Creato da calabrotto_1975 il 01/08/2010

CALABRIA

CALABRIA: GASTRONOMIA, TRADIZIONI, LUOGHI DA SOGNO

 

 

La dolcezza di un canto

Post n°6 pubblicato il 27 Febbraio 2012 da calabrotto_1975
 

Narrano i cantastorie calabresi che ci fu un tempo remoto

in cui la vite era una semplice pianta ornamentale:

non produceva né fiori né tanto meno frutti.
Venne la primavera e il contadino decise di tagliarla:

«Questa pianta dà ombra ai seminati» disse «la ridurrò più piccola che sia possibile».
Detto fatto:

il contadino la potò così energicamente

che della verde pianta non rimasero che pochi rami nudi e corti.

La vite pianse e un usignolo ebbe pietà di lei:

«Non piangere» disse «io canterò per te, e le stelle si muoveranno a compassione».
Volò sui poveri rami tronchi, vi si afferrò con le zampette e, giunta la notte,

cominciò a cantare tanto dolcemente che la vite si sentì via via rinascere.
Per dieci notti, le note trillanti salirono verso le stelle,

finché esse si commossero e fecero discendere un po’ della loro forza

sulla povera pianta mutilata.
Allora la vite sentì scorrere in sé una linfa nuova;

i suoi nodi si gonfiarono, le sue gemme si aprirono.

I primi pampini verdi fremettero alla brezza, e tenui riccioli verdi, i viticci,


Quando l’usignolo volò via,

si allungarono per avvolgersi come una 


delicata carezza intorno alle

 zampine dell’uccellino.

già gli acini del primo racimolo cominciavano a dorarsi alla luce dell’alba.

La vite era diventata una pianta fruttifera. E che pianta!

Il suo frutto possedeva la forza delle stelle, la dolcezza del canto dell’usignolo,

la luminosa letizia delle notti estive.
Se venite in Calabria, vedrete queste piante:

ceppo basso con grossi tralci aggrovigliati a fior di terra, tralci ricchi di verdi pampini.



 
 
 

GASTRONOMIA E TRADIZIONE

Post n°5 pubblicato il 05 Agosto 2010 da calabrotto_1975
 

PER CONOSCERE VERAMENTE UNA TERRA NON BASTA SOLO VISITARLA.

BISOGNA CONOSCERE LA SUA GENTE, SCOPRIRE LE SUE TRADIZIONI MA SOPRATTURRO BISOGNA MANGIARE QUELLO CHE MANGIANO LORO.

VI PRESENTE UNA RICETTA TIPICA CALABRESE.

Una ricetta facile e gustosa con i fiori di "Maio". I fiori di "Maio" non sono altro che i fiori della pianta di sambuco. Nel video sono descritte le fasi di preparazione delle gustose frittelle con i fiori di "maio".

Una ricetta semplice e povera, frutto della tradizione gastronomica contadina della gente di Calabria.

 

 
 
 

HANNO DETTO DELLA CALABRIA

Post n°4 pubblicato il 01 Agosto 2010 da calabrotto_1975
 

Niente poteva essere più gentile e ben educato dell’ospitale accoglienza dataci da questa famiglia..

..Ma la volontà di accoglierci, cosa che abbiamo notato non manca in tutta la Calabria, è stata perfettamente manifestata dalla sorprendente comparsa di maccheroni, uova, olive, burro, formaggio e naturalmente vino e neve, sulla tavola apparecchiata c’era una delle più bianche tovaglie di lino…

Veramente la residenza…non era delle più ricercate, ma ho avvertito il mio compagno ..che forse avremmo incontrato molta semplicità e molta cordialità..”


[Edward Lear – diario di un viaggio a piedi- 1847]

 
 
 

HANNO DETTO DELLA CALABRIA

Post n°3 pubblicato il 01 Agosto 2010 da calabrotto_1975
 

"Poi il sole spunto' dietro di me, e la Sicilia e le Isole Lipari mi apparvero chiare come cristalli.

Mi sedetti su una pietra, accesi la pipa e contemplai il paesaggio.

Contai tre vulcani: uno l'Etna, naturalmente. A destra c'era l'isola chiamata Vulcano che eruttava vapori con modestia e ancora oltre a destra l'inconfondibile punto esclamativo di Stromboli.

“ E cosi sedemmo fumando tutti insieme, i tre vulcani ed io."


[J. M. Scott ]

 
 
 

HANNO DETTO DELLA CALABRIA

Post n°2 pubblicato il 01 Agosto 2010 da calabrotto_1975
 

“…Io abbandonai con commozione la più bella provincia della bella Italia, più vicina al sole che ama tutti. Essa è rinfrescata dai venticelli di entrambi i mari, dall’alto dei suoi monti, dai boschi ombrosi, dalle innumerevoli sorgenti…

…Le vedute sul mare, su alcune spiagge della Calabria sullo stretto, qui e là sul mare aperto, sulle Lipari, sull’Etna;

Tutto ciò insieme allo spendore della straordinaria natura che vi mostro la sua bellezza; Tutto ciò mi diede una sensazione che non ha bisogno di espressione; con un sentimento che con i suoi dolci ricordi riempie la mia esistenza”.


[Federico Leopoldo Conte di Stolberg – 1792]

 
 
 
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