TOMMASO MANZILLO

Baccini: «Non rinuncio alla doppia indennità»


Baccini: «Non rinuncio alla doppia indennità»  Dall'ente che presiede ha un'indennità di 120.000 euro che somma con quella di parlamentare. L'ente per il Microcredito a differenza dell'agenzia del terzo settore di Zamagni, che non prendeva indennità, non è stato soppresso. Come mai? - Bernardo Iovene L'AGENZIA PER IL TERZO SETTORE - Qualche giorno fa abbiamo dedicato un pezzo alla soppressione dell'Agenzia per il terzo settore, un organismo che regola e controlla il settore non profit. Il Governo Monti deve risparmiare e pertanto ha deciso che se ne occuperà con maggiore competenza il Ministero del lavoro. L'Agenzia soppressa è presieduta dal professor Zamagni e composta da 11 esperti, che avevano dato la disponibilità a continuare il lavoro gratuitamente. Ma la risposta è stata: no. Ai tagli del governo è invece sopravvissuto l'Ente nazionale per il microcredito. Presidente è l'Onorevole Mario Baccini, che per questo incarico riceve 120 mila euro lordi l'anno, ai quali si cumulano i 13 mila euro netti al mese della Camera dei deputati. L'ENTE PER IL MICROCREDITO - L'ente per il microcredito era nato come comitato nel 2005 su richiesta dell'Onu, lo scopo era quello di favorire i soggetti cosiddetti "non bancabili", che non hanno accesso al credito bancario, insomma uno strumento di lotta alla povertà. Promuove programmi di intesa tra enti locali e fondazioni pubbliche e private per erogare piccoli prestiti per piccole attività. All'inizio, i componenti del comitato prendevano un gettone di rimborso, poi il governo Berlusconi ha deciso di trasformalo in Ente pubblico, con una cospicua indennità. E così oltre al presidente, anche il segretario si porta a casa 147.000 euro l'anno. L'On. Baccini dice che stanno aiutando e aiuteranno tante microimprese (ci mancherebbe altro, l'Ente è nato per questo!), e avrà sicuramente modo di dimostrarlo ai senatori Di Giovan Paolo e Ferrante, che sollevando il caso presso il Ministro dell'Economia, chiedono conto dell'attività dell'Ente e degli stipendi sproporzionati. La considerazione è sempre la stessa: con tutti i bravi laureati in Economia, con tutti i dirigenti a spasso per la crisi, deve essere proprio un parlamentare a presiedere un ente pubblico? Se la risposta è sì, allora non si porti a casa anche il doppio stipendio. Il premier sta tagliando? Lo faccia con decisione, ed elimini l'immoralità di vedere dei parlamentari che si riempiono le tasche, mentre quelle della popolazione si svuotano.Bernardo Iovene9 aprile 2012(ultima modifica: 10 aprile 2012 | 10:12)© RIPRODUZIONE RISERVATA