un modo d' essere

Post N° 207


TRE sorte d’uomini letterati, oltre a i principi e magistrati, hanno ed esercitano giurisdizione nel mondo, cioè i teologi morali, i medici, e i legisti. Scrivono o trattano i primi dell’anima dell’uomo, in quanto essa è indirizzata alla beatitudine, o dannazione eterna, insegnando, quali azioni sieno degne di premio o di gastigo davanti a Dio, e quali indifferenti, cioè non meritevoli nè dell’uno, nè dell’altro. Però al loro tribunale ricorrono, o son chiamate l’anime nostre, per conoscere ciò, che è peccato, o non peccato; e quando pur sia peccato, se grave, o leggiere. Assaissimi professori viventi di questo primo sapere ogni città li nutre, e colla loro autorità saggiamente si regola e consiglia. Ma più ne abbiamo, che benchè morti ne parlano ne’ loro libri; e questi ancora sogliono esigere maggior venerazione, perchè maestri emeriti di tal professione. L’altra schiera, che è quella de’ medici, ha giurisdizione sopra il corpo degli uomini, perchè insegna a tenerlo sano, e a perservarlo da i mali; o quando pur sia assalito da i mali, si studia di liberarlo, e guarirlo. Felice si reputa, chi nelle malattie può avere al suo letto uno, e molto più se molti di questi campioni, al sapere, e a’ consulti de’ quali si concepisce viva speranza, che i malori atterriti dovran cedere, volere e non volere. E puossi egli sperar di meno, se questi hanno speso tanti anni, e tanti passi, per imparar la sola arte di conoscere i morbi corporei, e di guarirli? Se per disavventura talun muore, senza la fortuna d’essere stato più volte visitato da un medico: che maraviglia è? Gli sarà succeduto per mancanza d’uno di questi domatori di mali, e spaventatori della morte. Perciò sotto la loro autorità e signoria, non si può negare, stanno i corpi nostri. La terza schiera è quella de’ legisti, che godono ampia giurisdizione sopra la roba de gli uomini, se per mala fortuna questa è messa in lite; e talora si stende anche alle lor vite, qualora si commettano certi delitti.Ora in tutte e tre queste professioni di persone dotte e letterate, strana cosa è il mirare infinite discordie, e contrarietà. (LudovicoAntonio Muratori)