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ULTRA TRAIL DU MONT BLANC 2009

Post n°23 pubblicato il 03 Settembre 2009 da baraneik69
 

ULTRA TRAIL DU MONT BLANC 2009

Di Alessandro TARALLO

 

Una gara attesa da anni , facendo su e giu’ per l’italia e oltrefrontiera per guadagnare i fatidici punti per essere almeno ammesso all’estrazione. Lunghe camminate e scalate sulle montagne di abruzzo ormai una seconda casa. Due anni  di preparazione tra alti e bassi sembrano volati ,ora che ho appena concluso questa stupenda avventura.

Con l’amico d’impresa Gianluca Belardini  giungiamo a Chamonix giovedi’ 27  alle prime ore del pomeriggio , e ci rechiamo subito al ritiro pettorali. Dopo le operazioni di rito ci tuffiamo nel brulicare di gente proveniente da tutto il mondo ,che in questi giorni ha praticamente invaso questa bellissima cittadina .

Il venerdi’ mattina ultime compere nei tantissimi e fornitissimi negozi di abbigliamento e accessori per il Trail Runner.

La partenza e’ ormai prossima  e ci si comincia a preparare senza tralasciare alcun particolare. Controllo minuziosamente il contenuto , la riserva alimentare c’e’, la maglia termica c’e’ ,  giacca goretex c’e’ ,  e  la foto di mio padre  c’e’ .

Ci dirigiamo con tranquillità al punto di partenza che troviamo gia’ gremita in tutti i suoi angoli.

La musica , lo speaker , i ballerini rendono speciale ed emozionante questo momento che precede il via . Per un attimo ho un sussulto di commozione pensando a mio padre che ad Aprile , un mese prima di morire , pensava a come venire a vedermi per questo evento, ma  poi comincio a fare foto per distrarmi dai miei pensieri.

Manca pochissimo , lo speaker scandisce gli ultimi secondi del conto alla rovescia , e…. via , si comincia .

Scorrono i km e comincia il buio , si arriva al 21 km a Saint Gervais  , fa’ un caldo umido insopportabile  e ho la prima crisi .Mi fermo un attimo , bevo , mangio e riparto piano piano Durante il tragitto incontro  un altro spirito trail TITANCIANO con il quale ci scambiamo alcune impressioni.

 Mentre ci si avvicina a la Bonhomme  l’aria si rinfresca , ma arriva anche la nebbia che non fa’ vedere ad un passo su questa che e’ una salita interminabile .

La notte e’ ancora lunga e arriviamo all’attacco del Col de la Seigne  , una di quelle salite che lascia il segno .Giunto in vetta fa’ un freddo bestia , mi infilo un attimo nella tenda per sistemare lo zaino e nel mentre arriva un infreddolito GIO62 con il quale ci scambiamo alcune impressione della gara.

Ci rincontriamo poi al ristoro di Lac Combal dove mi dice che vuole allungare un po’ per fare una sosta piu’ lunga a Courmayeur .

Io continuo al mio passo anche se la mattina rendo molto di meno rispetto al pomeriggio , e dopo aver trascorso gli ultimi km in compagnia di un ragazzo spagnolo arrivo a Courmayeur .Prendo dal sacco quello che mi serve , riempio lo zaino d’acqua , un pezzo di formaggio e un piatto di pasta e sono pronto a ripartire. Ho anche il tempo di telefonare al mio amico Max Guidobaldi il quale mi da’ come imperativo questa regola “continua cosi’ e fermati il meno possibile, non perder tempo “!!

Comincia cosi’ la lunga salita al rifugio Bertone sotto un sole splendido ma cocente. Ivi giunto mi dirigo verso il Bonatti e dopo circa un km decido di fare un micro sonno di 10 minuti .Al mio risveglio sono come nuovo e ricomincio a correre sul saliscendi che porta fino ad Arnuva  dove arrivo con oltre due ore di vantaggio sul cancello orario.

Comincia cosi’ la lunga salita al Col Ferret che mi portera’ in Svizzera e dove vedo gia’ alcuni nuvoloni minacciosi. La prima parte della salita la salgo agevolmente , poi  entro in riserva sugli ultimi 200 metri di dislivello , e arrivato finalmente in vetta  trovo un freddo pungente accompagnato da venti a 55/60 km orari come da previsioni del tempo. In fretta mi copro con piu’ indumenti e comincio subito la discesa verso la Peule , un sentiero molto brutto e spoglio .

Ormai sono le 20.00 e pian piano sta scendendo la notte  , e sono cosi’ arrivato al ristoro di La Fouly.

Un breve sosta e si riparte  in discesa verso Praz de Fort  , il soprannominato Paese dei Nani da Giardino , in quanto gli abitanti hanno nei loro cortili statuette , e statuette di tutti i tipi e dimensioni raffiguranti  i famosi Nani .

 

Si ricomincia a salire e giungo a Champex-lac  da dove poi comincera’ la piu’ impegnativa  ascesa al Col de Bovine.

A questo punto sento che la stanchezza la fa’ da padrone  e opto per un altro micro sonno di dieci minuti al quale ci aggiungo un caffe’ orribile del ristoro .

Sto gia’ meglio e mi accodo ad un bel gruppetto di francesi con i quali condivido la salita del Bovine .La tiro tutta , e devo dire che la particolarita’ dei gradoni fatti da rocce squadrate e radici mi piace molto , poi il passaggio sulla sommita e’ una vera chicca .Mi sento carico e spingo l’accelleratore fino a Trient  dove penso  che ormai il piu’ e fatto.

Purtroppo la stanchezza fa’ brutti scherzi e quando comincia la lunga salita che mi portera’ a Catogne comincio ad avere alcune allucinazioni , infatti penso di vedere due tornati piu’ sopra di dove sono io le prime case del paese, ma… , si sale ancora e le case non ci sono , che cosa ho visto? Cosa volevo vedere?  Salgo per piu’ di un’ora ,giro intorno alla montagna e in fondo alla vallata c’e’ il maledetto paese di Catogne formato da appena  sei abitazioni .La discesa continua su un sentiero molto tecnico e scivoloso per giungere al paese di Vallorcine .Ora mi sento veramente provato psicologicamente e al mio arrivo non ho la forza di rispondere e sorridere a quanti mi gridano “Alessandro Bravo’ Bravo’ “.

A questo punto prendo un piatto caldo, mi siedo un attimo, mi cambio la maglietta , bevo un bicchiere di coca cola e poi  mi incammino verso l’ultima asperita’.

Tre km di sentiero e poi si comincia a salire verso la Tete’ aux Vent  , impegnativa , assolata ,e infinita . Arrivato in cima  ho finito l’acqua e arrivato al punto di controllo scopro che manca il ristoro che si trova 3,5 km piu’ a valle !!!  E adesso?  Ho la bocca impastata , soffro ad ogni passo , ma per fortuna due francesi mi danno un goccio della loro , allora prendo coraggio e arrivo fino alla cascata dove mi immergo completamente a bere e mi rinfresco la testa .

Adesso sto meglio e procedo spedito all’ultimo controllo prima dell’arrivo a La Flegère .Scambio alcune battute con un gruppo di italiani sulla mancanza d’acqua al punto precedente , ma ormai sappiamo che e’ finita , mancano solo 7 km di un interminabile sentiero che sembra non arrivare mai a Chamonix. Per circa 40 minuti scendo senza fretta , non ho voglia di correre ,cammino , ma comincio a diventare insofferente , voglio chiudere questa pratica .Allora prendo le ultime forze e ricomincio a corricchiare , e mi si accoda anche un francese con il quale condivido gli ultimi km.

Ecco il sentiero e’ finito , comincia l’asfalto , ora comincio a spingere di piu’ , sul ponte incrocio salutandola , la grande e rocciosa Roberta  finischer della PTL . Adesso entro sul viale del centro di Chamonix e un lungo cordone di spettatori mi incita con veemenza scandendo il mio nome , e brandendo campanacci e trombette. Sento la musica dell’arrivo , ancora una curva ed ecco l’arco di arrivo , dove do’ tutto me stesso per uno sprint finale .Sono felice , sorrido finalmente e col pensiero vado a mia moglie alla quale dedico questa impresa , perche’ e’ lei che durante questo periodo ha sopportato le mie uscite notturne in montagna , le continue gare all’estero, i fine settimana negati per una gara in piu’ ,  e tutte le volte che mi sentivo stanco per farla uscire per una passeggiata.

All’arrivo c’e’ l’amico Gianluca Belardini , anche lui finischer con una distorsione presa pochi km dopo la partenza , un vero duro , con il quale mi abbraccio dalla contentezza.

Adesso e’ il momento di godersi il ristoro e il giacchetto da finischer  , ma e’ anche il momento di ringraziare i tanti amici che mi hanno seguito e dato consigli come Massimo Guidobaldi , Gianni Baldini , Domenico Peruzzini , il grande Teseo , Manuel e Alessandra che mi seguivano via pc da casa , e la mia nutrizionista e amica Dott.ssa Barbara Maranta .

 

Ancora un saluto e Alla prossima fatica

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