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Favola moderna

Post n°418 pubblicato il 20 Ottobre 2011 da xteneraladyx

 

Incontro Leonardo un sabato al centro commerciale.

Mamma mia com’è cresciuto,
l’ultima volta che l’avevo visto aveva forse sei o sette anni,

un’acciughina bionda che si nascondeva dietro le gonne della mamma,

una mia cara amica, ora,  occhio e croce ne deve avere sedici…

una pertica di un metro e ottanta, con la giacca da moto e il casco in mano.

E’ sempre molto magro ma  sta diventando uomo,
il suo viso dimostra già c
he è un tipo con del carattere,
pur essendo rimasto il ragazzino buono e cordiale che ricordavo.

Infatti mi ferma, mi saluta affabile e mi chiede se mi ricordo di lui?

Oh caspita, certo che mi ricordo,
la sua è una storia triste e bella.

Io ho sempre pensato fosse una favola.

Leonardo è stato lasciato in ospedale dalla sua mamma naturale,
che ha r
inunciato a lui, perché non era in grado di prendersene cura.
Probabilmente una ragazza dell’est, visti i tratti somatici.

Quando ha un mese, il tribunale dispone la sua adozione.

Fino ad allora,vive al nido dell’ospedale,
coccolato dalle i
nfermiere che a turno lo cullano,
lo tengono in braccio e lo allattano,
come fossero la sua mamma vera.

All’età di un mese lascia l’ospedale per essere accolto nella sua nuova famiglia.

Amato come un piccolo principe, coccolato,
curato e riempito con l’affetto di  un’intera famiglia,  zie e nonni compresi.

Leonardo cresce in un ambiente sereno,
dove non gli vengono nascosto le sue origini.

Lui è molto fiero di dire che ha due mamme
e lo dice che una serenità estrema.

Leonardo già da piccolo fa capire  di avere un caratterino,
guai a chiamarlo Leo…"Il mio nome è Leonardo, chiamatemi così."

 

Ora sta lì ritto davanti a me,
sorridente e spensierato come tutti i ragazzi della sua età.
E ripenso a quando la mamma  mi raccontava i primi  giorni dopo l’adozione,
quando non
potevano lasciarlo coricato nella culla
e dovevano sempre tenerlo in braccio altrimenti piangeva,

eredità affettiva di tutte quelle infermiere,
che se lo erano coccolato nel mese di permanenza
all’ospedale…
e mi ritrovo a pensare….i lieto fine non esistono solo nelle favole….

 

 
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