TERRA

brutto incontro (con un lato di me che non mi piace)


Una sera mia madre ha diviso la stanza in ospedale con una rom… ho faticato ad abituarmi all’idea..Avevo in tasca due soldi, li avevo lasciati nel giaccone appoggiato alla sedia quando l’infermiera mi ha invitato ad uscire. Tempestivamente l’ho fatto, senza prendere niente. E’ entrata con una signora dal pigiama pesantissimo sopra un altro pigiama sporco,  una lunga treccia di capelli neri, orecchini e anelli vistosi, molti telefonini. L’aspetto sporco e trascurato non mi aiutava. Anche l’odore forte e sconosciuto .   C’era un uomo e un ragazzo e una ragazzina bruna  sorridente.  La signora mugolava e i ragazzi ridacchiavano. I ragazzi avevano uno sguardo accogliente, l’uomo no. Pensavo che dovevo passare la notte lì se loro restavano, quasi per fare la guardia a mamma. Quando l’infermiera è uscita la porta si è subito richiusa. Ho aspettato fuori, nessuno usciva più… pensavo a mia madre che vedendoli entrare aveva spalancato due occhi , quasi spaventati,  al mio giaccone coi soldi ritirati la mattina per sbarcare il lunario in questa difficile fine del mese,  al telefonino, alla borsa coi libri e i documenti. Intanto pensavo a quello che avrei dovuto fare… restare con mamma la notte per non farla spaventare? Ma spaventare di che? Non si rende conto di niente, di che doveva spaventarsi? Eppoi se uno si ricovera è perché sta male. Mi sento il fiato di Calderoli sul collo. Dividere il bagno con degli sconosciuti così, la stanza.... Esce il ragazzo e gli chiedo se posso rientrare. Mi dice “ si, entra, scusa”. Ecco, so che parla e capisce l’Italiano. Mamma è tranquilla, mi sussurra che è bella quella ragazzina con gli occhi nerineri. Richiudono la porta. Siamo  tutti lì, in una cameretta con due letti.  Dentro c’è aria pesante, l’odore della paura di lei e della mia… lei non parla l’italiano, i ragazzi ridacchiano per il suo lamento perché sanno che lei è impressionata da mia madre, perché è vecchia…. Sorrido anche io. Chiedo se possiamo aprire la porta, siamo in tanti lì dentro. Il ragazzo sorride e dice si, si alza e apre. Continua a sorridere, sono certa che ha capito che ho paura di stare lì da sola con quattro stranieri. L’uomo mi chiede se passerò la notte in ospedale, io dico che ancora non so. A un certo punto si accorge di due porte in camera e mi chiede meravigliato se ci sono due bagni. No, una porta ci mette in comunicazione con un’altra stanza  i cui occupanti usufruiscono dello stesso bagno. Sorridiamo del fraintendimento ottimista. Mamma vuole parlare con la signora che non parla e non capisce l’italiano. Ridiamo ancora.  Frugo in tasca, mi sono ricordata dei soldi… è tutto a posto. Che cattiva sono stata. Portano da mangiare a mia madre, alla signora niente. Il ragazzo dà una cioccolata alla ragazzina, la donna piagnucola perché ne ha voglia anche lei. Non può, ha il diabete… Si alza va in bagno a porta aperta. La ragazza mi guarda preoccupata, io fingo di non essermi accorta. Esco. La sera prima ho trovato una donna del mio paese, la rivedo, le chiedo dello zio che assiste… Passano i tre e mi salutano: “Ciao noi andiamo via, ci vediamo domani, buona notte” . La donna sorride della loro cordialità, ne sorrido anche io, sembrano miei vecchi amici.... ormai mi sono rasserenata  anche io… Brutto incontro, il mio, con la mia paura dello straniero.