui ci fu anche l’opera del Gran Maestro Templare Odo di Saint-Amand che fece un gran lavoro diplomatico con i reami arabi… sempre perché i Templari volevano, di base, una convivenza pacifica tra i due popoli!), e rivolgendosi direttamente contro Gerusalemme. Tutto il mondo musulmano si unì a Saladino contro i cristiani nel 1174.
Nel novembre 1174 Saladino entrava a Damasco, ed il 9 dicembre dello stesso anno entrava ad Homs, per poi proseguire per Aleppo, che venne assediata il 30 dicembre.
Nel 1177 furono però proprio i Templari al seguito di Re Baldovino IV il Lebbroso a far ripiegare 25.000 uomini di Saladino, presso Ascalona e, ancora, a batterlo presso Montgisard, costringendolo alla fuga, quasi da solo, a dorso di un cammello.Nel 1178, Baldovino fece costruire una fortezza, chiamata "Guado di Giacobbe", che fu affidata ai Templari.
Tutto sembrava calmo, ma nel febbraio del 1179 Saladino attaccò ed invase la Galilea, senza però tener conto della resistenza della fortezza templare del "Guado di Giacobbe", che non cadde, ed impedì a Saladino di raggiungere Gerusalemme. Ma non era finita qui: il 10 giugno 1179, presso Mesaphat, l'esercito cristiano di Raimondo III ed i Templari si scontrarono con i 200.000 uomini dell'esercito musulmano. Fu un massacro, tanto che Saladino poi conquistò il Guado di Giacobbe, giustiziando tutti i templari di stanza nella fortezza, e prendendo prigioniero il Gran Maestro, Odo di Saint-Amand, che però non volle che fosse pagato nulla per il suo riscatto, e finì i suoi giorni morendo di fame e di stenti nel carcere di Damasco.
 
Tra il 1182 ed il 1186 (anno della morte di Baldovino IV) si susseguirono altri successi Templari, ma si trattava però di vittorie di Pirro: ogni battaglia ne assottigliava le file, insieme a quelle degli altri Crociati e Ordini Cavallereschi…
 
Altro fatto importante e, secondo me, non rispettante la logica e lo spirito Crociato: nel 1187 Rinaldo di Chatillon (un intrigante doppiogiochista) marcia verso Medina e La Mecca, con l'intento di appropriarsi della "pietra nera", simbolo sacro musulmano. Quest'atto di pirateria scatena le ire degli arabi, e Saladino raduna ed organizza il più grande esercito che si sia mai visto: fra cavalieri, arcieri e fanti, oltre 300.000 uomini erano agli ordini del condottiero musulmano. 
La vera battaglia si svolse ai corni di Hattin il 4 Luglio 1187. L'esercito Crociato dopo vari giorni di dura marcia e senza acqua (l'unica risorsa d'acqua era presidiata dai musulmani) si scontrano con l'esercito di Saladino. Non starò qui a descrivere la battaglia (che sarà invece dettagliatamente raccontata nella sezione “Crociate” del sito), però Saladino riuscì ad accerchiare l'esercito Cristiano che fra l'altro non aveva un'unica guida, ma ogni reggimento aveva un suo capo. Gli Ospitalieri erano guidati da Ruggero de Molinis, i Templari da Ridefort e le altre truppe Cristiane da Rinaldo di Chatillon e da altri Baroni; così diviso l'esercito Cristiano perse molto in efficacia e se ci si aggiungono la stanchezza e la sete  si capisce bene perchè i Cristiani furono duramente battuti.
Gli arcieri a cavallo musulmani riuscirono fin troppo bene a tenere a bada la fanteria Cristiana, mentre la fanteria di Saladino ebbe l'arduo compito di reggere le devastanti cariche della Cavalleria pesante europea, subirono, infatti, pesantissime perdite. La battaglia durò diverse ore, ma alla fine, con la graduale perdita di consistenza delle cariche della cavalleria pesante, i musulmani ebbero la meglio... l'esercito Cristiano fu duramente battuto e soltanto in pochissimi si salvarono: tra questi c'era Ridefort. Da ricordare che il Gran Maestro degli Ospitalieri aveva sconsigliato di attaccare, ma di concentrare tutto l'esercito su un fronte e cercare di sfondare per scappare da quella fin troppo ovvia trappola mortale; Ridefort rispose sprezzante al Gran Maestro degli Ospitalieri:"Amate troppo la vostra bionda testa per temere di perderla in battaglia". Il cavaliere di San Giovanni rispose: "Io morirò in battaglia da uomo coraggioso, ma sarete voi a scappare come un coniglio ed un traditore". Ed infatti così fu!
Devo ammettere che questo presunto attacco alla Mecca per impossessarsi della Pietra Nera si discosta dall’ideologia Templare, ma bisogna dire che Ridefort riuscì ad essere nominato Gran Maestro solo grazie alle sue abili manovre politiche ed ai suoi raggiri. Ridefort venne poi ucciso da Saladino in persona qualche tempo più tardi.

Vorrei sottolineare una frase detta da Saladino a conclusione di questa battaglia quando doveva decidere di cosa fare dei prigionieri Templari e Ospitalieri: ”Voglio purgare la Terra da questi guerrieri immondi che non rinunciano mai alla loro ostilità, non rinnegano mai la loro fede e non saranno mai utili come schiavi”… Saladino sembrava dimenticare la sua proverbiale magnanimità di fronte ai monaci-guerrieri che infatti fece uccidere o marcire in buie celle… e pensare che in seguito i Templari furono accusati dal Re di Francia di rinnegare il Cristo nell’iniziazione all’Ordine… già il solo odio da parte di Saladino nei confronti dei Templari fa cadere qualsiasi accusa di eresia… ma ne parlerò più tardi…Questa sconfitta portò a non poche ripercussioni per i Regni Cristiani in TerraSanta. Fra l’altro si racconta anche che in questa battaglia fu persa per sempre la Vera Croce, che cadde in mani musulmane.
Eliminato il grosso dell'esercito Cristiano Saladino aveva ormai la strada aperta verso Gerusalemme.
Una dopo l'altra, cadono in mano araba Tiberiade, Acri, Nablus, Giaffa, Sidone ed Ascalona. Rimaneva Gerusalemme. Dopo alcune settimane di assedio, il 2 ottobre 1187 la Città Santa cade nelle mani di Saladino.
La crociata che ne seguì, guidata dal famoso Riccardo Cuor di Leone e da Federico Barbarossa (che morì annegato prima di arrivare in TerraSanta) si risolse soltanto con un patto con i musulmani che lasciarono una striscia di terra sul mare ai Cristiani da Tiro a Giaffa, come porto per lo scalo dei pellegrini. La città Santa era però in mani musulmane e Saladino fece abbattere tutte le croci ed in generale i segni Cristiani nella città, sostituendoli con mezzelune e simboli sacri all’islamismo. Saladino però si mostrò magnanimo con la popolazione di Gerusalemme che non venne massacrata, ma venne risparmiata, anche se dietro il forte pagamento di un riscatto.
La scomparsa dei protagonisti degli ultimi anni di guerra (Saldaino nel Marzo del 1193, il nuovo Gran Maestro del Tempio Roberto di Sablé, poco dopo Corrado di Monferrato, pugnalato da due “assassini” il 28 aprile 1192) anziché spianare subito la via ad intese pacifiche produsse l’inconsueta contrapposizione tra i diversi Ordini religioso cavallereschi e precisamente tra Ospitalieri e Templari, accusati dai primi d’essersi impadroniti dell’eredità di un loro cavaliere nel territorio di Margate.
 
Ad aggravare la cosa intervennero anche i mongoli che, oltre ad attaccare l’Est Europeo, si scagliarono anche contro la TerraSanta e nel 1244 le truppe mongole insieme a quelle egiziane entrarono a Gerusalemme, dopo aver abbattuto la resistenza di Templari e Ospitalieri che si dimostrarono delle vere e proprie macchine da guerra, tenendo in scacco l’esercito mongolo per molto tempo, prima di cadere; si salvarono solo 33 Templari, 26 Ospitalieri e 3 Teutonici.  A questo attacco rispose il papa Innocenzo III che bandì una nuova Crociata. I Templari e gli Ospitalieri poterono ancora dimostrare il loro coraggio, soprattutto nella battaglia di Al-Mansura (1250), ma anche questa volta la Crociata finì per essere un massacro e si concluse con un nulla di fatto.
Gli eserciti Crociati e gli Ordini Cavallereschi avevano subito moltissime perdite in queste battaglie; bisogna dire che ai musulmani inizialmente venne proposta un’alleanza dai Cristiani contro i nemici comuni, cioè i mongoli. I musulmani rifiutarono e aspettarono il momento propizio, cioè l’indebolimento dei due eserciti (cristiano e mongolo), per attaccare. Dopo la caduta di Gerusalemme e di tutto il regno, il 6 aprile 1291 Acri fu assediata da oltre 50.000 uomini. La guarnigione templare tenne duro: il 18 maggio tutta Acri era in mano musulmana, tranne la fortezza dove si erano arroccati gli ultimi 150 Templari. Tennero testa a tutti gli attacchi per dieci giorni, fino a quando i musulmani non riuscirono a forzare le difese, sfruttando anche il loro numero elevato. Morirono tutti quanti, compreso il loro Gran Maestro Guillaume de Beaujeu, tranne una decina che riuscirono a scappare… per finire di lì a poco in mano ai carnefici francesi (questo fatto lo spiegherò meglio nella sezione “Il Processo Infame”). La caduta di San Giovanni d’Acri era stata preceduta da quella della Rocca Bianca, a Safila, baluardo dei Templare, e del Krak des Chevaliers, pilastro degli Ospitalieri, anche se in quest’ultimo caso la fortuna giocò a favore dei musulmani, infatti fu a causa di un terremoto che una parte delle mura crollò, permettendo agli islamici di penetrare all’interno della fortezza, altrimenti considerata inespugnabile!
Nel 1303 anche l’isoletta senz’acqua di Ruad, dopo 13 anni di resistenza, venne evacuata. Tutta Outremer era tornata sotto il dominio islamico, anche se ciò non significava la conversione di tutta la popolazione all’Islam.
L'avventura cristiana in Terrasanta era definitivamente terminata. Gli eserciti europei non metteranno più piede in TerraSanta fino ai nostri giorni, anzi, fino al XVIII secolo l’Europa stessa fu minacciata da attacchi musulmani (cito ad esempio Solimano). In due secoli i Templari avevano lasciato sul terreno dei Regni Cristiani d’oriente oltre 12.000 cavalieri, 12.000 guerrieri dediti alla Croce, alla difesa dei pellegrini e al loro ideale di tolleranza…
Il Tempio si ritirò a Cipro dove vennero eletti due Gran Maestri: Thibaud Gaudin nel 1291 e nel 1294 Jacques de Molay, l’ultimo Gran Maestro.
 

 
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