TERRA

Post N° 286


SisifoSisifo è un personaggio della mitologia greca, fondatore e primo re di Corinto. Figlio di Eolo e di Enarete; fratello di Deioneo, Salmoneo, Macareo, Creteo e Canace; sposo di Merope e padre di Glauco. Secondo il mito, fu il più astuto fra i mortali.Mentre Sisifo cercava di risolvere il problema dell'acqua, che a Corinto era molto scarsa, si ritrovò nei pressi della rocca di Corinto, dove vide Zeus con una bella ninfa. Questa era Egina, figlia del dio fluviale Asopo, che Zeus aveva rapito.Il dio Asopo si presentò allora a Sisifo nelle sembianze di un vecchio, e gli chiese notizie di sua figlia. Sisifo disse che l'aveva vista, ma non rivelò subito chi l'aveva rapita: chiese, in cambio dell'informazione, una fonte d'acqua per la sua città. Asopo promise e Sisifo rivelò che la ninfa era stata rapita da Zeus. Soddisfatto, Asopo fece dono al re della sorgente perenne detta Pirene.Quando Zeus conobbe che Sisifo aveva parlato, chiese a suo fratello Ade di mandare Tanato per catturare Sisifo e rinchiuderlo nel Tartaro. Quando Tanato giunse a casa di Sisifo, questi lo fece ubriacare e lo legò con catene, imprigionandolo. Con Tanato incatenato, la morte scomparve dal mondo. Il dio Ares, quando si accorse che durante le battaglie non moriva più nessuno, e che quindi non avevano più senso, si mosse per prendere Sisifo e, liberato Tanato, lo condussero nel Tartaro.Sisifo, però, aveva imposto alla moglie Merope di non seppellire il suo corpo, per cui egli ebbe motivo per protestare con gli dei dell'empietà della moglie. Persefone, moglie di Ade, decise di farlo ritornare sulla Terra per tre giorni, il tempo di imporre alla moglie i riti funebri. Sisifo tornò nel mondo dei vivi, ma non obbligò la moglie a seppellirlo: così gli dei inviarono Hermes, che lo catturò e lo riportò negli Inferi.Come punizione per la sagacia dell'uomo che aveva osato sfidare gli dei, Zeus decise che Sisifo avrebbe dovuto far rotolare un masso dalla base alla cima di un monte. Tuttavia, ogni volta che Sisifo stava per raggiungere la cima, il masso rotolava nuovamente alla base del monte, per cui Sisifo dovette per l'eternità ricominciare la sua scalata.Ho trovato un articolo bello: http://www.geagea.com/11indi/11_13.htmPuò darsi che il mito sia la semplificazione delle faccende della vita, può darsi che sia ...il riassunto?...sicuramente non è un banale riassunto, mi sembra!Qui ci sono capitata per caso, e stamattina che è domenica mi ci ritrovo..per aver trascinato gioiosamente il mio macigno nella prospettiva di due giorni di riposo... Arrivati i due giorni, proprio alla loro vigilia mi ritrovo inspiegabilmente giù in fondo col masso del cavolo tra i pieidi...disorganizzazione incapacità stanchezza solitudine?!! Non so. Ieri sera ospiti inaspettati e un parlare leggero col masso tra i piedi e la prospettiva di ricominciare a trascinarlo stanca oggi... eppure a quelli non pare che io sia Sisifo, forse perchè sono più macilenta di quel gran fusto di sisifo!! non la do a bere a nessuno, non sembro una che fa attività fisica di quel genere... Di tutto quel discorso mi è tanto piaciuta la sottolineatura dell'immediatezza dell'agire, la naturalezza del ricominciare senza far morire la speranza di riuscire, come se ignorasse di aver offeso gli dei, di aver imprigionato la morte, Sisifo era solo il mestiere di vivere, tragico anche di più perchè non credo che lui provi a desiderare il suicidio, perchè gli dei giocano duro e quando aggiungono a uno, nella ricetta, gli ingredienti dell'immortalità e  della speranza, rendono Sisifo infaticabile in eterno...Chissà se a fargli rotolare il masso dalle mani non sia il ritrovarsi da solo sulla cima, senza nessuno con cui dividere la vittoria di essere arrivato....chissàPerò nelle rappresentazioni Sisifo è proprio strafusto... io ricomincio a spingere..mafari, più di macariolita...