CERCA LA DOMANDA

GIORNO DELLLA MEMORIA


GIORNO DELLLA MEMORIAPer imparare dagli errori passati.   Il 27 gennaio del 1945 i cancelli del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz furono abbattuti. Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria, decretato con la Legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento  Italiano per ricordare le vittime delle immonde persecuzioni subite da coloro che vennero discriminati sulla base del loro credo religioso, idee, appartenenza politica, condizioni di salute, razza, genetica. Ricordiamoci che “il sonno della ragione genera mostri” (Francisco Goya) e che chi non ricorda il passato (ed i suoi errori) è destinato a riviverlo. Chi ama dividere il mondo in inferiori e superiori, in servi e padroni, dovrebbe chiedersi se è certo di potersi trovare dalla parte “comoda” del fucile, in caso di rovesciamento dei diritti civili di ogni uomo. In fin dei conti, prima a poi, “gli altri” siamo noi.   DESCRIZIONEIn un’atmosfera surreale, una dama elegante pasteggia al tavolo, apparentemente, di un ristorante. La donna veste un abito da sera, gioielli ed, in particolare, due spille con la svastica nazista. Sembra compiaciuta del suo pasto. Ciò che a prima vista può sfuggire, all’osservatore quanto a lei stessa, è che il pasto che degusta con distacco è costituito da parti umane. Le sue. L’occhio sinistro, mancante dall’orbita vuota, nascosta dai capelli, fluttua ora come un’oliva in un Bloody Mary. Il vino che degusta è il suo sangue, come l’etichetta, che echeggia la scena stessa, suggerisce. Avambraccio e mano sinistra vengono infilzate dalla forchetta mentre, il piede sinistro compare come successiva portata, completo di scarpa, dietro ai fiori. A terra, il piede destro nasconde l’amputazione mentre col sangue traccia una linea di demarcazione, tanto netta, quanto inverosimile. Lentamente, il sangue cola dal tavolo sul pavimento e da lì scorre verso un inquietante liberatorio scarico idraulico. L’immagine è dominata dai colori giallo rosso e nero, nazionali tedeschi, che nel tentativo di conferire un’atmosfera illusoriamente calorosa, invece opprimono e creano ansia, annullando lo scenario dietro una cortina gassosa. Tavolo e sedia sono sinuosamente contorti: il primo sorretto da due servitori serpentiformi mentre lo schienale della seconda si contorce in un aspetto quasi mollemente biologico o come fiotti di liquido schizzati. In alto a sinistra due globi, rappresentano la Terra e la Luna: sono essi stessi divisi a metà, in parte illuminati ed in parte oscuri; soprattutto, però, sono costituiti da sangue umano (dell’autore) fotografato, al pari delle altre macchie e bevande, così come pure vere fotografie sono il braccio ed il piede “mozzati”. 
" alt="L'ILLUSORIA ALTERITA' - 2009" />  DATITITOLO: “ L’illusoria Alterità ”ANNO: ottobre 2009TECNICA: mista - disegno a penna + fotografia + computer grafica. INTERPRETAZIONE“L’illusoria Alterità” vuole trasmettere l’orrore del “cannibalismo” perpetuato dall’uomo sull’uomo, cittadino contro cittadino, tedesco contro tedesco, italiano contro italiano. Si ingannavano coloro che pensavano di stare sfogando il loro odio contro “estranei”, contro “oggetti” da usare a proprio piacimento: stavano menomando anche loro stessi, il loro popolo. Così oggi. Con quest’opera, si vuol sfuggire al tranello della demonizzazione dei “mostri”, contro i quali tutto è permesso, perché nel farlo, diverremmo ancora ed ancora mostri a nostra volta. Come nella tradizione horror uno zombie od un vampiro può rendere a sua volta mostri le persone sane azzannandole, così l’odio e l’illusione del sentirci estranei al “nemico” si trasmette da carnefice a vittima.In quest’opera si è voluto evidenziare tale errore, per tentare di spezzare la catena dell’odio, perché in realtà, come cantava Umberto Tozzi, “GLI ALTRI SIAMO NOI”.       Tiziano De Simone