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CUORE IN VIAGGIO

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Un ballo in maschera...

Post n°451 pubblicato il 20 Febbraio 2012 da xteneraladyx
 

 

Si incontrarono ad una festa di carnevale in un noto locale della loro città.

Ognuno celava la propria identità,
solo gli occhi di entrambi brillavano dietro le fessurine

delle maschere che avevano scelto.

Si erano sfiorati durante la serata, prima al bancone del bar,
poi mentre si dirigevano
ognuno al tavolo dove li aspettavano gli amici.

Lei aveva percepito il suo profumo e ne aveva aspirato l’odore muschiato e forte.

Lui le aveva appena sfiorato un braccio e aveva avvertito un fremito.

 

C’era tantissima gente alla festa, ma era come se fossero solo loro in quel locale.

Si cercavano con lo sguardo, lui abbozzava un sorriso e lei glielo ricambiava.

Chi era quell’uomo misterioso che la turbava così tanto?

Chi era quella donna che aveva assorbito tutta la sua attenzione?

Si doveva avvicinarsi, conoscerla. Ma come fare?

Sua moglie era un generale di corpo d’armata,
non lo avrebbe perso di vista un 
attimo se si fosse allontanato,
ma la scusa della toilette funzionava sempre…

Attraversando la sala, posò il suo sguardo su di lei,
lanciandole un muto invito: “Seguimi”

Lei attese qualche secondo, pensò se doveva assecondare quello strano invito.

Si alzò e si incamminò  nella stessa direzione dove aveva visto l’uomo allontanarsi…

Passando di fianco ad un ampio tendaggio,
un braccio forte l’attirò dentro facendole
sentire quel profumo familiare.

“Ssshhh! Non parlare, non dire nulla. Tu sai che è destino questo momento.”

Tentò di aprire la bocca e dire qualcosa,
ma la bocca dell’uomo arrivò vellutata a prendersi
le sue labbra.

Pensò che doveva tirarsi indietro, irritata respingerlo.
Non si faceva baciare dal primo che p
assava.
Ma mentre faceva queste considerazioni,
continuava a seguire il movimento di quelle l
abbra sulla sua bocca…
”Sono pazza” si disse.

Lui le sussurrò all’orecchio: “Mi hai stregato!”

Lei decisa a fare l’offesa, si sorpresa a dire: “Anche tu…”

La musica si era fermata, lui si staccò da lei: “ Devo andare mia fata…”

Uscì rapido dall’oscurità del tendaggio e raggiunse il tavolo,
dove la sua consorte già lo attendeva
con lo sguardo fulminante e isterico.

Lei restò ancora qualche minuto nell’oscurità di quel rifugio improvvisato,
il cuore a mille, lo sguardo accesso e il volto accaldato.

Non era successo. Non era successo nulla…si era immaginata tutto.

Eppure lui era vero, decisamente vero.
Uscì e ritornò dove erano i suoi amici.
Passando tra i tavoli volse lo sguardo,
cercò il tavolo dove lo
aveva visto seduto.
Il tavolo era vuoto.

E lei si domandava ancora, se avesse solo immaginato quello che le era capitato…

 

 

 
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