L'Atalanta ha un rinforzo in più. Christian Vieri detto Bobo torna in prima squadra dopo 389 giorni, un'eternità per un mondo - quello del calcio - che brucia tanto, forse troppo in appena una settimana. Nuovo numerro di maglia, addio caro vecchio 32 simbolo del giocatore fin dai tempi della Lazio, e spazio al 17 forse anche per scaramanzia e nuovo look con una spuntatina ai capelli. La voglia è sempre quella dei tempi belli quando con le sue progressioni infiammava il pubblico di San Siro, sponda nerazzurra. Bobo ha fatto tendenza in questi anni. Dai flirt in prima pagina della cronaca rosa (storico legame con l'ex velina mora di Striscia la Notizia Elisabetta Canalis, e ora compagno dell'altra velina Melissa Satta) fino al business. Con le aziende di successo Sweet Years (con Maldini) e Baci & Abbracci. E ancora le fughe dai ritiri (come non ricordare la polemica in casa Inter per i termosifoni troppo caldi di Appiano Gentile) ai gol. anche l'onore di timbrare la rete numero 1000 della storia azzurra, roba da predestinati. L'ultima stagione è stata l'annus horribilis, un mondiale sfumato per il crack al ginocchio, l'addio al Milan e l'avventura in un nuovo campionato, quello francese con la maglia del Monaco. Nessuno scossone per un giocatore capace di cambiare nove volte squadra. Di seguito. Per Bobo si scaldò persino l'avvocato Agnelli quando Moggi gli nascose la cessione all'Atletico Madrid. "Vieri è come Brigit Nielsen". Non bastò. Christian venduto alla seconda squadra di Madrid per 34 miliardi dell'epoca, era il 1997 quotazione record. Come record fu la somma spesa da Moratti per portarlo all'Inter: 90 miliardi. Titoli e foto. Ancora in prima pagina. O si ama o si odia ripetevano i tifosi interisti fuori dal Meazza. La certezza di non essere banale. Alla Samp, a luglio, lo hanno visto per una manciata di ore: presentazione, foto ufficiali e poi l'addio. Meglio l'Atalanta di Ruggeri che lo lanciò da ragazzo. Prima delle copertine e delle indagini sul suo conto da parte della Beneamata. Ben-tornato Bobo. Il futuro è Empoli. Non tanto distante da Prato, città toscana degli esordi.